[Home] [Fanfic e Original] [Fanart] [News] [Links] [Glossario] [Mail]
barra spaziatrice
[Stampa] [Scarica] [Elvas fanfic] [Scenario 3]


Titolo: Ricordi del passato
Autore: Sadako
Serie: Darkover di Marion Zimmer Bradley e il gioco "The Elvas Project" ad esso ispirato
Pairing: Brydar x Duane
Spoiler: Inizia l'operazione di seduzione di Brydar su Duane. Si posiziona dopo "L'attendente" di Brydar Elhalyn
Rating: NC-17 - X - Yaoi
Parti: 1
Status: concluso
Disclaimer: tutti i diritti su Darkover sono di Marion Zimmer Bradley e di chi la rappresenta. I personaggi di Elvas appartengono agli autori delle storie che li coinvolgono
Archivio: HSC

barra spaziatrice


: Ricordi del passato :

< Sadako >



Duane se ne stava tranquillo in cucina, la tenda che la separava dalla sala principale tirata a coprire il passaggio. Vicino a lui, Miranda si stava occupando del pasto per quella sera mentre, canticchiando, piegava la biancheria appena ritirata.
«Perché non vai di la?» gli chiese all'improvviso, facendolo sobbalzare.
Duane scosse negativamente la testa. «Non importa,» rispose.
«Ma il padrone ti ha detto di andare, non si arrabbierà poi?»
Il McKee non riuscì a reprimere un sorriso. Per tutti lui era solo uno dei domestici di Brydar, solo con qualche privilegio in più. Non era facile per gli altri del villaggio comprendere che il suo ruolo non era quello di un normale coridom, ma che era qualcosa di più alla pari. Doveva rispettare le richieste del suo superiore ma, se non voleva, poteva anche arrischiarsi a dire di no. Quello che Duane temeva non era lo sfruttamento del padrone sul servo, ma qualcosa di più complesso che non era il caso trattare neppure con i conoscenti.
Per tutti Brydar era l'archetipo del comyn sfruttatore, che prende dal popolo senza preoccuparsi troppo, limitandosi ad approfittare della consuetudine che vuole i comyn delle Torri al servizio della popolazione dell'intero pianeta e che, quindi, l'intera popolazione deve essere grata di dare ai comyn tutto quello che desiderano. Lavorare per lui era sinonimo di sfruttamento e Duane subiva chissà quali soprusi in silenzio.
C'erano voci e pettegolezzi sulle preferenze sessuali di Brydar e lui, abituato dagli anni passati alla Guardia e a Castel Comyn, non si preoccupava di smentirle o confermarle. In pubblico nulla nel suo comportamento poteva far pendere la bilancia da un lato o dall'altro.
Mikhail, impegnato nella stanza accanto nella descrizione dei dormitori che i monaci di Nevarsin offrivano agli ospiti, sapeva che quello che si diceva corrispondeva al vero ma, essendo stato additato anche lui con gli stessi appellativi per molto tempo, non si dava troppi problemi e ammirava la tenacia dell'altro nel mantenersi così... neutrale.
Quello che metteva a disagio Duane non era il pensiero del compatimento che suscitava negli altri. Fare da attendente era il solo mestiere che aveva imparato. Qualsiasi offerta di un lavoro da parte degli zii gli sarebbe sembrata solo una sorta di carità nei suoi confronti, dovuta dal legame di famiglia. Invece poteva dire di aver scelto perché adatto al lavoro propostogli e non solo per il nome che portava.
Il vero problema era l'idea che non fosse stata la sua preparazione la causa scatenante la scelta di Brydar... e la cosa che lo metteva in subbuglio era la certezza di provare una sorta di orgoglio per il fatto che, comunque, Brydar avesse scelto lui e non suo fratello o qualcun altro più adatto allo scopo.
Erano trascorse due settimane dal suo trasferimento nella casa di Brydar e, giorno dopo giorno, la vicinanza del comyn si era fatta sempre più presente. Mentre Duane, ogni volta, si sentiva in colpa per l'eccitazione che provava alla sensazione del suo sguardo o delle sue mani sul suo corpo.
E tutto questo al pensiero che accettando le attenzioni del comyn lui stava tradendo il sentimento che sentiva di provare per Patrick.
«Lo sguardo che hai quando lo incontri sembra quello di un cucciolo che vuole compiacere il padrone,» l'aveva ripreso più volte Brydar, dicendogli chiaramente che il suo comportamento era tutt'altro che onorevole.
Duane si chiudeva tutte le volte in un silenzio ostinato, cercando di non far trapelare nessuna delle emozioni che provava tutte le volte che Pat lo incontrava. Era a conoscenza del fatto che Brydar nutriva un odio profondo per il rosso, anche se neppure lui sapeva spiegarsi il perché, e gli era grato quando non si produceva in altri commenti gratuiti su di lui.
Da quando Duane aveva aperto il suo animo a Pat c'era stato una sorta di raffreddamento tra di loro. Il loro rapporto di amicizia non era mutato ma, tutte le volte che non erano soli, sembrava quasi che Pat fosse a disagio. Inoltre, negli ultimi giorni, Duane aveva notato crescere una certa simpatia tra di lui e Daenerys Hastur. La cosa ancora peggiore era che, quando a Duane capitava di incontrali insieme, Pat cercava sempre di giustificare la situazione in ogni modo possibile.
Ovviamente Brydar aveva notato ogni cosa e sapeva benissimo che sarebbe stato facile smontare l'immagine che Duane aveva dell'altro giovane, invece nulla. Si limitava a rimproverarlo per i suoi atteggiamenti e... aspettava.
Quel pomeriggio, senza invito ovviamente, Mikahil si era presentato alla porta di Brydar trascinandosi dietro un riluttante Kennard, con la scusa che era arrivato il momento di "ricordare di bei vecchi tempi".
Duane era restato con loro solo il tempo di spiegare chi fosse il capo della sua squadra e con chi avesse prestato servizio poi, trovandosi scarsamente a suo agio con i tre nobili, si era rifugiato in cucina, ad osservare Miranda sfacchinare su panni e fornelli.
Gli altri tre avevano più aneddoti in comune e anche Mikhail, che continuava a ripetere che ai suoi tempi le cose erano completamente diverse, conosceva almeno la metà dei nomi citati dagli altri due. Lui aveva passato solo un anno a Thendara, senza riuscire a familiarizzare con la maggior parte dei suoi compagni di camerata. Solo un paio di amici con cui aveva condiviso molte esperienze.
Brydar si era informato anche di questo, durante la prima settimana, e Duane aveva pensato che lo stesse facendo per essere certo di non stare camminando su un terreno del tutto vergine.
Ascoltando le voci dei tre uomini provenire dalla stanza accanto, mescolate al canto sommesso di Miranda, Duane si ritrovò a pensare al pomeriggio precedente, estraniandosi completamente da quello che lo circondava.
Lui e Brydar stavano sistemando la piccola stalla dove il cavallo del comyn era stato alloggiato. Brydar, appoggiato alla parete, guardava Duane sistemare alcune balle di fieno nell'angolo più riparato della costruzione. Duane, dopo i primi minuti, aveva bloccato completamente le sue percezioni per impedirsi di pensare e non si era accorto dell'avvicinarsi dell'altro se non fino a quando aveva sentito il calore del suo corpo contro il suo.
Durante il lavoro Duane si era tolto, uno dopo l'altro, tutti i capi più pesanti e alla fine si era ritrovato solo con indosso la pesante camicia di flanella e un giubbetto senza maniche di pelle morbida. Brydar lo aveva afferrato da dietro, passandogli le mani sui fianchi mentre sfilava la camicia dai pantaloni, e aveva posato le mani sulla sua pelle accaldata.
Il brivido che aveva percorso la schiena di Duane non era dovuto solo al contatto con le mani gelide, Brydar aveva avvicinato le labbra al suo collo, sfiorandolo fino ad arrivare all'orecchio.
Duane aveva lasciato il forcone ed aveva posato le mani sulla parete del capanno, cercando di sottrarsi al contatto ma, come unico risultato, aveva ottenuto quello di trovarsi schiacciato tra il pannello di legno e il corpo dell'altro. La lingua di Brydar stava stuzzicando il lobo del suo orecchio mentre le sue mani, notevolmente riscaldatesi, si stavano spostando lentamente verso il torace, tormentando la pelle con le unghie e provocandogli brividi di piacere.
Una mano si era fermata sul torace, accarezzandone la curva, mentre l'altra era scesa verso il basso, passando lieve sulla muscolatura dell'addome e insinuandosi sotto la cintura. Il bacino premuto contro il suo non lasciava dubbi riguardo l'interesse che Brydar stava provando in quel momento e Duane era sicuro che quella volta non si sarebbe fermato.
Invece... Miranda li aveva chiamati, avvisandoli che la cena era pronta e che lei stava per andarsene.
Brydar aveva morsicato il lobo dell'orecchio di Duane, sussurrandogli che quello non era che l'inizio, poi si era allontanato da lui, lasciandolo fremente e disorientato, ancora appoggiato alla parete della stalle.
Il comyn aveva atteso qualche istante prima di rientrare in casa, anche se la lunga casacca copriva senza problemi qualsiasi traccia della sua eccitazione, il volto arrossato e accaldato lo avrebbe sicuramente tradito.
Quella sera avevano mangiato in silenzio e, contravvenendo all'abitudine che si era venuta a creare in quelle settimane, Brydar aveva deciso di ritirarsi immediatamente, lasciando Duane nella confusione più totale.
«... per domani?» Miranda aveva ripetuto più volte la domanda, senza ottenere nessuna risposta e, alla fine, si era avvicinata al ragazzo e lo aveva scosso violentemente. «Duane? Ti sei addormentato?»
Il McKee era tornato immediatamente alla realtà. «Stavo pensando,» rispose, sperando che nulla di quello che gli era passato per la testa fosse stato percepito dai tre telepati nella stanza accanto.
«Ti ho chiesto se per domani avete delle necessità particolari,» ripeté la donna. «Alyson mi ha chiesto una mano alla locanda e speravo che, almeno per un giorno, voi due riusciste a sopravvivere senza la mia presenza.»
Duane si strinse nelle spalle. «Per me non ci sono problemi,» le disse. «Credo neppure per Brydar, anche se ti tratterrà la paga della giornata.»
Miranda ridacchiò, raccogliendo le sue cose e preparandosi a tornare a casa. «Questo era certo,» disse uscendo. «Saluta il padrone per me.»
Duane sventolò una mano in saluto e, a malincuore, si alzò e raggiunse i tre uomini nella stanza principale.


barra spaziatrice

Come prevedibile, i due ospiti si fermarono anche per la cena, frastornando Duane e Brydar di chiacchiere. Il colpevole principale fu Mikhail, il cui bagaglio di pettegolezzi e aneddoti faceva concorrenza con quello della Vedova.
Kennard si limitò a parlare della sua tenuta e di come fosse stata capace sua sorella di governarla in assenza sua e del padre. L'Hastur si diceva felice di essere arrivato ad Elvas ma, doveva ammettere, la vita che aveva scoperto come proprietario terriero un po' gli mancava. Soprattutto da quando non aveva più l'esclusiva dell'attenzione di Daenerys.
L'accenno alla donna e al suo nuovo interesse fece sprofondare Duane in una cupa nuvola di malinconia. Brydar trattenne un sospiro sconsolato. Pur essendo perfettamente a conoscenza dei fatti che avevano turbato la tranquillità della Torre quando, dopo il Vento Fantasma, era divenuta di dominio pubblico la notizia che la dolce Daenerys aveva scelto come compagna Kasentlaya, Duane continuava a pensare al prestante Patrick tutte le volte che si parlava di coppia e di Daenerys. Per questo, sapendo che la cosa lo avrebbe fatto innervosire, Brydar si lasciò andare a qualche commento poco gentile nei confronti della coppia che lei e il suo bel spasimante sembravano formare, soprattutto pensando invece alla spensieratezza della donna quando era in compagnia delle sue amiche, ricevendo in cambio una gelida occhiataccia da parte di Mikhail.
Prima che il discorso precipitasse, i due telepati decisero che era giunta l'ora di tornare verso la Torre, liberando i loro ospiti dalla loro presenza. Brydar non cercò di trattenerli e Duane riprese un po' di vigore quando si trattò di congedarsi da loro.
Restati nuovamente soli, il suo umore tornò a precipitare e, sprofondando su una delle sedie imbottite sistemante davanti al camino, si rinchiuse nel suo mutismo.
«Forse è meglio andare a dormire,» commentò Brydar. «Ci penserà Miranda a sistemare, domani.»
Duane si alzò, sbuffando. «Domani Miranda non viene,» lo informò, gustando l'espressione tra lo stupito e il contrariato che era comparsa sul volto del padrone. «Alyson ha bisogno e ha deciso che preferisce andare da lei, piuttosto che venire qui.»
Brydar si sedette sulla sedia lasciata libera da Duane. «Che faccia quello che vuole, però...»
«Le tratterrai un giorno dalla paga. Lo sa, non ti preoccupare.»
Ridacchiando il McKee cominciò a sparecchiare la tavola, portando le stoviglie in cucina e mettendole a mollo nell'acqua. «Ormai ti conosce bene anche lei.»
Duane sistemò rapidamente le faccende. Brydar lo osservava comodamente seduto, ammirando l'abilità con cui riusciva a compiere lavori a cui lui non aveva mai pensato neppure di avvicinarsi. Ma, quando il giovane iniziò a riporre le bevande e gli alimenti avanzati nel ripostiglio che avevano ricavato da una rientranza nel muro, decise che quella sera le cose sarebbero andate diversamente.
Come il pomeriggio precedente, Duane sentì la presenza alle sue spalle solo quando le mani si posarono su di lui.
Trattenne a stento un singulto ma non riuscì a sfuggire alla stretta. Brydar lo aveva bloccato contro la parete, immobilizzando le mani contro la scaffalatura e premendo ogni centimetro del proprio corpo contro di lui.
Questa volta non si perse in sottigliezze. Brydar cominciò a baciare e mordicchiare il collo e le orecchie di Duane, strappando gemiti ad ogni morso più forte del previsto e, quando sentì che cominciava ad opporre meno resistenza, lasciò le braccia e scese ad afferrare la camicia, strappandola fuori dai calzoni.
Le mani artigliarono la carne del petto, lasciando segni profondi sulla pelle. La camicia, completamente aperta, era solo un ostacolo e Brydar la sfilò completamente. Accarezzando i fianchi e l'addome, le mani di Brydar si fermarono sulla cintura e, lentamente, cominciarono ad aprirla. Rimuovendo anche quell'ostacolo, Brydar infilò le mani dentro i pantaloni, allargandoli e facendoli scendere lungo i fianchi. Quando le mani arrivarono a sfiorare l'interno delle cosce, Duane si inarcò all'indietro, schiacciandosi contro il corpo di Brydar.
«Non è la prima volta, vero coileán?» gli sussurrò all'orecchio, riportando le mani verso l'alto, sfiorandogli appena l'inguine e il membro irrigidito, facendogli sfuggire altri gemiti dalle labbra serrate.
Le mani di Duane scesero verso il basso, nel tentativo di bloccare quelle di Brydar prima che andasse oltre ma il comyn fu più veloce e gli afferrò i polsi, costringendolo a girarsi con le spalle al muro. Duane si afferrò alle sue spalle, strattonando il tessuto della camicia, senza lasciar comprendere a Brydar se il gesto fosse un tentativo di allontanarlo o di portarlo più vicino a sé.
Brydar si chinò a baciargli il collo, scendendo verso il torace, leccando con la punta della lingua la pelle accaldata e sudata. Il gusto salato risvegliò ancora di più la sua fame e, passandogli le mani sotto sollevò il suo bacino, in modo da farlo inarcare e offrire alla sua bocca i capezzoli induriti dall'eccitazione.
Lasciando che le dita continuassero a tormentarlo, Brydar tornò ad afferrare il lobo di un orecchio. «Spogliami,» gli disse con tono deciso. «Toglimi la camicia.»
Duane deglutì a vuoto, umettandosi le labbra con la lingua. Con gli occhi fissi in quelli dell'altro cominciò lentamente a slacciare le chiusure, passando le mani sotto il tessuto non appena il primo varco fu aperto. Il contatto diretto con la pelle fece inarcare la schiena di Brydar che, in risposta, afferrò più saldamente i glutei di Duane, portando il suo inguine a sfregare contro i suoi fianchi.
Duane finì di sfilare completamente la camicia e, senza la necessità di altri suggerimenti, si avvinghiò a lui, baciandogli il collo e le spalle, lasciando che le mani scendessero verso la cintura per spogliarlo completamente. Brydar lo lasciò fare, assaporando il contatto con le sue mani e con le labbra calde e umide.
Solo quando si ritrovarono entrambi completamente nudi, lo tirò verso di sé, spingendolo poi verso la stanza accanto e il divano che si trovava poco distante dal camino. Lo spinse contro di esso, costringendolo a sdraiarsi, e si sedette accanto a lui, chinandosi per continuare a baciare e tormentare i capezzoli e la pelle delicata dell'addome.
Duane strinse con forza tra le mani i capelli di Brydar, costringendolo a lasciare la presa e portandolo verso di sé. In modo che si sdraiasse sopra di lui. L'operazione riuscì solo a metà perché Brydar non voleva assecondarlo del tutto.
Si distese su di lui, continuando ad accarezzarlo e scendendo con una mano verso l'inguine, afferrando e stimolando il membro inturgidito di Duane, che aveva cominciato a muoversi, sfrenandosi contro l'inguine e la mano di Brydar, cercando nel contempo uno spazio sufficiente tra i loro corpi per infilare una mano e rendere lo stesso servizio a Brydar. Ma il comyn gli impediva qualsiasi movimento che non fosse quello del suo basso ventre.
In preda alla frustrazione, le unghie di Duane si piantarono nella sua schiena e, in risposta, Brydar morse con più violenza la sua spalla, ottenendo come risultato un gemito di piacere invece che un lamento.
Brydar avvicinò il volto a suo, accarezzando con due dita le labbra secche e inturgidite di Duane. «Fin dove sei in grado di arrivare?» gli chiese con voce roca.
Duane afferrò le sue dita, succhiandole e mordendole fino a quando Brydar non le sfilò dalla sua bocca. «Non capisco...»
In risposta le mani di Brydar scese lungo la sua schiena, graffiando la pelle mentre passava, fino ad arrivare al solco tra i glutei. Con una sollevò una gamba, allargando così lo spazio, mentre le dita dell'altra esploravano la zona con interesse.
Ancora umide della saliva di Duane, le dita di Brydar forzarono l'apertura e penetrarono nel corpo del ragazzo che, istintivamente, si irrigidì.
«Questo,» sussurrò Brydar all'orecchio di Duane. «Nessuno l'ha mai fatto con te?» Duane scosse la testa negativamente, mordendosi le labbra per impedirsi di gemere. «Ma noi non abbiamo fretta, vero coileán
Duane cercò di divincolarsi. «Non sono il tuo cucciolo!» sibilò irritato.
Brydar estrasse le dita e riportò le mani sul membro ancora irrigidito. «Sei solo un cucciolo impertinente,» rispose, stringendolo alla base e cominciando ad accarezzarlo con più vigore.
Duane si inarcò ancora di più, afferrandosi alla schiena di Brydar e alla spalliera del divano. La mano di Brydar continuava a sfregarlo con insistenza e vigore, stringendo e rilasciando le dita a seconda della risposta che sentiva provenire dal suo corpo. Solo quando sentì che ormai mancava poco al culmine, lasciò che la mano di Duane lo raggiungesse e rallentò di poco i movimenti, per impedirgli di venire prima del necessario.
Nel momento in cui Duane lo aveva afferrato, il membro di Brydar si era inturgidito del tutto, irrigidendosi completamente sotto le sue dita. La mano del giovane aveva cominciato a scorrere su tutta la sua lunghezza, strappandogli alcuni gemiti sommessi.
La testa di Brydar affondò nell'incavo della spalla di Duane e il comyn si trattenne a stento dal conficcare ancora una volta i denti nella pelle candida del collo. Non voleva distrarlo troppo, anche se il movimento ritmico della sua mano denotava una certa abilità.
Quando si sentì vicino all'orgasmo, Brydar strinse nuovamente le dita sul membro di Duane, facendolo inarcare. Bastò solo quel gesto a farlo venire, liberando il suo seme contro l'addome dell'altro e il calore dell'orgasmo, insieme all'espressione sul volto di Duane, bastarono a Brydar per venire a sua volta.
I due restarono straiati uno sull'altro, privi di forza, ansimando per lo sforzo fatto e accaldati. Dopo qualche istante Brydar trovò l'energia per allungare una mano oltre la testa di Duane dove, su un basso tavolino, erano appoggiate alcune coperte di lana pronte per ogni evenienza. Con difficoltà riuscì a stenderne una sui loro corpi sudati, per poi ripiombare su Duane non appena portata a termine la complicata azione.
Il respiro ritmico e sommesso di Duane gli fece capire che il giovane si era addormentato. Brydar si sollevò sui gomiti per guardarlo in volto. Le guance arrossate, il fantasma di un sorriso imbronciato sulle labbra. Era da giorni che Duane temeva qualcosa di simile ma, dalla sua espressione, non gli sembrava che la cosa l'avesse deluso alla fine.
Tornò a stendersi su di lui, cercando di riprendere un po' di fiato. Se si riducevano in quello stato solo per una sveltina del genere, cosa avrebbero fatto quando sarebbe venuto il momento di un rapporto completo.
Ridacchiando, Brydar si sollevò, scoprendo Duane che, al contatto con l'aria fredda, si girò di lato rannicchiandosi. Brydar passo una mano lungo la schiena del ragazzo, soffermandosi per un istante sui fianchi. Sarebbe stato interessante vedere cosa avrebbero fatto in quel momento.
Alzandosi, stiracchiando i muscoli intorpiditi, Brydar prese la coperta e la distese su Duane, fino a coprirlo completamente. Stava già per allontanarsi verso al sua stanza quando, in un impeto di bontà, prese una delle pellicce posate sulla cassapanca della cucina e distese anche quella sul giovane addormentato.
Lanciandogli un'ultima occhiata, Brydar si chiuse dietro la porta e si infilò nel letto, senza lavarsi. Passò una mano sul ventre, dove il seme di Duane aveva cominciato a seccarsi. Non voleva cancellare subito l'odore della sua vittoria. Era improbabile che, una volta svegliatosi, Duane lo raggiungesse nella sua stanza. Sarebbe corso in camera sua, per distendersi nel suo piccolo letto a ripensare a quello che era accaduto quella sera. Fino a quel momento non voleva che prendesse freddo... sarebbe stato un peccato e lo avrebbe costretto a spostare troppo avanti i suoi piani per le prossime serate.
Quella sera era stata solo vinta la prima battaglia, la guerra sarebbe stata ancora molto lunga e faticosa per entrambi.














HotSpringCircle & SDE Creations © 2002 - 2004
© Sadako