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Titolo: Bellatrix - Capitolo 3
Autore: Genkai
Serie: Saint Seiya (dal manga/anime di Masami Kurumada)
Pairing: solo implicato Shun x Hyoga
Spoiler: nessuno in particolare, il racconto si posiziona tra la battaglia al Grande Tempio e quella ad Asgard
Rating: PG 13
Parti: 6
Status: in lavorazione
Archivio: HSC

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: Bellatrix :

< Genkai >



Capitolo Terzo

Nuova Luxor

Mi trovo all'ingresso di un grande palazzo, neanche ad Asgaard ne ho visti così, ha un giardino immenso e pieno di fiori. Mi si avvicina un tipo alto vestito di nero con degli occhiali scuri, mi parla in una lingua che non capisco. Gli rispondo che voglio vedere il Cavaliere di Andromeda, ma come io non capisco lui, lui non capisce me. Prende da una tasca uno strano aggeggio e ci parla dentro. Non capisco niente di quel che succede. In che razza di posto sono capitato?
Da uno scalone scende un altro tizio vestito di nero con occhiali scuri, questo è completamente pelato, parla un po' con l'altro e poi si rivolge a me in un altra lingua rispetto al tizio di prima, ma anche questa è incomprensibile, anche a lui dico che voglio vedere il Santo di Andromeda.
«But it's ancient Greek, maybe one of the boys can understand what he's saying. Call Igor or Shun!»
Forse ha capito qualcosa di quel che ho detto, l'altro parla di nuovo nell'aggeggio che aveva in tasca e poco dopo in cima alla scalinata compare il cavaliere dei ghiacci eterni. Quando mi vede non sembra molto contento.
«Here I am, Mylock, what's up?»
«That guy speaks ancient Greek, I don't understand him, but you can.»
«Ok,» si gira verso di me e finalmente si mette a parlare in una lingua comprensibile.
«Cosa ci fai qui, Cavaliere?» Il suo tono è ostile.
«Devo vedere il Cavaliere di Andromeda.»
«Cosa vuoi da Shun?»
«Questo non t'interessa.»
«M'interessa eccome, specie se un nemico di Lady Saori si presenta alla nostra porta.»
«Ti ho detto che voglio parlare con il Cavaliere di Andromeda, della tua padrona non m'interessa nulla, in questo momento.»
«Non è la mia padrona, è la mia Dea, e dovrebbe essere anche la tua.»
«Non sono venuto per discutere di teologia, voglio vedere il Cavaliere di Andromeda, è tanto difficile fartelo entrare in quella tua testa di neve fresca?»
«What's happening, Mylock?»
Ecco ci mancava anche lei! Il pelato scatta sull'attenti.
«My Lady, this guy wants something here, but I can't understand ancient Greek, now he's quarrelling with Igor!»
«Cavaliere della Grande Nube. Mi ricordo di te, cosa ti porta qui?»
Non sono qui per lei e non ho la minima intenzione di parlarle, continuo a rivolgermi ad Igor.
«Allora mi dici dove posso trovare il Cavaliere di Andromeda o devo prima congelarti un braccio?»
Lui incrocia le braccia.
«Hai solo da provarci!»
«Lo sai benissimo che ne sono in grado senza tanti sforzi, ci hai già provato una volta e io mi ricordo il risultato, tu?»
La rabbia lo fa sbiancare, accende il suo Cosmo.
«Igor! Non vorrai combattere sulla porta di casa mia? Cavaliere cosa vuoi da Shun?»
Il Cigno a queste parole a stento si domina e contrae il suo Cosmo.
«Lady Saori ti ha fatto una domanda, rispondi!»
«Come non sono fatti tuoi...»
«È la nostra Dea, devi risponderle!»
«Vacci piano con le parole, biondo, sarà anche la tua Dea, ma la mia no di sicuro. Basta mi sono stufato, volevo essere gentile, ma vedo che dovrò arrangiarmi da solo.»
Mi concentro sul Cavaliere di Andromeda e sparisco davanti ai loro occhi. Mi ritrovo in una grande sala buia, su dei palchi le Armature di Bronzo, davanti a quella di Andromeda un ragazzino sta meditando, seduto per terra a gambe incrociate. Indosso l'armatura quindi il mio Cosmo non è attivo, ma lui percepisce di non essere più solo.
«Who's there?»
Di nuovo quella lingua.
«Sono Bellator, della Grande Nube, Cavaliere di Andromeda.»
Lui si alza e si avvicina a me. Sospiro, vederlo vivo mi toglie un peso che gravava sul mio cuore dalla giornata del Grande Tempio.
«Stai bene, siano ringraziati gli dei!»
«Eri preoccupato per me? Ma cosa sei una Cavaliere o un'infermiera?»
Sorrido.
«Sono un cavaliere e sì piango per un nemico.»
Il suo volto assume un'espressione quasi disperata.
«Un nemico? Siamo ancora nemici?»
«No, io e te non lo siamo più, ma temo che il biondo la fuori non sia molto d'accordo!»
Sorride di nuovo, ed è uno dei sorrisi più belli che abbia mia visto in vita mia. Adesso che gli sono davanti non so più cosa fare; l'ho ritrovato, è sano e salvo.
«Senti io avrei fame, è quasi ora di pranzo, vieni con me?»
«Sì, va bene.»
«Ti va di mangiare fuori? Però se mangiamo fuori dovrai toglierti l'armatura, ti noterebbero tutti se te andassi in giro vestito così. Puoi lasciarla qui, sarà al sicuro, nel planetario entriamo solo noi Cavalieri e Lady Saori.»
«Non mi va che quella tocchi la mia armatura.»
«Non la toccherà, anche se le appartengono le considera di noi Cavalieri e non le toccherebbe senza il nostro permesso. Puoi fidarti!»
Mi sorride e proprio non riesco a dirgli di no, per quanto non ritenga questo posto il più sicuro del mondo.
«Va bene.»
Per un attimo mi sembra di essere tornato davanti allo zio Mur e a Shaka che vogliono controllare che io sia un uomo o no, da capo via elmo, guanti, pettorale e tutto il resto. Shun la guarda come ipnotizzato, mi parla senza guardarmi.
«Sai al Grande Tempio neanche Igor riusciva a toccarla, era talmente fredda che chiunque provasse a toccarla ci lasciava almeno un brandello di pelle!»
«Vuoi toccarla?»
«No grazie, ci tengo alla mia pelle!»
«Adesso è sotto il mio controllo e non ti brucerai, fidati.»
Intanto ho completato al panoplia, lui allunga timoroso una mano, tocca l'elmo e ritrae la mano di scatto, poi si rende conto che non è ghiacciata e la accarezza lentamente.
«È strano, le nostre armature quando le togliamo sono tiepide, la tua invece è fredda.»
Accendo il mio Cosmo, lui reagisce immediatamente mettendosi in posizione d'attacco ed accendendo il suo Cosmo caldo. Così facendo mi guarda e resta senza fiato.
«Grande Mur! Ma come potete indossare un'altra armatura che non sia la vostra? No il tuo Cosmo è diverso. Chi sei?»
«Sono Bellator della Grande Nube. Non mi riconosci? E sono il figlio di Rea sorella del Grande Mur, e del Traditore.»
«Ayolos non è un traditore, non c'è più Arles, non devi più chiamare tuo padre in quel modo. Arles aveva condizionato anche te per odiare così tanto tuo padre e Lady Saori?»
Rido. «Nessuno può entrare nella mia mente, neanche lo zio Mur c'è mai riuscito, Arles non aveva abbastanza potere anche solo per pensare di provare a condizionarmi!» Anche lui si rilassa, ma non accenna a contrarre il uso Cosmo.
«Vuoi attaccarmi?»
«No! Perché dovrei, e poi non potrei mai colpirti, non ci sono riuscito al Grande Tempio.»
Sentiamo le porte che sbattono e mi volto, il Cigno entra di corsa urlando.
«Shun! Stai bene? E tu stai lontano da lui! Se vuoi combattere con qualcuno, io e te abbiamo un conto da regolare!»
Si ferma vedendoci rilassati, anche gli altri cavalieri accorrono dietro di lui, ce n'è anche uno che non ho mai visto, è più alto degli altri, carnagione scura e folti capelli neri. C'è un forte legame tra lui e Shun.
«Stai bene?» lo guarda intensamente.
«Sì,» Shun accenna un sorriso che si spegne immediatamente.
Attivano i loro Cosmi e adesso lo riconosco è quello dal Cosmo impossibilmente caldo, io devo bruciare ancora di più il mio, tutto si copre di brina. Le armature cominciano a vibrare rispondendo ai nostri Cosmi.
«Si può sapere che vi prende a tutti quanti? Vi ho già chiesto di non combattere in casa mia, e sapete benissimo che considero questo planetario sacro.» La ragazza entra maestosamente dalle porte spalancate si guarda attorno e vede le poltrone di velluto rosso, il pavimento e le pareti coperte di brina ed urla sconvolta. «Cos'è successo qui?»
«Non lo sappiamo My Lady, abbiamo sentito il suo Cosmo attivarsi e sapevamo che cercava Shun, temevamo volesse attaccarlo e quando siamo entrati ha espanso ancora di più il suo Cosmo e ha coperto tutto di brina.»
«Cavaliere, esigo delle spiegazioni!»
«Dite a quella che da me non avrà mai più nulla,» dico in tono piatto, «direi che si è già presa abbastanza.»
Il cavaliere dal Cosmo caldo scoppia a ridere ed estingue il suo Cosmo, adesso posso contrarlo anch'io, fa un po' meno caldo.
«Ho capito!» Ora è Shun ad estinguere il suo Cosmo. «Bellator per te fa molto caldo qui, vero?» Annuisco e lui si rivolge agli altri. «Chi di voi non ha mai attinto al suo Cosmo per riscaldarsi? Bellator lo fa per raffreddarsi!»
Si rilassano tutti, l'ultimo è il Cigno, che estingue il suo Cosmo, ma resta sulla difensiva, solo il mio Cosmo resta attivo. «Adesso che è tutto sistemato possiamo tornare alle nostre occupazioni. Cavaliere, posso chiamarti Bellator, vero? Ti fermerai a lungo Bellator? Ti farò preparare una stanza.»
La ignoro del tutto. Nel frattempo è arrivato anche il pelatone giusto in tempo per veder la sua padrona ignorata come se non esistesse. Diventa paonazzo fino alla punta della pelata e urla.
«Hey you! My Lady has asked you a question! You must answer Her!»
Ignoro anche lui, tanto non ho capito una parola di quel che ha detto.
«Shun, mi parlavi di andare a mangiare...»
«Oh sì. Ah Bellator tu non conosci mio fratello Ikki,» mi indica il tipo alto. «Ikki lui è Bellator Cavaliere della Grande Nube.»
«Ecco perché quel legame molto forte. Siete fratelli.» Shun arrossisce vistosamente, Ikki abbozza un sorriso e mi tende una mano. Le stringiamo per un attimo poi io di scatto ritraggo la mano: è rossa e una piccola vescica si sta formando sul palmo.
«Accidenti non credevo che anche il tuo corpo fosse caldo come il tuo Cosmo!»
«Sono il cavaliere di Phoenix, padrone del Fuoco.»
«Allora è meglio se non stiamo troppo vicini, io padroneggio le energie fredde.»
«Ma non era il russo il padrone del freddo?»
«Ti sei fatto raccontare cos'è successo alla Casa del Sagittario?»
Il Cigno arrossisce e se va a grandi falcate. All'espressione incuriosita di Ikki mi metto a raccontare dell'aria calda e della sorpresa che ha avuto quando ha tentato l'Aurora del Nord su di me. Ikki ride e Shun sembra deliziato di ciò.
«Che ne dite di andare a mangiare tutti e tre a quel ristorante giapponese dove andiamo ogni tanto Ikki?»
Ikki sospira. «Perché no?!»
«Però Bellator è meglio se prima ti cambi, con l'armatura avresti attirato l'attenzione, ma anche col chitone che hai addosso otterrai lo stesso risultato! Ti posso prestare qualcosa io per oggi, poi andremo a cercare qualche vestito da comprarti.»
Mi accompagnano al palazzo di prima, su per lo scalone e lungo un corridoio con tante porte. Si fermano davanti ad una, Shun apre la porta ed entriamo.
«Scusate il disordine!»
«Shun, quando imparerai ad essere un po' più ordinato!»
«Sì fratello!»
Shun apre un armadio e tira fuori della roba che appoggia sul letto.
«Come si mette questa roba?»
Mi guardano stralunati, si guardano e scoppiano a ridere.
«Stai dicendo che non hai mai messo un paio di pantaloni e una camicia!?»
«No, io ho sempre indossato chitoni e clamidi.»
«Bhe non è difficile, i pantaloni li infili sulle gambe e le maniche della camicia sulle braccia, poi allacci i vari bottoni ed è fatta.»
«Adesso ti lasciamo solo, ti aspettiamo qui fuori, vieni Shun.»
Indosso quegli strani abiti, ed in pochi minuti li raggiungo fuori dalla porta. Ikki mi guarda in modo stramo, Shun invece sorride.
«Allora andiamo»


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Nel giardino giriamo intorno al palazzo.
«Guido io, non facciamo accompagnare.»
«Per me va bene, Bellator?»
«Cosa?»
«Se guida Ikki.»
«Se lui conosce la strada è giusto che guidi lui. E questi cosa sono?»
«Sono automobili, avanti prendiamo la spider.»
L'automobile fa un rumore infernale, quasi non sento quello che Shun si gira a dirmi. Però il vento fresco in faccia da una bella sensazione! Mi sembra di essere tornata ad Asgaard la prima volta che Thor mi portò a palazzo, anche adesso non faccio altro che guardarmi in giro con la bocca aperta, ogni attimo è una scoperta una nuova meraviglia che si presenta ai miei occhi, ma a quasi tutte queste meraviglie non so dare un nome. Ikki si ferma davanti ad una costruzione molto bella di legno, spegne il rumore e scendiamo. Un rumore quasi altrettanto forte assale i miei timpani, prima era coperto da quello dell'automobile.
«È assordante, come fate a resistere con tutto questo baccano?»
«Credo che sia questione di abitudine!» Dice Ikki.
«Anche a me da abbastanza fastidio, ma Villa Thule è silenziosa, lì non si sente il rumore del traffico.»
Entriamo proprio in quella bellissima costruzione, saliamo una rampa di scale e ci troviamo in una sala ben illuminata da grandi finestre, sul pavimento stuoie di paglia e piccoli tavolini. Osservo Shun ed Ikki inginocchiarsi attorno ad uno dei tavolini e li imito. Quando arriva la cameriera le parlano in una lingua molto musicale, ma ancora più incomprensibile di quella che parlavano gli uomini in nero alla Fondazione.
«E tu Bellator cosa vuoi?»
«Non lo so, non ho mai mangiato in un posto così, decidi tu.»
«Shun ricordati che è appena uscito dal Mondo Segreto, è chiaramente europeo, e all'estero non sono frequenti i ristoranti giapponesi.»
Shun si rivolge nuovamente alla cameriera e ordina anche per me. Arrivano dei vassoietti con dei rotolini neri all'esterno e bianchi dentro, una ciotolina piena di liquido, e altri vassoietti con dei pezzi di pesce, direi dall'odore.
«Questo è sushi e quest'altro sashimi,» mi dice Shun indicando i due vassoi davanti a me, «prendi un pezzetto con le bacchette, lo intingi nella salsa di soia e lo mangi. Sai come si usano le bacchette? Dimenticati come si usano le posate.»
«Cosa sono le posate?»
«Cosa?»
Mi spiega come si usano le bacchette e trascorriamo più di due ore in quel posto mangiando, ridendo e scherzando. Shun sembra al colmo della felicità, anch'io mi sento abbastanza bene, non facesse così caldo!


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Quando torniamo alla Fondazione, Shun viene avvicinato da uno in nero che gli dice qualcosa, Shun annuisce, l'uomo se ne va.
«Bellator, mi hanno appena detto che Lady Saori vorrebbe parlare con te, ci aspetta nel suo studio.»
«Richiama quel tizio che le dica che io non voglio parlare con lei!»
Shun sembra sconvolto. Ikki sogghigna.
«Ma Bellator, Lady Saori è molto impegnata e per lei trovare dei momenti liberi è molto difficile, e poi è la nostra Dea, se siamo fedeli e dobbiamo obbedirle.»
«Primo non mi interessano i suoi impegni, secondo non m'interessa parlare con lei, e terzo non è la mia dea, non le sono fedele e non le devo obbedienza. Io sono fedele alla memoria di mia madre e di mia sorella, e basta. Per favore non parlarmi mai più in questo modo, non voglio combattere con te.»
Detto questo gli volto le spalle e mi inoltro nel giardino. Mentre mi allontano sento Ikki che commenta.
«Sai Shun, mi piace proprio la tua ragazza.»
«Ikki, non è la mia ragazza, anzi non è una ragazza!»
«D'accordo, come vuoi tu!»


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Il giardino è immenso, c'è quasi un intero bosco con tante piccole radure all'interno. Ci sono anche altri palazzi un po' discosti dalla villa. E aiuole fiorite, mi piace da impazzire il profumo dei fiori, così mi sdraio in mezzo ad essi ed osservo il cielo. Ho deciso resterò qui con Shun, sento devo stargli vicino e proteggerlo. Sta calando la notte quando torno alla villa e la osservo bene, credo che chi l'ha costruita volesse imitare le forme di un tempio greco.
Alla porta mi fermano nuovamente, ma in quel momento Shun arriva dallo scalone e parlotta un po' con gli uomini in nero.
«Bellator, finalmente! Cominciavo a preoccuparmi. Dove sei stato?»
«Ho girovagato un po' per il bosco, avevo bisogno di silenzio e freddo. Ho trovato l'uno, ma non l'altro. In compenso ho trovato dei fiori, hanno un profumo meraviglioso.»
«Vieni tra poco si cena e non puoi presentarti a tavola in quello stato. Mi sono fatto dire quale stanza ti è stata assegnata, potrai lavarti e ti darò qualcosa per cambiarti.»
Di nuovo mi accompagna lungo il corridoio con le tante porte.
«Ma quanti vestiti avete? Al Santuario mi bastavano un chitone, una clamide e la mia armatura!»
«Io ad Anthra avevo solo una tunica alla volta, ma non avevo bisogno d'altro. Aspettami un attimo.»
Entra, credo, nella sua stanza e pochi minuti dopo ne esce tenendo in mano un nuovo paio di pantaloni neri ed una camicia lucida verde.
«Vieni.»
Una decina di porte oltre si ferma di nuovo, apre la porta e mi fa cenno di entrare. La stanza è molto simile alla sua, solo più ordinata e spoglia. Un letto, un armadio un tavolo ed una sedia costituiscono tutto l'arredamento, una finestra che da su un'aiuola fiorita del giardino.
«Eccoci questa è la tua stanza, io ti aspetto da basso. Non metterci tanto, anche se io la prima doccia che ho potuto farmi fuori dal Mondo Segreto è durata quasi un'ora.» Sorride. È bellissimo quando sorride.
«No! Aspetta faccio in un attimo!»
M'infilo nella porta appoggio i vestiti sul letto, sfilo quelli che ho indosso e mi cambio. Mi passo le mani tra i capelli e li trovo pieni di nodi, perdo un po' di tempo a districarli con le mani, ma alla fine mi sento abbastanza a posto. Vorrei trovare qualcosa con cui legarli, ma non ho niente quindi dovrò tenerli sciolti.
«Hai fatto davvero in fretta, si vede che sei ancora abituato ai modi spartani del Mondo Segreto. Non conosci ancora i lussi del mondo esterno, ma vedrai che quando li scoprirai non ti sembrerà di poterne farne più a meno!»


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Mi guida per altri corridoi al piano terreno della casa fino ad una stanza sfavillante di luci, con un grande tavolo a cui sono già seduti gli altri cavalieri, manca la ragazza, ma io non soffrirò certamente.
«Bellator, alcuni di noi già li conosci, ti vorrei presentare Asher di Monomero,» mi indica un ragazzo alto con folti capelli rossi che fa un cenno. «Ban di Leo Minor, Aspides di Idra, Geki dell'Orsa Maggiora, Black di Lupus,» mi fanno cenni di saluto, «e Fiore di Luna la fidanzata di Shiriu,» è una bella ragazza orientale, l'unica a non avere consapevolezza cosmica, ma deve conoscere il Mondo Segreto, altrimenti Shun non mi presenterebbe i cavalieri col loro nome celeste «Guys this is Bellator. He speaks only ancient Greek.» Il Cavaliere del Dragone si rivolge alla ragazza in una lingua molto musicale, probabilmente la sta spiegando chi io sia, perché lei mi fa un sorriso ed un lieve inchino. Molto graziosa non c'è che dire.
La cena trascorre tranquilla, i cibi sono anche troppo elaborati per i miei gusti, per cui più che mangiare assaggio tutto quello che mi mettono davanti, vedi gli altri che mangiano con appetito e si scambiano battute in varie lingue, è impressionante la padronanza che hanno di almeno tre lingue, passano dall'una all'altra senza neanche accorgersene, semplicemente proseguono, credo, il discorso. L'unico che usa solo il greco è Shun che mi traduce per sommi capi vari spezzoni di conversazione.
Dopo avermi osservato per bene Asher mi rivolge parola in greco, per pormi la solita domanda.
«Bellator, sei figlio del Grande Mur? È che gli somigli tantissimo, potresti passare per lui.»
Non riesco a trattenermi dal sospirare. «No, il Grande Mur è mio zio.»
«E sì» m'interrompe. Seiya. «Bellator qui, ha parentele importanti! Indovinate che era suo padre?»
«Bhe già essere nipote del grande Mur è una parentela abbastanza importante! Se è suo zio, non mi dirai che il padre è Kiki?»
«Ma che stupidaggini vai dicendo! Si vede lontano un miglio che Bellator è più vecchio di almeno sei anni del moccioso!»
«Ti prego di scusare Seiya, Bellator, è che è molto esuberante. Quando comincia così diventa difficile fermarlo!» Mi sussurra Shun in un orecchio, ed io sento un lungo brivido lungo la schiena.
Orami sono stati fatti vari nomi, ma ad ognuno Seiya ha scosso la testa con una luce maliziosa negli occhi!
«Avanti Seiya non farti pregare! Dicci di chi è figlio e finiamola qui! Questo gioco ci ha stancati!» È Asher che alla fina sbotta così.
«Vi do un aiutino: è nipote anche di Ioria!» Ma vedendo le facce contrariate degli altri, sbuffa. «È figlio di Ayolos di Sagitter!» Dice Seiya solenne. Ma nessuno sembra prenderlo sul serio.
«Non starai dicendo che il Santo più puro di tutti i tempi ha fatto l'amore con una donna tanto da mettere al mondo un figlio! Ma che vuoi prendere in giro!»
«Due figli!» Correggo io «Avevo una sorella gemella. E sì purtroppo sono figlio di Ayolos di Sagitter!»
«Vi siete messi d'accordo! Dai non possibile!»
«Basta!» Adesso mi sono proprio arrabbiato, espando il mio Cosmo, tanto da brinare ogni cosa nella sala. Sbattendo i pugni sul tavolo mi alzo guardandoli con furia omicida. «Già devo conviverci con questa vergogna, non intendo sopportare che voi ci facciate dello spirito sopra!» Mi alzo e me ne vado sbattendo la porta alle mie spalle. Faccio alcuni passi nel corridoio, ma mi rendo conto che so da che parte andare, così mi appoggio ad una parete. Mi viene da ridere, è la seconda stanza che brino nella casa della ragazza! Sento dei passetti sul tappeto che copre il pavimento, e alzo la testa.
«Bellator...» è Shun, gli sorrido, non posso farne a meno, «scusaci, per noi Ayolos è un eroe,» chiudo gli occhi con un sospiro. Non ne posso più di questa storia dell'eroe! «Ma io lo sapevo che tu non la pensi così, avrei dovuto fermarli.» Ha gli occhi lucidi, è veramente dispiaciuto. Gli sorrido di nuovo.
«Non importa Shun, non ce l'ho con te! E neanche con loro. Ce l'ho con mio padre e basta!»
«Qui possiamo capirti tutti, siamo tutti orfani, siamo stati raccolti in giro per il mondo da Alman di Thule e poi mandati ad addestrarci nelle Scuole Segrete per recuperare le armature.»
«Senti, potresti accompagnarmi in un posto dove faccia meno caldo? Non ne posso più! Sono un po' stanco e tenere attivo il mio Cosmo così costantemente è faticoso.»
«Certo! Dunque... potremmo andare... al palazzo del ghiaccio!»
«Cos'è?»
«È un impianto sportivo dove tengono la temperatura a zero gradi in modo che si possa pattinare tutto l'anno!»
Sospiro «Shun, sono quasi esausto, avrei bisogno di un posto dove poter dormire tutta la notte!»
Shun abbassa le spalle rassegnato.
«Temo di non poterti aiutare.»
«Per favore accompagnami nella mia stanza»


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Mi butto sul letto e Shun mi si fa vicino con aria molto preoccupata.
«Devo chiederti un altro favore, Shun.»
«Certo, qualsiasi cosa.»
«Devo chiederti di andartene,» vedo l'espressione ferita dei suoi occhi. «Non è che mi dispiaccia la tua compagnia, anzi! È che quando sei preoccupato emani un tale calore... Non ce la faccio più. Mandami Igor...» finisco in un sussurro, lui è spaventato, devo avere un aspetto orribile! e corre al piano di sotto. Pochi minuti più tardi sento la porta della mia stanza che viene aperta, apro a fatica gli occhi e vedo Igor.
«Ti prego, aiutami. Ho troppo caldo non resisto più! Genera la temperatura più bassa che puoi!»
«Adesso chiedi il mio aiuto. Non hai più la baldanza di oggi!»
«Hyoga, aiutalo per favore, non vedi che sta male?» Shun lo guarda con infinita dolcezza venata dalla preoccupazione. Sento una fitta di gelosia perché quella dolcezza è rivolta al russo, ma il mio cuore gioisce: è preoccupato per me!
«E va bene, se me lo chiedi così!» Si concentra e sento la temperatura nella stanza scendere, Shun rabbrividisce, ma resta al suo posto, non è la temperatura a cui sono abituato, ma è sicuramente meglio di prima! Riesco a respirare meglio.
«Grazie Igor, senza di te sarei morto.»
Abbozza un sorriso e se ne va, Shun lo segue fuori dalla porta, sento sollievo nella sua voce.
«Grazie Hyoga,» poi infila la testa nella porta. «Suppongo che se restassi qui surriscalderei l'ambiente facendoti stare male di nuovo.»
«Penso anche io!» Gli sorride. «Ma grazie del pensiero.»
«Domattina pensavo di andare in giro a cercarti dei vestiti, ma se non ti senti bene possiamo rimandare.»
«Vedrai, basterà una buona notte di sonno e domani sarò in perfetta forma.»
«Buona Notte, allora.» E chiude la porta.


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La mattina mi sento di nuovo in forma e riposato. Per prima cosa voglio fare una corsetta, così mi alzo indosso il mio chitone e mi teleporto nel giardino. Inizio a correre intorno alla casa, visto il caldo faccio bruciare il mio Cosmo. Di nuovo devo suscitare spavento perché ad una svolta mi trovo davanti alcuni dei cavalieri che mi hanno presentato ieri sera, le facce torve, che chiedono spiegazioni. Ripeto per l'ennesima volta che senza bruciare il mio Cosmo, non reggerei a queste temperature, ma non sembrano convinti, finche non arrivano Igor e Shun che confermano la mia versione. Gli altri sembrano più tranquillizzati dalla calma di Igor e Shun, che dalle mie parole. Li sento mormorare: «Come ci si può fidare di uno che considera una vergogna essere figlio di Ayolos?»
Shun per distrarmi mi propone di smettere con la corsa e di andarci a preparare per le spese in città. Propone la cosa anche ad Igor che però rifiuta. Sulle scale poi Shun mi spiega con occhi tristi.
«Andrà a trovare Daisy, la sua ragazza!»
«E tu?»
«Io? Io cosa?»
«Cosa ne pensi?»
«Bhe, se lui è felice, io lo sono per lui!»
Mente, lo sa, ma vuole far finta di credere alla sua stessa bugia.


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Shun bussa mezz'ora dopo alla mia porta, gli apro, ho indossato di nuovo i vestiti che mi aveva prestato.
«Andiamo!»
Così mi porta tra immensi palazzi che lui mi spiega si chiamano grattacieli e poi in un negozio dove hanno migliaia di vestiti di fogge stranissime! Io non so cosa scegliere e così Shun mi mette in mano alcuni capi e mi indica una tenda, mi spiega che è un camerino e che li dentro ci si cambia per provare gli abiti. Alla fine compriamo dei pantaloni, alcune magliette e alcune camice. Poi mi porta ad un chiosco ed infine in un parchetto lì vicino. Ci sediamo su una panchina, i sacchetti del negozio ai nostri piedi, Shun mi porge uno degli involti che ha comprato al chiosco.
«Tieni, è un panino al formaggio.»
Non so come si mangi questa roba così guardo Shun e faccio quel che fa lui.
«È meglio di quel che abbiamo mangiato ieri sera, ma la feta è molto più buona!»
«Non ripetere una cosa del genere al cuoco della Fondazione! Quella era cucina francese!» Ride Shun.
«Cos'è la cucina francese?» Shun ride ancora di più, mi piace vederlo ridere, ma non capisco cos'abbia detto di così buffo!
«Si vede proprio che sei appena uscito dal Mondo segreto! Parli solo greco antico e ti mancano un sacco di conoscenze che anche per chi non ha frequentato la scuola speciale del Saint George, come noi, sa! La cucina francese: sono i piatti molto raffinati, come quelli di ieri sera, che sono originari di uno stato europeo: la Francia.»
«Sì sono proprio ignorante! Lo zio Mur ci ha insegnato la mitologia, le tradizioni e ad usare i nostri poteri, ma non ci ha dato altre nozioni. Poi all'addestramento l'unica cosa che mi hanno insegnato è stato combattere e accedere al mio cosmo! Sai mi piacerebbe fare un duello d'allenamento con te, in fondo entrambi siamo Cavalieri di due Galassie! Chissà chi vincerebbe tra noi!»
«No! Non voglio combattere contro di te, neanche in allenamento. Io mi alleno o da solo o con il sacco! Già odio combattere contro i nemici in battaglia, odierei dover combattere contro gli amici in allenamento.»
«Va bene, come vuoi tu!»


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La sera, dopo la cena Shun mi chiede di fermarmi con loro nel salone, lo accontento, ma poco dopo me ne pento, infatti la ragazza ha indetto una specie di riunione proprio per il mio arrivo.
La ragazza è seduta su una grande sedia con braccioli dorata, sembra un trono, ha nella destra il bastone con la Nike, ed è vestita con sobria eleganza. Quasi tutti i Cavalieri sono seduti su divani e poltrone rivolti verso si lei, solo Ikki è appoggiato al muro e guarda fuori dalla finestra. Shun si avvicina al divano centrale dove è seduto solo Igor e ci sono due posti liberi, ma io mi fermo, resto indietro, non mi va di sedermi in mezzo alla stanza. Quando Shun si volta verso di me scuoto la testa, allora lui si siede e la ragazza comincia a parlare.
«My Knights, now there's a new...» Shun tossicchia. «What's the matter Shun?»
«My Lady, Bellator doesn't understand English, he only speaks ancient Greek, so I think it's better if we all talk ancient Greek.»
«Hai ragione Shun. Miei cavalieri, ora un nuovo Cavaliere è giunto tra di noi! Bellator al Grande Tempio so che hai combattuto per fermare i miei Santi, ma confido che fosse perché non sapessi che stessero dalla parte della giustizia» Cerco d'ignorarla, ma dice cose talmente irritanti che faccio fatica a trattenermi «poi ti ho rianimato e ho capito che hai a cuore la vita di almeno uno dei miei Cavalieri. Ora ti chiedo di confermare la fiducia che abbiamo avuto nei tuoi confronti accogliendoti in questa casa, giurandomi fedeltà.»
Non so decidermi se cedere alla rabbia o all'ilarità, alla fine scoppio a ridere amaramente.
«Per questa volta ti farò il favore di considerare la tua esistenza, ragazza, ma non credere che si ripeterà!» Sento la tensione salire, mentre pronuncio questa frase, non ancora finito, ma vengo interrotto.
«Non è questo il modo di rivolgersi a Mylady! È la reincarnazione di Athena, oltre che duchessa di Thule. Le devi rispetto!» Deve avere proprio poca pazienza questo Asher: è scattato in piedi urlando, il suo volto è paonazzo, stravolto dall'ira, ma non è solo la fedeltà alla dea c'è qualcosa di più che lo ha fatto reagire in quel modo.
«Per favore Asher,» e lui immediatamente si siede. «Bellator giustificherà questa sua affermazione, ne sono sicura!»
«Non sperare che ti giuri fedeltà, ragazza. Io non sono qui per fare il cavalier servente! Sono qui per motivi miei che non sono fatti vostri.»
«Ma Lady Isabel è la reincarnazione di Athena!»
«E allora? Non m'interessa chi o che cosa sia. Ho perso i miei genitori e mia sorella per colpa sua. Non intendo servirla riverirla o tantomeno venerarla!» Sono scandalizzati. Seiya, Shi Lou, Igor e Shun un po' meno degli altri, hanno già sentito questo discorso, ma comunque non gradiscono quel che ho detto. Di fianco a me Ikki sogghigna. Stavolta è Igor che reagisce. «Ma insomma, d'accordo che Arles ti aveva condizionato, ma che tu pensi queste cose anche dopo che Arles è morto e soprattutto dopo che Athena ti ha rianimato è inaudito! Non puoi credere che tollereremo un atteggiamento simile!»
«Sentimi bene biondino! Nessuno, dico nessuno è mai entrato nella mia mente e nessuno mai ci riuscirà!»
«Va bene non te lo ricordi e sei convinto che non sia mai successo! Ikki, tu sei stato addestrato da Arles stesso, tu puoi capire se Bellator sia stato condizionato o no!»
«Non mi va!»
Mi volto verso di lui a braccia aperte.
«Avanti Ikki, non farti problemi! Controlla pure.»
«Non ha ferite sulla fronte, e sapete bene che solo io riesco ad entrare nella mente altrui senza ferirlo... esternamente almeno!»
«Su Ikki, non vedi che questi cuccioli e la loro padrona vogliono che entri nella mia mente? Non farti pregare. E se ti fai scrupoli, te ne do il permesso io stesso. Su prova ad entrare nella mia mente!»
«Fratello...»
«Non preoccuparti Shun! Lascialo provare! Non mi succederà niente! Come ti ho già detto neanche il Grande Mur è mai riuscito a leggere nella mia mente, lascia che tuo fratello ci provi!»
«È una sfida Bellator?» La voce di Ikki si è fatta un sussurro minaccioso.
«Sì, prova loro che non sono stato condizionato! Che sono pienamente convinto di quello che dico!»
«E va bene!» Sento la sua energia salire e concentrarsi nella mano destra.
«Ikki!»
«Non immischiarti Saori!»
Vedo il fascio d'energia che parte, raggiunge la mia fronte e vi s'infrange. Sono tutti allibiti, Ikki compreso.
«Nessuno... nessuno era mai riuscito a fermare il mio pugno!»
«Scusa, le mie barriere erano alzate, puoi riprovare? Cercherò di tenere le mie difese abbassate, in modo da lasciarti entrare.»
È ancora scosso, ma si riprende in fretta.
«D'accordo!»
Carica il pugno d'energia e me la scarica addosso. Devo forzare me stesso per permettergli d'entrare, ma nel momento in cui perdo un filo di concentrazione le mie barriere s'alzano di nuovo e così per la seconda volta il colpo di Ikki si rivela inefficace, spero abbia fatto in tempo a vedere che nessuno prima di lui era entrato dove lui è stato per qualche secondo.
Mi volto a guardare Igor, sollevo le sopracciglia, inclinando la testa.
«Allora biondo? Sono stato condizionato?»
Sento uno strappo ed un forte dolore al polso, è Ikki che mi tira fuori dalla stanza fino in giardino.
Finalmente mi lascia il polso, lo sento già coperto di vesciche.
«Allora spiegami come hai fatto.»
«Non lo so, so solo che nel momento in cui ho rilasciato la concentrazione, le barriere si sono alzate di nuovo, ci sono nato, non le ho costruite per ripararmi dagli intrusi, ho bisogno di molta concentrazione per tenerle abbassate. Hai capito che sei stato il primo ad entrare nella mia mente o no?»
«Sì, ma solo perché tu me lo hai permesso!» e se ne va.


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Devo trovarmi un posto fresco dove dormire. Dopo quel che è successo stasera dubito che se stessi ancora male Igor vorrebbe aiutarmi, neanche su insistenze di Shun! A tavola ci hanno servito verdure invernali e adesso siamo in estate, deve esserci un posto dove conservano tutta quella roba. Aspetto che le luci al piano terreno della villa si spengano, poi rientro, mi aggiro un po' per le stanze ed i corridoi riccamente arredati poi arrivo in una stanza che deve essere la cucina, c'è profumo di cibo. C'è anche una porta chiusa con una grossa maniglia, tocco il metallo , è freddo, questo mi fa ben sperare, sollevo la maniglia e mi trovo in quello che per me potrebbe essere il paradiso in questa città: un locale in cui piccole stalattiti di ghiaccio pendono dal soffitto. Chiudo al porta davanti a me e mi teleporto all'interno. Non voglio che trovando la porta aperta mettano dentro il naso. Posso finalmente contrarre il mio Cosmo e non soffrire il caldo!

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Anche questa mattina io e Shun corriamo insieme, è quasi una settimana che ogni mattina si compie questo piccolo rito. Questa mattina Shun mi propone di andare a fare una nuotata in piscina. Così mi guida ad una delle tante strutture all'interno della tenuta. Lasciamo le scarpe nel piccolo atrio e ci fermiamo in una stanza dove Shun si toglie gli abiti salvo un paio di pantaloncini, io resto così come sono, poi mi cambierò!
«Alman di Thule ha fatto le cose in grande ai suoi tempi, questa piscina potrebbe essere usata per le Olimpiadi. Non perdiamo tempo tuffiamoci e facciamo un po' di vasche!»
L'acqua è tiepida, ma non mi da fastidio, mi basterebbe concentrami un filo per raffreddarla al punto giusto, ma so che Shun non resisterebbe al freddo. Maciniamo vasche su vasche sfidandoci in velocità, in resistenza in apnea. Ad un certo punto ci raggiungono gli altri!
«Ecco i colombi! Vi abbiamo cercato per mezza tenuta. Lady Saori vuole parlarci.»
Shun esce immediatamente dall'acqua, io non faccio cenno di muovermi.
«Bellator, non verresti neanche se te lo chiedessi io?» Ha un fare implorante a cui non so resistere.
«E va bene!» Dico con tono falsamente seccato. Mi appoggio al bordo della piscina e mi tiro su, mi giro verso l'acqua a strizzare i capelli e quando mi volto vedo che sono rimasti tutti imbambolati a fissarmi.
«Beh che c'è? Sembra non abbiate mai visto un uomo strizzarsi i capelli! Io vado in camera mia a cambiarmi, poi ti aspetto Shun.» Scuotendo la testa mi teleporto nella mia stanza, stendo la maglia bianca nel bagno e con un asciugamano mi strofino i capelli cercando di non ingarbugliarli troppo.


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La ragazza non sembra contenta di vedermi entrare assieme a Shun nella stanza, ma tenta di nuovo di convincermi a giurarle fedeltà. L'avevo avvertita e questa volta neanche mi degno di risponderle. Alcuni Cavalieri insorgono a quella che loro chiamano questa mia insolenza. Ma la ragazza li fa calmare.
«Bellator, questa volta ti prego rispondimi. Se qualche altra divinità tentasse di nuocere all'umanità cosa faresti?»
Capisco che da questa risposta dipendono la coesione e la serenità dei Cavalieri, sono tentato di rispondere che me ne starei per o fatti miei o che magari mi schiererei semplicemente col più forte, ma così nocerei a Shun, e non voglio, così mi limito ad alzare le spalle. E poi so benissimo cosa farei, nonostante non sia riuscito a darmi la fede in Athena lo zio Mur mi ha dato la capacità di distinguere il bene dal male e il senso della giustizia.
«Combatterei per l'umanità contro qualsiasi entità la minacci.»
«Sta bene! Ora che Bellator ha chiarito che sarebbe comunque dalla nostra parte, perché combattiamo tutti per l'umanità intera, posso anche accettare che tu non voglia giurarmi fedeltà!»
«My Lady, è sorto un problema.»
«Sarebbe, Blak?»
«Bellator!»
«Mi sembra che l'abbiamo appena risolto.»
«No, Bellator è una donna e non può stare nel nostro stesso dormitorio!»
«Ma sei scemo! Bellatrix è morta durante l'addestramento! Solo io sono sopravvissuto.»
«Senti ti abbiamo vista tutti! Sei una donna dalla testa ai piedi!»
Gli altri concordano con Blak.
«Voi siete tutti matti!»
«Blak, anche se Bellator fosse una donna, al Saint George mi sembra vi sia stato insegnato che non così come non ci sono differenze tra le varie razze così non ci sono differenze tra uomini e donne!»
«Sì, ma ciò non toglie che secondo quello che mi hanno insegnato non è giusto che uomini e donne dormano promiscuamente!»
«Per te è così importante, Blak?»
«Va contro buona parte di quel che mi hanno insegnato a credere.»
«Se Bellator venisse spostata su un altro piano o in un'altra ala del palazzo, potrebbe andare?»
«Sì! Così sarebbe giusto!»
«Bellator, se per te va bene ti farò assegnare una stanza in un'altra ala.»
Sbuffo.


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Un lieve bussare.
«Bellator?Posso parlarti?»
«Sì certo, entra!»
«Permesso»
«Bellator ti andrebbe di parlarmi di tua sorella?»
«Cosa vuoi sapere?»
«Solo quello che hai voglia di raccontarmi.»
«Beh non c'è molto da dire. Siamo nati la notte che Ayolos fermò Arles mentre stava per uccidere quella là. Mia madre è morta di parto. Siccome Ayolos era stato dichiarato decaduto, noi abbiamo dovuto scappare altrimenti saremmo stati uccisi, credo! Lo zio Mur ci portò con se nel Pamir. Che bello che era lì! Io e Bellatrix giocavamo ed imparavamo ad usare il nostro potere. Avevamo circa sei anni quando lo zio Mur ci mandò ad addestrarci. Bellatrix ad Asgaard ed io al Polo Sud.» Sospiro «Mi manca tanto sai? Quando eravamo insieme era come se fossimo un unica persona divisa in due corpi!»
Lui se ne sta zitto zitto ad ascoltarmi, si è seduto sul letto ad un mio cenno, e adesso è li a mezzo metro da me.
«Sai ad Asgaard mi addestrava Thor! È il guerriero più forte del Nord. Era severo, ma a suo modo dolce, sono stato con lui solo due mesi, ma mi ha dato le basi per l'addestramento. È stato il mio primo maestro! Era da tanto che non ci pensavo, però, sai, se chiudo gli occhi rivedo ancora la sua faccia.» Sento una lacrima scivolarmi lungo la guancia.
«Mi ricordo come se fosse successo pochi minuti fa la notte che anche Bellatrix mi lasciò! Stavo per addormentarmi quando ho sentito la sua voce. Durante quei due mesi non era mai riuscito a contattarmi, io ci provavo tutte le sere, ma era più debole di me! Oh Shun! Mi manca da morire!» Scoppio in singhiozzi! E finisce che mi ritrovo, stretta tra le sue braccia, a raccontargli di come è morto Bellator, di come io sono diventata Bellator, seppellendo tra i ghiacci di Asgaard il corpo di mio fratello e la mia identità, e dell'addestramento al Polo Sud dove ho conquistato l'armatura che avrebbe dovuto essere di mio fratello.
«No, Bellatrix, se sei riuscita a conquistare quell'armatura vuol dire che era destinata a te. Anche a me e Ikki è successa una cosa simile: io avevo estratto la sfera dell'Isola della Regina Nera, ma siccome era la Scuola Segreta più dura Ikki prese il mio posto. Albyon, il mio maestro ad Antrha mi ha spiegato che io non sarei mai riuscito a diventare Cavaliere di Phoenix, perché ero destinato ad Andromeda. E tu eri destinata alla Grande Nube.»
Passano parecchie ore, prima che Shun sciolga l'abbraccio in cui mi coccola, non vuole dormire con me, per non crearmi fastidi.
Mi teleporto al mio vero letto e li piango ancora un po' per la mancanza di Bellator prima di piombare in un sonno senza sogni.


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Igor

Alzo la testa dalla rivista che sto distrattamente sfogliando e con aria pensierosa osservo la stanza, c'è solo Shun, è il momento adatto per parlare di una questione che si è affacciata alla mia mente in questi giorni.
«Sai Shun, c'è una cosa che non capisco.»
Shun smette di leggere il romanzo che aveva appena iniziato e mi sorride con gentilezza.
«Cosa?»
«Il Cosmo di Bellator. Sono alcuni giorni che ci rifletto.»
«Perché?»
«Lo senti adesso? È attivo e ad un livello molto alto.»
«Sì, ma è perché ha caldo e così può raffreddarsi, lo fai anche tu a volte.»
«Sì lo so il perché e che lo faccio anch'io!» Scatto nervosamente, senza motivo apparente. « Ma hai mai fatto caso che ad una certa ora quasi si spegne? Cioè... Ecco adesso non si sente più, giusto?»
«È vero! Non ci avevo mai fatto caso. Dici che è così tutte le sere?»
«Sì, vorrei sapere il perché.»
«Magari si addormenta...»
«E il suo Cosmo si azzera in questa maniera? Ma dai! Non diciamo scemenze! No non ci credo!»
L'espressione triste di Shun fa svanire tutta la mia irritazione.
«Scusami. È che quella ragazza mi rende nervoso.»
«Non ti fidi ancora di lei.» La sua non è una domanda, è sicuro di quello che dice.
«No, non ci riesco! Ha tentato di uccidere Lady Isabel! Ma tu non centri nulla per cui scusami per lo scatto di prima»
«Non fa niente.» Shun è gentile come sempre. «Ma adesso siamo in pace, non abbiamo motivo di dubitare gli uni degli altri,» cerca di soffocare uno sbadiglio, ma non riesce a finire la parola «E poi Bellator, cioè Bellatrix, anche se non è stata entusiasta all'idea di proferire il giuramento di fedeltà a Lady Isabel ha chiarito perché non sia devota ad Athena. È convinta che suo padre abbia abbandonato sua madre nel momento della nascita dei loro figli per colpa della Dea! Comunque è devota al bene e alla giustizia,» sbadiglia, «e poi è buona e gentile,» un altro sbadiglio «Scusami Hyoga» Pronuncia il mio nome sempre in maniera più dolce degli altri. «Forse è meglio che mi ritiri. Mi spiace, ma proprio non so come darti una mano. Ma pensa a quello che ti ho detto. Io mi fido di Bellatrix.»
«Tu ti fidavi di Ikki anche quando era palesemente nostro nemico!» È un colpo basso, e me ne vergogno subito «Scusami non avrei dovuto parlare così...» È troppo facile ferire Shun.
«Mi fidavo anche di te quando tu ti dichiaravi pronto ad ucciderci e portare le nostre teste al santuario!»
Questa proprio me la merito! Succede raramente, ma anche lui sa tirare fuori le unghie.
Shun si alza e con un sorriso mi fa capire che mi ha già perdonato.
«Io vado a dormire, Hyoga. Tu che fai?»
«Resto qui ancora un poco. Buona notte Shun.»
Sento la porta che si chiude lievemente dietro le spalle di Shun. Prima mi sono lasciato prendere dalla diffidenza nei confronti di Bellator, ma Shun ha ragione. Io sono abituato a questo clima e quindi non mi capita molto spesso di dover ricorrere al mio Cosmo per raffreddarmi, ma Bellator è stato addestrato al Polo Sud a temperature ben più fredde di quelle della Siberia Orientale! Se durante il giorno tiene attivo il suo Cosmo per raffreddarsi come può a quest'ora trovarsi ad una temperatura tale da non dover più raffreddarsi col Cosmo?
Sono preda della curiosità, è strano per me, ma in fondo quella ragazza ci ha mentito: ci ha fatto credere di essere un uomo e ancora non sono abituato a pensare di lei al femminile e non la maschile, e poi ha tentato di ostacolarci nella casa del Sagittario! Potrebbe stare architettando qualcosa ai danni di milady, abituandoci a sentire il suo Cosmo attivo non sapremmo riconoscere un eventuale attacco da parte sua.
Adesso vado a controllare.
Arrivato davanti alla sua porta busso ripetutamente, non ricevendo risposta provo a saggiare la maniglia, la porta non è chiusa a chiave. Entro e mi trovo davanti una camera vuota, il letto intatto, è più impersonale di quella che ci assegnarono la prima volta che arrivammo al Saint George: non un libro, non un disco, niente di niente. Dove può essere andata? Accidenti a me. È ovvio: l'unico posto qui al Saint George dove può trovare una temperatura adatta a lui, cioè lei, è la ghiacciaia.
Corro nel corridoio come non mai fatto neanche da bambino e giù per le scale fino alle cucine e poi dietro fino alla porta della ghiacciaia. Sollevo la maniglia che chiude la porta ed entro. Il freddo mi colpisce piacevolmente, al confronto il resto della casa è calda come il Sahara. Mi guardo intorno: ci sono scaffalature dove sono conservate le provviste in scatole e sacchetti, da alcuni ganci pendono pesci e quarti di bue. Non c'è traccia di presenza umana, mi volto e sto per andarmene quando sento un sospiro proveniente dal fondo del locale: su una lastra di ghiaccio dorme Bellatrix. Una mano sotto la testa a mo' di cuscino, le gambe raccolte in posizione fetale, indossa una canottiera larga che lascia alla vista buona parte del suo corpo; muovendosi la canotta è salita fino a mostrare buona parte dei suoi glutei sodi e tondi, e i seni premuti dalle braccia sono evidenti nella scollatura, riesco pure ad intravedere l'alone più scuro di un capezzolo. Sento un lungo brivido di eccitazione giù per la schiena e non riesco a resistere alla tentazione di sfiorarla. Credo che non mi sbaglierò più sul suo conto, è decisamente una donna... e anche ben fatta. Sono sempre più eccitato potrei anche prenderla e farla mia in questo momento se improvvisamente non mi rendessi conto di cosa stia facendo, ritraggo le mani di scatto. Cosa mi è preso per comportarmi così? Le volto le spalle e muovo due passi verso la porta, deciso ad andarmene e a non pensare più a questa ragazza, ma qualcosa dentro di me mi trattiene, mi giro di nuovo verso di lei e la guardo, non sono più eccitato e nel guardarla provo la tenerezza che prima di oggi ho provato solo per Shun. Pensare a lui mi riporta alla mente le sue parole, forse ha ragione a fidarsi di lei. Mentre la guardo dormire, mi concentro appena e le faccio cadere addosso come coperta un lieve strato di neve. Sorrido e me ne vado chiudendo la porta dietro di me. Mi secca ancora molto che sia lei la vera padrona delle energie fredde, che il mio colpo più potente arrivi ad una temperatura che a lei è stata imposta come base, e non riesco a fidarmi di lei completamente, la terrò ancora d'occhio, ma Shun si fida di lei, e Shun ha avuto ragione sia quando si fidava di me che quando si fidava di Ikki nonostante tutto e tutti!














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