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Gwennis n'ha Hannah


Gwennis n'ha Hannah

Età

30 (al momento dell'arrivo a Elvas)

Arrivata a Elvas il

marzo +1

Sesso e stato civile

Femmina, Libera Compagna di Shann McKee (dall'ottobre -1)

Famiglia di origine

sconosciuta

Religione

Déi

Donas

atelepate

Addestramento laran

atelepate

Livello Torre raggiunto

atelepate

Abilità specifiche

ostetrica per qualsiasi creatura

Descrizione fisica

Poco oltre la trentina, capelli bruno-rossicci scarmigliati, occhi neri, alta, magra, gran sorriso. Non troppo furba ma piena di buona volontà e di una certa saggezza istintiva


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Storia

Quando guardo fuori dalla finestra della mia stanza nella Casa della Gilda e vedo la giovane Loreena che si avvia alla Torre, ricordo confusamente com'ero io alla sua età. Il giorno più bello della mia fanciullezza fu quando scoprii che la mia famiglia aveva deciso di darmi in sposa a un mio cugino, che avevo ammirato da lontano fin da quando ero bambina. Quando ci presentarono ufficialmente, lui - più bello che mai - mi squadrò da capo a piedi e vidi sul suo viso la derisione. Io ero piccola, ossuta, senza seno, i miei capelli rifiutavano qualsiasi disciplina. Ma non sapevo come andavano certe cose. Mi sembrava ovvio che lui dovesse amarmi quanto lo amavo io, e invece i suoi occhi mostravano solo disprezzo. Certamente in pubblico doveva mostrarsi altero per non deludere le nostre due famiglie. E invece, la sera prima del matrimonio, lui venne nella mia camera. Io, incantata, credetti che volesse confessarmi i suoi veri sentimenti. Infatti mi disse che amava un'altra, e che per colpa mia non l'avrebbe mai potuta sposare. Ma lei sarebbe stata sempre la sua amante, e avrebbe avuto figli bellissimi, mentre i miei sarebbero stati orrendi. Osservò la mia reazione, sorrise soddisfatto, si girò e se ne andò.
Mi sembrava di aver perso la ragione. Non riuscivo a capire che è così che funziona normalmente. In preda al terrore e all'angoscia, mi vestii, uscii dalla finestra e corsi in mezzo alla neve, nella notte. Volevo chiudere fuori dalla mia mente quello che era successo. Corsi senza meta, fino al sorgere del sole, fino alle rive di un lago. Cercai di aggirare il lago, ma ero stanchissima, e inesperta. Scivolai e ci caddi dentro.
Un gruppo di Libere Amazzoni mi vide annaspare e corse a salvarmi. Fu la mia fortuna... o forse la mia sventura. Mi tirarono fuori dall'acqua gelida, mi rianimarono, mi riscaldarono. Ma ero rimasta troppo a lungo senza respirare. A tutt'oggi non ricordo il nome della mia famiglia e del ragazzo che amavo... ricordo i nomi di mia madre e mio padre, ma fatico a rammentare i loro visi... e molte cose mi passano attorno quasi senza sfiorarmi, come se non mi riguardassero. Ma non tutto è nebuloso per la mia mente. Quando, giorni e giorni dopo, smisi di delirare per la febbre, avevo la profonda, totale certezza di una cosa: quelle donne mi avevano trattato meglio di quanto chiunque avesse mai fatto, e io volevo essere come loro. Prestai giuramento a Caer Donn. E imparai di nuovo a vivere, e a vivere da Libera Amazzone.
La giovane Marelie mi aveva presa in simpatia per qualche motivo, e quando volle diventare Rinunciataria fui io ad accogliere il suo giuramento. Quando Marelie rimase incinta del suo bambino, la aiutai a farlo nascere. E quando il Nobile Damon ci comunicò il suo piano per rimettere in funzione la torre di Elvas, io decisi di raggiungerli quando tutto fosse stato pronto, insieme a Marelie e ad altre Amazzoni. La cosa più strana fu che in quel gruppo di giovani Amazzoni io ero la più anziana, e quella toccata dagli Dei. Quando deve nascere un vitellino, o una puledra ha un parto gemellare, chiamano me. Non ho studiato l'arte dell'ostetrica. Ma sento la vita che vuole cominciare e la aiuto, perché il mondo è così gelido e orribile che una piccola creatura deve essere confortata fin dal suo primo apparire. Tenendo presente anche questo, le Amazzoni decisero che a Elvas io sarei stata la loro Madre.
Prima che Damon partisse per andare a trascorrere il primo inverno a Elvas, insieme a un gruppo scelto, fu contattato da un soldato, un vecchio amico che voleva aiutarlo nel suo piano. Notai che quel soldato mi guardava con un sorriso gentile. A chi mi dimostrava attenzioni io ridevo in faccia, sapendo che mi considerava brutta e stupida e cercava solo il piacere o qualche altro vantaggio. Ma quell'uomo sembrava inoffensivo, pur essendo armato fino ai denti. A quanto pareva, non si sentiva sicuro a Caer Donn, sotto l'ombra di Castel Aldaran. eppure fece di tutto per trascorrere un po' di tempo con me, e mi raccontò di se stesso. Ero attonita. Per la prima volta un uomo mi offriva qualcosa, prima di cercare di ottenere qualcosa da me. Quella sera mi addormentai con una strana, calda sensazione di completezza e insieme mancanza. Non capivo che cosa fosse.
Shann non aveva preso un alloggio in città per timore di fare brutti incontri, e mi capitava di incontrarlo a caccia nei boschi e di parlare a lungo con lui. Pensai che avesse deciso che anche se ero brutta e stupida ero di buona compagnia. E invece, una mattina che ero inginocchiata a spaccare il ghiaccio del torrente per procurarmi un pranzo di pesce, lui apparve alle mie spalle, specchiato sulla superficie gelida. Ero pronta a sventrarlo, ma attesi. Shann si inginocchiò al mio fianco e guardando il mio riflesso, accarezzandomi il viso, mi disse: «Perché non vuoi vedere?»
Madre Gwennis e Aengus Quella sera andai da lui. Lo trovai seduto davanti a un fuoco da campo, e sul suo viso si leggevano i ricordi di un passato sanguinoso. Mi sedetti accanto a lui e gli dissi che non avevo mai avuto un uomo e che volevo che lui fosse il primo. Gli venne quasi un colpo; poi sorrise, parve riprendere un po' di colore in viso, si alzò e mi tese la mano.
E così adesso, quando guardo fuori dalla finestra e mi rattristo pensando a Loreena, mi capita spesso di veder passare Shann con il piccolo Aengus in un fagotto sulle spalle, conducendo un mulo carico di pelli o un cavallo da ferrare. Si gira, sorride e mi fa un cenno con la mano, e io gli rispondo. E prima di tornare alle faccende della Casa della Gilda, penso che forse non è stata una sventura che quelle Amazzoni mi abbiano salvato.
E questo è tutto ciò che ho da dire sull'argomento.


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Racconti scritti (in ordine di realizzazione)


bottone FIGLIO DI SEI PADRI (in collaborazione con Marelie n'ha Elorie)
bottone CONVERSAZIONE CON ALAR (in collaborazione con Elorie MacAran)
bottone LA FESTA DEL SOLSTIZIO
bottone LA VOCE DEL SANGUE
bottone LA PROVA GENERALE
bottone LA SCELTA DI LOREENA
bottone IL VENTO FANTASMA
bottone LA DONNA PIU' BELLA DI DARKOVER
bottone CERCASI APPRENDISTI, OFFRESI FATTORIA
bottone POI VIENE IL SOLE (in collaborazione con Kasentlaya Ridenow per i capitoli 1, 2, 3)
bottone IL RITORNO DI MAIA (in collaborazione con Maia n'ha Semele)







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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008