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[Una volta erano elvassini...] [MZB's Darkover]

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Titolo: Incontro
Autore: Pellegrino Dormiente (in collaborazione con Amyra Hastur)
Serie: Marion Zimmer Bradley's Darkover
Parti: 1
Status: Concluso
Note: il racconto faceva parte del gioco di letteratura interattiva The Elvas Project
Archivio: SLC
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Incontro

Pellegrino Dormiente & Amyra Hastur


Era stato meno traumatico di quanto pensassi. I genitori di Micaela mi avevano guardato straniti e avevano confabulato a lungo prima di invitarmi a tavola con un sorriso tirato. Era evidente dal modo in cui mi guardavano che qualcosa nel mio aspetto li metteva a disagio e li lasciava perplessi. Avevo già notato l'imbarazzo nelle rapide visite quotidiane durante la mia degenza, ma quell'occasione ufficiale sembrava spiazzarli del tutto.
Cercai di ignorare la tensione della situazione e mangiai lo stufato che era stato preparato, guardando di tanto in tanto Micaela che rideva sotto i baffi.
Il silenzio si fece più opprimente una volta finito il pasto; per fortuna la mia piccola anfitriona mi prese per una manica trascinandomi verso l'uscita.
«Copriti il viso, dobbiamo andare.»
«Ma avevi detto che non dovevo...»
«Fuori sì! Vieni, devo mostrarti la torre. E' bella e magari ti farà ricordare qualcosa.»
«Lo spero... lo spero davvero,» dissi, seguendo la ragazzina all'esterno... il mio primo passo in quel nuovo (o vecchio?) mondo...

***

Amyra si era sorpresa, quella mattina, quando aveva trovato Fiamma ad attenderla nella sua stanza. Aveva provato un lieve disagio, ma era passato quasi subito. Se anche sua sorella se ne era accorta, aveva fatto finta di niente.
«Vieni, vestiti e andiamo!» le aveva imposto Fiamma.
«Andiamo? Dove?»
«In qualsiasi posto che non sia questo. Amyra, non ti puoi rinchiudere qui dentro. Da quanto tempo non metti piede fuori dalla Torre? Prendiamo i cavalli e restiamo fuori tutta la giornata. Non ti preoccupare, ho già avvisato io gli altri, perciò non usare questa scusa per non venire. Anche loro erano preoccupati per te.»
Amyra aveva dovuto cedere alle richieste sempre più insistenti della sorella, così, dopo molto tempo, aveva indossato di nuovo il suo vestito da amazzone, constatando con sorpresa che tirava in alcuni punti. Doveva essere cresciuta, o peggio, ingrassata, in quell'anno e mezzo che aveva trascorso ad Elvas. Se ci fosse stata ancora Elorie gliene avrebbe ordinato uno nuovo. Si ripromise di chiedere a qualcuna delle ragazze della Torre dove poter trovare una buona sarta. Aveva bisogno di un nuovo guardaroba.
Così, con l'aria di un condannato a morte che va verso la forca, aveva percorso tutte le rampe di scale della Torre, che quel giorno le parvero stranamente poche, ed era uscita all'aperto, dove l'aspettava Fiamma.
«Vieni, andiamo alle scuderie, il tuo cavallo ormai non ti riconoscerà più.»
Amyra fece un lieve sorriso, ricordando l'episodio in cui sua nonna gliel'aveva regalato, secoli prima, le sembrava, quando ancora credeva che non esistesse nulla di più bello delle terre degli Alton. E forse ancora adesso lo pensava, constatò con lieve sorpresa.
All'improvviso si accorse di uno strano personaggio che si guardava intorno come se tutto quello che lo circondava gli fosse estraneo. Era buffo il modo in cui girava la testa dappertutto e ancora di più il fatto che fosse una bambina a guidarlo, prendendogli la mano e impedendogli di fermarsi ogni volta che qualcosa attirava la sua attenzione. Il viso della ragazzina era fra il divertito e l'irritato, mentre quello dello sconosciuto non si vedeva, essendo coperto da uno strano mantello che non aveva mai visto. Fiamma seguì la direzione del suo sguardo e lo vide anch'essa.
«Che buffo individuo. Chissà da dove viene? I suoi indumenti non mi sono familiari.»
«Chissà perché ha il viso coperto?» si chiese invece Amyra seguendo il filo dei suoi pensieri.
«Per il motivo più ovvio, direi, non vuole che altri lo vedano in viso. Forse ha qualche tipo di malformazione,» disse Fiamma, con quello strana ritrosia che si ha di fronte a questo genere di cose. «Su. Vieni, andiamo, non è bello parlare di queste cose alle spalle delle persone,» e detto questo si incamminò senza aspettare la sorella.
Amyra rimase ancora per un attimo a osservarlo, attratta da qualcosa che nemmeno lei riusciva a definire...

***

Ogni cosa sembrava nuova e straordinariamente bella. Odori, colori, forme... mi chiesi se anche un bambino provava quella trionfante sensazione di scoperta ad ogni nuova realtà che trovava di fronte a sé. Nonostante il passo svelto che Micaela mi imponeva, riuscivo a guardarmi attorno cercando di cogliere ogni cosa... con la segreta speranza di un barlume di ricordo. Fu mentre guardavo estasiato una fontana in una piccola piazza che vidi Lei. Era... era bellissima... i capelli rossi come il fuoco, i lineamenti cesellati, gli occhi... gli occhi d'oro. Rimasi a fissarla mentre qualcosa di inspiegabile sembrava muoversi dalla mia mente verso di lei. Sentii un brivido quando ci fu un... contatto con lei. Mi parve di accarezzarle la mente, di... ma com'era possibile? Era come se la nostre anime si... toccassero. Era... era... straordinario! D'un tratto mi sentii sconvolto, imbarazzato, stupito. Capii che non erano sentimenti miei, ma suoi. Prima che potessi dire qualcosa la ragazza era fuggita... udii solo vagamente, come un eco lontano le parole di Micaela:
«Che è successo? Cosa le hai fatto? Ehi Pelle... sei stato tu? Cosa le hai fatto?»

***

La prima cosa che Amyra provò fu sicuramente la sorpresa. Quello strano personaggio possedeva la telepatia! Una forma molto rozza, che usava spontaneamente, come se fosse una cosa abituale per lui, ma nello stesso tempo con la sorpresa che mostra ogni ragazzo che esce dal mal della soglia. Sentì distintamente le sue emozioni fondersi con le sue, senza che riuscisse a impedirlo...
Amyra interruppe il contatto, imbarazzata da quanto era successo. Avrebbe dovuto avvertire qualcuno alla Torre per occuparsi della situazione. Se era un telepate non addestrato era un pericolo per se stesso e gli altri. Si morse le labbra, incerta. Sapeva che, se fosse successo qualcosa, la colpa sarebbe stata sua. Ma qualcosa gli impedì di chiedere aiuto, così si girò e si affrettò a raggiungere la sorella, che l'aspettava con un'espressione contrariata. Avrebbe sicuramente saputo di cosa parlarle durante il viaggio...

***

Le stelle cominciavano a svanire per l'approssimarsi del giorno quando lasciai la mia stanza. Scoprii di essere particolarmente agile e che calarmi dalla finestra del primo piano non era un'impresa difficile per me. Camminai silenzioso per le strade deserte, protetto dalla luce crepuscolare che confondeva ogni cosa e dal mio abito. Camminai per un ora, giungendo alla Torre poco prima dell'alba (come sapevo di dover andare in quel luogo per ritrovarla?) e lì attesi... mentre i raggi del primo sole mi colpivano inondandomi di tiepido rossore, pensai ai capelli di quella giovane...

***

Le due sorelle avevano passato la notte in un rifugio poco distante dal villaggio, ridendo e scherzando per tutta la notte, come per molti anni non avevano più avuto modo di fare. All'alba si erano messe in viaggio per ritornare alla Torre, dove avrebbero raggiunto senza esitazione i rispettivi letti per recuperare le ore di sonno perdute. Al loro arrivo sarebbero state rimproverate per aver trascorso fuori la notte, ma al momento erano così stanche che pensavano soltanto a raggiungere i rispettivi letti. Amyra si bloccò quando vide una figura scura stagliata contro l'edificio a lei così familiare.
"Dunque è quello l'uomo del mistero?" le trasmise mentalmente la sorella, captando i suoi pensieri.
Amyra non rispose, ma passò davanti a quella solitaria figura spronando leggermente il cavallo. Senza volerlo, per un attimo i loro occhi si incontrarono. Amyra sentì che un brivido le percorreva la schiena.
Quando uscì dalle stalle con la sorella, quello strano personaggio non c'era più. Se Fiamma non le avesse confermato di averlo visto lei stessa, avrebbe pensato di esserselo immaginata.







StrangeLandsChronicles © 2007
© Pellegrino Dormiente & Amyra Hastur