Titolo: Naufragio sulla terra di Darkover
Autore: Simona Degli Esposti
Argomento: recensione
Status: concluso
Archivio: The Elvas Project - Darkoperdia



Naufragio sulla terra di Darkover

Simona Degli Esposti

La razza umana ha da poco cominciato i suoi viaggi esplorativi all'interno della nostra galassia ed ha iniziato, con successo, a colonizzare i pianeti adatti alla sua sopravvivenza. Le astronavi non sono ancora perfette e sono molte le cose che potrebbero andare storte... esattamente quello che capita ad una di queste navi, diretta alla colonia di Delta Phi Coronis, incappata in turbolenze magnetiche e finita fuori rotta. L'astronave precipita su un pianeta sconosciuto e l'equipaggio fa appena in tempo a localizzare un luogo adatto allo schianto prima che questo avvenga. Da quel poco che riescono a vedere prima dell'impatto si tratta di un pianeta montuoso, coperto da nubi e apparentemente senza civiltà tecnologica. La speranza di tornare a casa è ben presto messa a dura prova dalla gravità dei danni inferti sia alla nave che al gruppo di sopravvissuti e l'equipaggio si trova in lotta con il gruppo di coloni che la nave trasportava riguardo a come sopravvivere su un pianeta che si rivela ben presto fin troppo ostile alla razza umana come noi la conosciamo.



Naufragio sulla terra di Darkover, in originale Darkover landfall, è indubbiamente il primo capitolo dell'intera saga ma fu solo il settimo libro scritto da MZB nel lontano 1972 e, da quello che si legge nelle introduzioni di alcune antologie, doveva anche essere l'ultimo. Ma, si sa, si dice sempre così...
I romanzi che lo precedono sono ambientati nel periodo di poco seguente l'arrivo dei terrani, periodo che sembra aver sempre più interessato MZB, rispetto alle storie relative alle ere del caos o ai Cento Regni. Basti guardare la massiccia parte dedicata alla Torre Proibita o al fattaccio di Sharra.
Naufragio è invece la spiegazione dei fatti accaduti al momento stesso dell'arrivo dei primi umani sulla superfice del mondo dal sole rosso. Nel libro si delineano le prime basi della futura società darkovana, si spargono gli indizi che possono spiegare l'origine di alcune delle regole che sono tuttora in vigore tra la nobiltà comyn e, soprattutto, si cominicia a parlare dell'onnipresente laran e delle pietre matrici.
Bisogna però fin d'ora tenere ben presente un fatto: su Darkover non è mai esistita una tradizione scritta, tutti gli eventi sono stati tramandati di generazione in generazione solo oralmente e, come è prevedibile, hanno ben presto assunto un alone di leggenda.
MZB ha precisato più di una volta che la saga non è stata creata per seguire un filo logico perfetto. Tutte le vicende sono collegate tra loro come le tessere di un mosaico, non come quelle di un puzzle... collegate sì, ma non incastrate alla perfezione. Lo stesso evento potrebbe essere stato raccontato in maniera diametralmente opposta in ognuna delle famiglie e i terrani, animati come noi delle migliori intenzioni storiche, non riuscirebbero a cavarci un ragno dal buco.
Quindi non ci preoccuperemo se una storia viene raccontata in un modo durante le ere del caos, per essere poi stravolta mille anni più tardi... chissà quanti l'hanno raccontata nel frattempo, ognuno aggiungendo del suo.
Partiamo adesso ad analizzare il libro e le storie che ci sono state raccontate nelle sue pagine. Un solo consiglio: se non lo avete ancora letto, non andate avanti... documentatevi prima, poi riprendete la lettura. Non vorrei rovinarvi alcuni colpi di scena o, più semplicemente, il gusto della lettura rivelandovi troppi particolari.
L'equipaggio, comandante in testa, pensa immediatamente a come riparare la nave e ripartire, cercando di negare l'evidenza dei fatti. Lo scafo è malridotto, il computer funziona ma è da riprogrammare con i dati relativi alla loro posizione e, da quel poco che hanno scoperto, non esiste molto sul pianeta che possa favorirli nelle riparazioni.
Tra i coloni sono pochi coloro che sperano nel rapido risolversi della situazione prospettato dal comandante. I più cominciano ad impiantare un campo, costruire ripari efficienti e stabilire cosa sul pianeta sia commestibile e quanti dei prodotti da loro trasportati possano crescere sulla superficie ghiacciata.
Su una sola cosa i due gruppi sembrano d'accordo: esplorare la zona circostante il luogo dello schianto e scoprire qualche cosa di più sul pianeta (bazzecole come la lunghezza del giorno, nozioni sul clima e sulla gravità, il tipo di fauna e flora, scoprire se nel cielo notturno si possono riconoscere costellazioni o stelle che possano far capire dove sono capitati ecc.).
Tralasciamo le varie visioni fuggevoli della fauna locale (prevalentemente animali di piccola taglia, marsupiali, esseri simili a cervi che vagano in branco) e parliamo dei primi problemi che potrebbero aver causato una sorta di imprinting nella memoria genetica del gruppo.
Tanto per cominciare bene l'esplorazione, uno dei membri della spedizione viene punto da un insetto locale, battezzato formica-scorpione (fire-ant in originale) a causa dell'aspetto bizzarro e colorato. Il dr. Marco Zabal ha così il non invidiabile primato di essere la prima vittima del pianeta. Può non essere un caso che la futura divinità malvagia della religione politeista del pianeta abbia come arma favorita per le sue atroci torture una frusta dalle mille punte di scorpione.
Altra nota dolente, che creerà notevoli problemi in futuro, è il solito rapporto conflittuale tra i due sessi.
Tra i duecento sopravvissuti, cifra che cala giorno dopo giorno, almeno centoventi sono donne. Donne giovani e fertili, donne cresciute in un mondo dove è loro diritto, a volte anche un dovere, rifiutare di avere figli (per carriera o perché serve a prevenire la sovrappopolazione è un fattore trascurabile). Donne provenienti da una società dove il loro valore è pari, almeno sulla carta, a quello degli uomini.



Naufragio sulla terra di Darkover


TITOLO ORIGINALE - Darkover Landfall
COPYRIGHT - 1972 - 1974 © Marion Zimmer Bradley
EDIZIONE ITALIANA - Collana di Narrativa Nord Editrice Nord - 1991
TRADUZIONE - Nicoletta Vallorani
TEMPO DARKOVANO - anno zero
TEMPO TERRANO - sconosciuto

Protagonisti

Equipaggio

Coloni

Capitano Harry Leicester Rafael Macaran (geologo)
Camilla DelRey Moray (capo coloni)
Di Asturien (ufficiale medico ) Ewen Ross
Judith Lovat (sistema sopravvivenza) Heather Stuart
Ingegnere Capo Laurence Patrick Lewis MacLeod (zoologo)
Padre Valentine (ordine San Cristoforo del Centauro, Chiesa Cattolica Riformata) Fiona MacMoray
Marco Zabal (xenobotanico)  
Margaret Raimondi (infermiera)  


Della nave sappiamo molto poco. Non ne viene mai citato il nome e il solo particolare che ci forniscono è che si muove grazie ad un motore M-AM, una forma di propulsione atomica (sono tutti sollevati quando si accorgono che nello schianto non si è rotto il corpo motore, rischiando il disastro nucleare) basata sul collaudato rapporto materia/antimateria.
La spedizione parte dalla Terra in un periodo imprecisato1, e fa parte di un gruppo di navi destinate alle nuove colonie, realizzate fuori dal nostro braccio della galassia ed ancora in fase di sviluppo. La nostra nave è diretta su quella situata su un pianeta della stella Delta Phi Coronis2.
Come d'abitudine l'equipaggio è tutto della stessa etnia, in questo caso ispanica, precauzione presa per creare coesione nel comportamento e nella morale etica del gruppo3. Quasi nessuno dei membri dell'equipaggio proviene dalla Terra, la maggior parte è nato e cresciuto nelle colonie o sulle basi spaziali. Non è necessaria un'esperienza terricola, in quanto il loro compito è quello di scortare i vari gruppi di coloni a destinazione per poi riprendere la via di casa immediatamente.
Diverso discorso per i coloni. Sono tutti di origine scozzese o perlomeno celtica. Tra di loro è presente anche un gruppo di radicali, fondatore di una società antitecnologica, proveniente dalla colonia delle Nuove Ebridi. Il fattore fondamentale che li distingue dall'equipaggio è che sono tutti nati e cresciuti sulla Terra o su colonie agricole. Sanno come sopravvivere e sono ben decisi a farlo quando la nave si schianta sulla superficie del pianeta sconosciuto.
Per raggiungere la sua destinazione la nave avrebbe dovuto costeggiare il fianco della galassia ma, a causa di una tempesta magnetica4, si è trovata sbalzata fuori dalla rotta originaria, verso un punto esterno al braccio della spirale. Non solo l'equipaggio perde il controllo della nave, ma quest'ultima si trova anche in rotta di collisione con un sistema solare sconosciuto. Solo grazie ad un grosso colpo di fortuna i nostri riescono a trovare, tra i pianeti in orbita attorno al sole rosso, uno che sembra avere le dimensioni e l'atmostfera adatta alla sopravvivenza umana.
Lo schianto è inevitabile. I sopravvissuti sono circa duecento, per la maggioranza donne, e se loro sono in condizioni pietose ancor più lo è la nave.
Immediatamente si soccorrono i feriti e si seppelliscono i morti, cercando di verificare chi sono i sopravissuti e quali siano le loro capacità... ma con intenzioni diverse per i due gruppi5.
Le due fazioni non sono in contrasto, almeno per questa volta: la cosa importante è sopravvivere.
Per la parte scozzese il problema non si pone: per le molte donne che restano subito incinte il solo rischio di aborto è costituito dal cambio delle condizioni ambientali e dallo sfasamento ormonale prodotto dall'interruzione della contraccezione obbligatoria durante i viaggi nello spazio.
Il discorso è diverso per le donne dell'equipaggio. Loro hanno volontariamente rinunciato alla possibilità di mettere su famiglia e non hanno intenzione di cominciare a produrre figli solo perché qualcuno dice loro che è necessario farlo.
I capi della nuova comunità decidono invece che tutte le gravidanze andranno portate a termine, per permettere alla colonia di continuare ad esistere. Inoltre, per permettere una maggiore mescolanza delle caratteristiche genetiche, ogni donna dovrà avere più figli, ognuno da un uomo diverso.
Tutto ciò è vissuto dalle donne emancipate come un abuso e provoca non pochi problemi esistenziali e di convivenza.
Ovviamente le seccature non finiscono qui.
Il clima del pianeta, pur essendo freddo e umido6, ha rari momenti durante i quali non piove e non nevica e la temperatura sale. Questo provoca la fioritura rapida e massiva di tutte le specie di fiori presenti sulla sua superficie.
Parlare di primavera e di stagione degli amori su un pianeta in fase glaciale è un po' eccessivo quindi, per permettere alle varie specie di procreare, la natura ha trovato un sistema a dir poco stupefacente. Il polline di un particolare fiore7 è di fatto una droga che induce uno stato di esaltazione in chi ne viene a contatto.
Grazie ad esso cadono tutte le barriere: le inibizioni che hanno trattenuto i nostri coloni fino a quel momento vengono portate via dal vento, fattore predominante del fenomeno che viene poi battezzato Vento Fantasma. Liberati gli istinti tutti si lasciano andare alla lussuria più sfrenata, mentre rabbia e collera provocano altre morti e la distruzione definitiva dell'astronave.
Punto a favore del polline è la sua capacità di stimolare i poteri PSI latenti, che sembrano abbondare tra i vari membri della colonia, specialmente tra i rappresentanti del gruppo scozzese.
Questo fatto, unito all'incontro da parte di Judy Lovatt con uno dei rappresentanti della razza indigena, dotata non solo di intelligenza ma anche di notevoli poteri PSI, rappresenta la vera svolta che permetterà alla futura civiltà darkovana di rendersi del tutto aliena agli occhi dei suoi cugini terrestri.
Tra i punti a sfavore del Vento Fantasma troviamo il risultato che il viaggio da esso prodotto comporta nelle reazioni di Padre Valentine. Il religioso si lascia andare a istinti lussuriosi con altri uomini della colonia. Quando il livello di polline comincia a calare lui decide di nascondere il fattaccio uccidendo tutti quelli coinvolti con lui nell'orgia.
Solo quando l'effetto del polline svanisce completamente si rende conto di quello che ha fatto e, per espiare adeguatamente la propria colpa, decide di erigere un monumento ad imperitura memoria del suo crimine, trasportando da solo ogni pietra. Il nome del suo santo protettore, San Cristoforo, il portatore di pesi, darà il nome alla religione dei cristoforos e da lui deriverà quello del santuario dove i monaci dell'ordine vengono addestrati: Nevarsin, ovvero San Valentino delle Nevi.
L'assoluta intolleranza nei confronti dell'omosessualità8 è uno dei temi ricorrenti nella religione dei cristoforos e, purtroppo per loro, anche il marchio che si portano appresso i monaci. Essere definito un portatore di sandali, loro calzatura abituale, è un sinonimo dell'essere gay.
Come effetto collaterale del Vento Fantasma abbiamo già ricordato la distruzione dell'astronave ma, nonostante la follia provocata dal polline ne sia stata la causa scatenante, l'azione viene compiuta coscientemente dal Capitano Leicester.
Grazie all'apertura mentale fornitagli dalla droga, l'uomo riesce a vedere la storia presente e futura della razza aliena che governava il pianeta e, in un lampo di genio, capisce che se il computer della nave continuerà ad esistere tutte le generazioni future saranno asservite ad esso: qualsiasi problema avrebbe la sua risposta e nessuno si preoccuperebbe di trovare soluzioni alternative, finendo per adorare la macchina come una divinità.
La sua distruzione, e il successivo smantellamento del corpo della nave per riutilizzarne il metallo, scarsissimo sul pianeta, cancellerà il ricordo dell'origine extraplanetaria dalla memoria collettiva dei loro discendenti9.
Quando sembra chiaro a tutti che non ci sarà più alcuna possibilità di lasciare il pianeta, i due gruppi decidono finalmente di collaborare in maniera costruttiva e, nel giro di poco tempo, la colonia raggiunge quella solidità che le permetterà di sopravvivere nei secoli.
Seguendo il consiglio di Padre Valentine, che ad un certo punto sembra l'unico dotato di un po' di spirito pratico in tutta la colonia10, le magiche pietre azzurre donate a Judy Lovatt dai rappresentanti della razza locale resteranno un segreto. Mentre sarà proprio sua figlia, nata dall'unione con uno degli alieni, ad introdurre nel sangue degli umani quelle qualità che saranno così apprezzate in futuro.
Passano così i primi quattordici anni. La colonia è ormai fiorente e la comunità vive come una famiglia allargata, grazie alla promiscuità indotta dalla necessità.
In una caverna viene trovato un giacimento di pietre azzurre ma, all'inizio, solo la figlia di Judy ne chiede una per sé da usare come vede fare alla mamma.
E, come si legge nelle ultime righe del libro, solo dopo un secolo i nuovi abitanti del pianeta lo battezzano Darkover11.




1. Tentando un cross-over con Star Trek, citato in alcune introduzioni delle antologie e serie di successo in quegli anni, possiamo azzardare un paragone con il periodo in cui i motori delle navi stellari erano ad impulso, quando il nucleo a curvatura era lontano dall'essere scoperto ma gli umani scorrazzavano comunque per la galassia, cioè circa nel XXII secolo.
2. Per altre informazioni vedere l'articolo dedicato al sistema solare darkovano.
3. Possiamo fare riferimenti anche ad altri libri di MZB che sembrano però inserirsi accanto alla saga. Nel romanzo Perduti nello spazio i vari governi mondiali collaborano alla creazione di squadre di esplorazione che dovrebbero favorire la conquista dell'universo. Gli equipaggi sono costituiti da gruppi polietnici e, nella lettura del romanzo, si nota come questa promisquità di razze e culture non favorisca il lavoro di squadra. Alcune di queste navi vanno perse e l'esperimento non sembra portare al successo. Una nota di colore è il fatto che una dei membri dell'equipaggio protagonista della vicenda abbia i capelli rossi e sia dotata di poteri PSI.
4. Nel libro non viene spiegata esattamente la causa dell'incidente. Per semplificare la spiegazione Camilla parla a Rafael di una tempesta magnetica.
5. Più di una volta è capitato che il nostro eroe, Rafe MacAran, trovasse disdicevole l'abbigliamento di Camilla. Cosa è più scostumato di una divisa con il colletto sbottonato che mette in mostra la camicia sottostante? Inoltre le donne si sentono in più di una occasione inferiori agli uomini, sia come prestanza fisica che come responsabilità.
6. Viene detto che, persino nei momenti in cui il clima raggiunge le punte massime di calore, al suo confronto la Norvegia potrebbe essere classificata come un paradiso per le vacanze estive.
7. Trascuriamo il fatto che MZB descriva tre diversi tipi di fiore (una campanula bianca dal polline dorato e luminoso, piccoli fiori arancioni e campanule grandi e dorate, dal polline profumato). Peccato che nessuno dei tre corrisponda all'idea che ci siamo fatte del Fiordistella.
8. Come omosessualità si intende quasi esclusivamente qulla maschile. Le donne non vengono considerate abbastanza perché una loro tendenza omosessuale possa essere un problema. Il solo interesse di una donna deve essere quello di fare figli, prima ancora che di occuparsi del marito... non certo quello di interessarsi a cose che non riguardino direttamente la prosperità del clan.
9. Anche se gli Aldaran, l'unico clan rimasto sulle montagne che hanno assistito allo schianto della nave, sanno di non essere discendenti degli dei, come invece le altri grandi famiglie affermano.
10. Il religioso decide coscientemente di non importare la religione cristiana, o qualsiasi altra religione della Terra, sul nuovo mondo. Non vuole che le prossime generazioni restino legate ad assurdi pregiudizi o a regole che non possono trovare valore su un mondo così diverso da quello che le ha prodotte.
11. Fortunatamente dovranno passare altri 2000 anni per essere scoperti di nuovo dalla razza umana e moltiplicare così i loro guai.







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