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Titolo: Prova di coraggio
Autore: Sadako
Serie: Darkover di Marion Zimmer Bradley e il gioco "The Elvas Project" ad esso ispirato
Pairing: Brydar x Duane
Spoiler: posizionato tra la crisi di coppia dei due e il tentativo di Shann di uccidere Brydar
Rating: NC-17 - PWP - Yaoi
Parti: 1
Status: concluso
Disclaimer: tutti i diritti su Darkover sono di Marion Zimmer Bradley e di chi la rappresenta. I personaggi di Elvas appartengono agli autori delle storie che li coinvolgono
Archivio: HSC

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: Prova di coraggio :

< Sadako >



Il rumore delle imposte che venivano aperte nella stanza accanto svegliò definitivamente Duane dal dormiveglia in cui si era crogiolato nelle ultime ore.
Brydar si era allontanato da lui nel sonno ma, verso mattina, il comyn si era tornato a girare dalla sua parte e lo aveva abbracciato da dietro, stingendolo contro di sé con decisione.
In principio Duane si era lamentato. I movimenti di Brydar lo avevano svegliato e, cercando di divincolarsi, aveva tentato di ritrovare una posizione che gli permettesse di riaddormentarsi. La stretta di Brydar si era fatta più decisa e, ben presto, Duane si era accorto che la vicinanza dei loro corpi aveva provocato un discreto effetto nell'altro. Non voleva svegliarlo, così era restato così immobile, sorridendo alla sensazione che il membro irrigidito del compagno gli provocava e immergendosi nei frammenti di sogno che di tanto in tanto sfuggivano alla mente dell'altro.
«Cosa hai da sorridere?» gli chiese Brydar, svegliato anche lui dai rumori provocati dall'arrivo di Miranda.
«Mi chiedevo con chi stavi sognando di essere...» Il giovane si divincolò un poco dalla stretta, girandosi faccia a faccia con lui, lasciando che una gamba scivolasse tra le sue sfregando contro l'erezione, e assaporando l'espressione quasi sorpresa sul volto del compagno.
«Non ricomincerai con le tue ossessioni?» ribatté Brydar, afferrando le mani di Duane, bloccandolo sotto di lui. «Probabilmente ti stavo immaginando mentre di divertivi con qualche amichetto,» gli sussurrò all'orecchio, scivolando poi lungo il collo a baciare l'incavo della spalla.
Duane arrossì al pensiero. «Lasciami,» disse, cercando di divincolarsi senza troppa convinzione. «Stai diventando un pervertito!»
Brydar rotolò di lato invertendo la posizione, stringendo il corpo affusolato di Duane tra le gambe. «E la cosa ti dispiace, immagino...»
Per tutta risposta, Duane si chinò su di lui, stuzzicando le sue labbra con la punta della lingua, evitando di rispondere ai suoi inviti ad entrare fino a quando, afferrandolo per i capelli, Brydar lo costrinse contro la sua bocca, baciandolo fino a quando Duane non riprese il sopravvento, coinvolgendolo in un bacio più lungo e profondo.
«Non imparerai mai,» sospirò il McKee quando si staccarono, appoggiando la testa sul suo petto e abbandonandosi contro di lui.
Brydar ridacchiò, costringendolo a spostarsi e alzandosi. «Chi ha detto che voglio farlo? Mi pare che tu sia abbastanza abile per entrambi.»
Il comyn evitò il cuscino che gli era stato lanciato contro e, indossando la pesante veste da camera, uscì dalla stanza, diretto al bagno.
«Ben svegliato, padrone,» Miranda lo salutò dalla cucina, voltandosi solo per un istante per controllare chi dei due si fosse alzato per primo. «Qualche preferenza per il pranzo?»
«No,» rispose Brydar entrando nella piccola stanza da bagno. «Senti da Duane, se deciderà di alzarsi.»
Il McKee apparve solo pochi istanti dopo, borbottando tra sé commenti poco gradevoli all'indirizzo dei comyn e della famiglia di Brydar in particolare.
«Cucina quello che preferisci, Miranda,» rispose, prima ancora che lei gli rivolgesse parola. «Tanto quello non capirebbe la differenza.»
Miranda lo osservò entrare a sua volta nel bagno, dove lo spazio doveva essersi già ridotto notevolmente per la presenza di Brydar. Sospirò tristemente e, scrollando le spalle, riprese il suo lavoro ai fornelli.


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«Non potevi aspettare?» il tono di Brydar non era eccessivamente seccato e non meritava risposta. Dandogli le spalle, Duane attivò la pompa facendo fuoriuscire abbastanza acqua per entrambi e, senza preoccuparsi troppo, iniziò le abluzioni del mattino. Brydar scosse la testa, continuando in quello che stava facendo, attendendo con pazienza che l'altro finisse per prendere il suo posto.
Dopo qualche minuto, le posizioni invertite, Brydar stava decidendo se era il caso di farsi la barba o se, vista l'inattività prevista per la giornata, poteva soprassedere. Si accorse delle mani di Duane sulla cintura della sua veste solo quando essa cadde a terra ai suoi piedi.
«Duane,» sospirò quasi irritato. «Cosa hai intenzione di fare?»
Alle sue spalle Duane cercava di mantenere un'espressione seria e impenetrabile, senza riuscirci troppo bene. «A te cosa sembra?»
Appoggiato contro il bordo del piccolo lavabo in legno, Brydar non riuscì a reprimere un gemito quando le mani fredde di Duane si infilarono sotto la sua veste, accarezzando il torace e stuzzicando i capezzoli resi duri dal freddo e dall'eccitazione.
«Non provocarmi, coileán,» la voce si era fatta più roca, le mani artigliate al bordo della vasca.
Duane fece scivolare un poco la veste di Brydar, scoprendone le spalle e baciando la pelle delicata del collo. Le mani, nel frattempo, erano scese più in basso, fermandosi a disegnare con la punta delle dita i muscoli dell'addome, provocandogli piccoli spasmi e brividi lungo tutto il corpo. Mentre i denti affondavano nella carne morbida delle spalle, le mani scesero ancora, trovando il pene eretto e turgido.
Duane percorse l'erezione con la punta delle dita, scivolando lentamente per tutta la lunghezza del membro, senza stringere o stimolare per accentuarne la reazione. Continuò per qualche istante ma, prima che le reazioni di Brydar alle sue carezze diventassero irreversibili, si allontanò da lui, lasciandolo eccitato e insoddisfatto.
«Duane!» C'era una traccia di odio nella voce di Brydar quando, sorridendogli seraficamente, il McKee si apprestò ad uscire dal bagno.
«Non vorrai farlo con Miranda in casa?» chiese scandalizzato il giovane. «Cosa penserebbe?»
Solo una parete e pochi metri di spazio li separavano dalla donna affaccendata in cucina.
Duane era già fuori nel corridoio, diretto alla camera per terminare di vestirsi, quando si sentì afferrare e sbattere contro il muro. Le mani di Brydar bloccarono le sue dietro la schiena e, per impedirgli di muoversi, sfilò la cintura della veste di Duane e la avvolse attorno ai polsi del McKee.
«Brydar! Cosa diav...»
Il comyn gli impedì di finire la frase, chiudendogli al bocca con un bacio, spingendo la propria lingua in profondità. Poi, mentre Duane deglutiva e cercava di riprendere fiato dopo l'assalto inatteso, aprì del tutto la veste e gli afferrò con decisione le natiche.
«Non puoi,» la voce era bassa. «Se Miranda ci sente... qui dietro...»
Brydar gli chiuse la bocca con una mano. «Stai zitto, se non vuoi che ti imbavagli!» Le pupille di Duane si ingrandirono all'idea e Brydar non capì se la cosa lo spaventasse o, invece, lo eccitasse ulteriormente.
«Non puoi provocare e poi tirarti indietro, lo sai,» gli sussurrò all'orecchio, sollevandogli una gamba e percorrendo il solco tra le natiche con le dita. «Una volta che hai portato un uomo al culmine dell'eccitazione devi finire...»
Duane deglutì a vuoto, mentre le dita di Brydar lo stuzzicavano, impregnate degli olii da bagno con cui poco prima aveva idratato la pelle irritata dal freddo. Si morse le labbra per trattenere qualunque suono, quando il primo dito lo penetrò, provocandogli una nuova ondata di calore lungo il corpo.
«Cosa faresti se mi fermassi adesso?» Brydar estrasse il dito, godendo dell'espressione contrariata di Duane, subito sostituita da una di massima preoccupazione quando Miranda fece cadere qualcosa oltre la parete.
Il comyn ridacchiò divertito. Senza forzare troppo, lo penetrò nuovamente, un secondo dito dopo il primo. Duane si inarcò contro la parete, spingendo il bacino contro il suo, il pene eretto che sfregava contro quello del comyn.
«Dimmi cosa vuoi,» gli sussurrò all'orecchio. Con la mano libera gli afferrò la base del pene e lo sfregò con decisione, come per sollecitare una risposta.
«Le mani...» ansimò Duane, «liberami le mani...» Brydar sorrise e, estraendo le dita dal corpo di Duane, risalì lungo la sua schiena sciogliendo il nodo che bloccava il laccio.
Duane si aggrappò alle spalle di Brydar, spingendosi contro di lui, cercando un maggior contatto.
«Adesso?» La mano era scesa nuovamente sul sedere del McKee e, piano, stava scivolando nella posizione che aveva appena abbandonato. «Continuo così?»
«No,» Brydar si fermò, in attesa. In risposta Duane si strinse ulteriormente a lui.
«Lo vuoi davvero?» Chiese ironico, passando entrambe le mani sotto le cosce di Duane, pronto a sollevarlo. «Qui... con Miranda dietro l'angolo?»
Duane si lasciò sollevare, circondando la vita di Brydar con le gambe e afferrandosi saldamente alle sue spalle. «Se dicessi di no me la faresti pagare...»
«Ci puoi scommettere, coileán,» gli sussurrò il comyn all'orecchio, mentre assestava le gambe di Duane sui suoi fianchi.
Bloccandolo contro la parete, gli allargò nuovamente le natiche, lasciando che il pene scivolasse lungo il corpo di Duane, stuzzicandolo ancora senza dargli però soddisfazione. Quando gli sembrò che il giovane avesse sofferto abbastanza, aiutandosi con una mano, Brydar cominciò a penetrarlo.
In quel momento, un lamento disperato di Miranda fece eco alla porta sbattuta della cucina.
Duane si irrigidì di colpo e anche Brydar rimase immobile, in attesa.
Keith era piombato in casa e, come sempre, stava pesantemente corteggiando la povera Miranda che, come d'abitudine, lo stava minacciando con altrettanto ardore.
«La cosa si fa ancora più interessante,» Brydar aveva ripreso a muoversi, con lentezza e assaporando la tensione e la paura che rendevano la cosa ancora più eccitante.
«No, Brydar... non con Keith... ti prego... non qui...» ma le reazioni del suo corpo contrastavano nettamente con le richieste.
Il comyn si fermò ancora. Lasciando libero il compagno e permettendogli di rimettersi in piedi.
«No...» disse piano, passando la punta della lingua sul collo di Duane, fino all'orecchio. «O non qui?»
Duane deglutì, valutando rapidamente la cosa. Non c'era nessun ambiente che potesse dargli sicurezza. Forse le stalle, ma sarebbero dovuti passare dalla cucina e, in quello stato, sarebbe stato peggio che essere scoperti.
«Dove vuoi, ma ti voglio!»
Brydar sorrise. La tentazione era quello di lasciarlo lì, accaldato e pronto a riceverlo ma senza nessuna speranza di soddisfazione, ma, arrivati a quel punto, erano entrambi troppo eccitati per poter lasciare la cosa in sospeso.
Duane si divincolò dalla stretta e, tirandosi dietro il compagno, rientrò nella camera. Non fece in tempo a sdraiarsi sul letto. Brydar lo strattonò per un braccio, bloccandolo spalle alla porta, pronto a riprendere la posizione che avevano appena lasciato.
«Non mi sembrava che ti dispiacesse,» sembrò giustificarsi. «Ma se preferisci cambiare...»
Senza troppi complimenti Brydar lo spinse contro la spalliera del letto, allungandogli le braccia in avanti, in modo che potesse afferrarsi al legno, mentre lui intingeva le dita in uno dei vasetti colmi di unguenti sparsi sulla cassettiera a lato della porta.
Duane si arrese, posando la fronte sulle braccia incrociate sopra la spalliera e lasciando che Brydar controllasse che l'ambiente fosse ancora ospitale come pochi istanti prima. L'esplorazione non doveva averlo soddisfatto perché, senza troppa difficoltà, allungo di nuovo la mano verso l'alta cassettiera e prelevò un'altra dose abbondante di crema da uno dei contenitori posati sul piano più alto. Fu solo un'inutile precauzione perché, quando lo penetrò, il suo membro non trovò resistenza.
Duane cercò di trattenere qualunque gemito, mentre Brydar si spingeva in profondità, afferrando nel contempo il suo pene e stimolandone l'erezione.
Dall'altro lato della porta, Miranda e Keith stavano continuando a discutere. Il fratello si chiedeva perché mai loro due tardassero così tanto e, chinandosi su di lui, anche Brydar chiese a Duane la stessa cosa.
«Non dire assurdità,» ansimò Duane, spingendosi indietro contro Brydar, perché aumentasse le spinte.
Il comyn non si fece ripetere l'invito, mentre il McKee cercava di non farsi spingere in avanti e di ottenere così una maggiore penetrazione. La mano di Duane raggiunse quella di Brydar e, senza troppi complimenti, cambiò il ritmo ai suoi movimenti, rendendoli simili a quelli del corpo.
"Il cucciolo si è fatto esigente," la mente di Brydar era penetrata in quella di Duane con la stessa decisone con cui lo aveva preso fisicamente e il compagno avvolse la sua presenza travolgendolo con le sensazioni che si stavano accumulando al suo interno.
"Non mi pare che la cosa ti dispiaccia," ribatté lui, irrigidendosi al sopravvenire dell'orgasmo.
Brydar sentì la mano inondata dal seme caldo del compagno e, dopo poche altre spinte, si liberò all'interno del suo corpo, stringendolo a sé con forza un attimo prima di venire.
Con fatica, ma troppo incerti per restare in piedi in quella posizione, i due si distesero sul letto sfatto, ansimando e assaporando gli ultimi brandelli delle sensazioni che, dopo il raggiungimento dell'orgasmo, ancora vagavano nelle loro menti.
Duane aveva posato la testa sul petto di Brydar che, abbracciandolo alle spalle, stava accarezzandogli piano i capelli. Un ennesimo acuto di Miranda portò Duane a nascondere il volto nell'incavo della spalla di Brydar che, ridacchiando, continuò ad accarezzargli il capo.
«Dovrebbe venirci a trovare più spesso, tuo fratello...» sospirò Brydar, «trovo la sua presenza più stimolante di quella di Miranda.»
Duane si sollevò, sdraiandosi sopra il compagno e fissandolo con divertimento. «Se ti serve la loro presenza per eccitarti... allora devo cominciare ad essere preoccupato!» Il tono era fintamente preoccupato, mentre una mano scendeva ad accarezzare l'inguine di Brydar.
Il comyn bloccò la mano prima che raggiungesse l'obiettivo e, ribaltando la posizione, gli bloccò le braccia sopra la testa.
«Non lo sarai mai abbastanza, Duane... per questo dovremo esercitarci più spesso...» si chinò su di lui, lasciando che il bacio partisse in contemporanea da parte di entrambi. "Molto spesso..."














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