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[torna a Racconti] [E.S.T. dE +1, aprile (15)] [Credits & Disclaimers]



Allart arriva ad Arilinn

Allart Regis-Duvic Hastur MacAnndra

Una mano gentile scosse Allart, destandolo da sogni troppo caotici per essere piacevoli.
«Nobile Allart, siamo arrivati.»
Arrivati? Arrivati dove?
I ricordi gli sfuggivano.
«Ad Arilinn,» rispose la voce. Domna Melora, naturalmente.
Altre mani, robuste e maschili, lo sollevarono di peso, tirandolo fuori dalla lettiga. La luce del sole al tramonto fu sufficiente a fargli lacrimare gli occhi.
«Piano... posatelo piano.»
Non ebbe il tempo di protestare: non appena lo ebbero messo in piedi, si avvide che le gambe non lo reggevano. Due Guardie dovevano sostenerlo.
Non si era mai sentito tanto umiliato in vita sua.
Per fortuna, non poté lasciarsi sprofondare in pensieri oscuri, perché fu subito costretto a muoversi. La leronis, che apriva la strada, sembrava maledettamente ansiosa di lasciare le scuderie.
«Coraggio, Nobile Allart. La Signora di Arilinn ci aspetta.»
In altre circostanze, il ragazzo si sarebbe affrettato di tutto cuore; in quel momento, mettere un piede davanti all'altro gli pareva la cosa più difficile del mondo. Melora - che percepiva e comprendeva molto bene il suo senso di umiliazione - non volle accrescerlo facendolo trasportare come un peso morto e si rassegnò ad un cammino molto, molto lento.
"Sia lode ad Aldones!" Esclamò, quando svoltarono un angolo e l'ingresso principale della Torre apparve alla loro vista.
"Parenti, Comynarii, Guardie, vi do il benvenuto alla Torre di Arilinn."
Incredibile! Su quella soglia, ammantata di cremisi, li attendeva Marelie Hastur in persona.
«Vai leronis,» esordì titubante, «non vi sareste dovuta disturbare...»
«Forse no,» rispose la Formidabile Marelie, «ma ho pensato che farvi attendere non fosse prudente e neppure cortese.» "Perfino uno sforzo fisico eccessivo, in questo momento, potrebbe far precipitare le sue condizioni."
«Oh...» Le occorse un momento per controllarsi. «La vostra cortesia ci onora. Voi... voi date grazia a questo incontro.» Avevano raggiunto la soglia, finalmente, e, mentre Marelie le sfiorava il polso, in segno di saluto, Malora si sentì piombare addosso tutta la stanchezza del viaggio.
«Tra poco, cara,» le sussurrò la Custode di Arilinn, «potrete deporre il vostro fardello e riposare serena.»
«Vi ringrazio, vai leronis,» riuscì a mormorare in risposta. E si scostò, in modo che gli occhi acuti della Custode potessero posarsi sul ragazzo dietro di lei.
Marelie non attese una presentazione formale: «Suppongo che voi siate il Nobile Allart Hastur?»
Ma perché quella donna parlava in maniera così... distaccata, inespressiva?
Il ragazzo si inchinò, confuso, e mormorò: «Z' par servu, vai leronis
«Voi date grazia a questo incontro, parente. Io sono vostra cugina Marelie Hastur, Dama di Arilinn. Mi sono impegnata ad addestrarvi personalmente, quando ho saputo che possedete il Dono degli Elhalyn.»
«Ve ne sono molto grato, vai tenerésteis
La Custode lo osservò in silenzio per qualche istante, poi chiese: «Voi siete il figlio di Alanna, non è vero?»
«Conoscete mia madre?» domandò, sorpreso e orgoglioso.
«Non di persona. Molti anni fa, quando vostra madre si trovava a Neskaya, per l'addestramento, siamo entrate in contatto attraverso i relè.»
Allart non capì di cosa stesse parlando, ma non si azzardò ad interromperla.
«Ma Alanna, che io ricordi, non possedeva il Dono degli Elhalyn, anzi nessuno dei donas... Perdonatemi!» si interruppe la Custode. «Voi siete stanco e io vi trattengo qui fuori, invece di offrirvi il meritato riposo.»
Il ragazzo, adesso, riusciva a reggersi in piedi da solo, così le Guardie furono congedate in fretta.
"I Monitori mi hanno riferito che il malessere sopraggiungerà a momenti. Dobbiamo affrettarci."
"Oh!" Sforzandosi di non cedere al panico, Melora seguì la Custode fino alla stanza più vicina.
Ma vi arrivarono un attimo troppo tardi. A soli pochi passi dalla soglia oltre la quale lo attendeva il kirian, Allart si bloccò, improvvisamente pallido e sudato. Gli occhi sgranati si rovesciarono all'indietro, mentre la schiena si inarcava; poi, uno scatto in avanti, un getto di vomito...
"Convulsioni!"
Il kyrri accorse con il kirian, ma era impossibile somministrarglielo, in quelle condizioni.
"Andate a riposarvi, mia cara," ordinò Marelie. "Siete troppo stanca per questo, chiamerò qualcuno che mi aiuti e vi terrò informata."
Troppo stanca per obiettare, Melora seguì un altro kyrri, comparso dal nulla, o così le sembrava, e si lasciò condurre verso una stanza, una qualsiasi, un bagno caldo... Il ragazzo... era nelle mani giuste, le migliori di Darkover...
Aveva deposto il proprio fardello. Poteva riposare.


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Un paio di ore dopo, in una stanza schermata, due telepati osservavano il corpo di Allart, disteso sul letto, finalmente assopito in quello che pareva un sonno pacifico. Ma i loro occhi sapevano oltrepassare l'ingannevole quiete del corpo e percepire il tumulto di energie che soltanto grazie ad un uso intenso delle pietre matrici erano riuscite a controllare.
Shaya Alton-Aillard attaccò la terza porzione di dolciumi al miele. «Penso che sopravvivrà.»
«La prima crisi è la più forte,» convenne Marelie, «ma non dimenticare di che donas stiamo parlando: il suo cervello deve accettare un potere che perfino molti telepati adulti troverebbero sconvolgente.»
«Vero,» commentò la ragazza dagli occhi d'ambra.
«In più,» proseguì la Custode, concedendosi un altro po' di frutta candita, «durante tutto il viaggio è stato tenuto sotto l'effetto del raivannin. Addormentato, in pratica.»
«A Neskaya devono essere impazziti! Il raivannin deve aver bloccato il laran, che adesso reagisce come un torrente al disgelo!»
«In realtà, non è stata un'idea così folle: se il malessere fosse sopraggiunto prima, lungo la strada, dubito molto che il ragazzo sarebbe sopravvissuto.»
«D'accordo, ma adesso affronta un malessere più forte...»
«...in condizioni fisiche peggiori,» concluse Marelie per lei. «Melora Leynier non si è azzardata a svegliarlo neanche per i pasti, lo hanno nutrito solo con liquidi.»
«Per gli Dei!»
«Vista la rapidità con cui il malessere si è scatenato, una volta cessato l'effetto del raivannin, non mi sento di darle torto... ma resta il fatto che questa battaglia è ben lungi dall'essere vinta.»
Tacquero per un poco, restando a fissare quel ragazzo, così pallido, così fragile anche, nonostante i muscoli ben definiti.
«Te la senti di occuparti di lui, chiya
Shaya fece una smorfia. «Badare ai malati non è la mia specialità... ma qualcuno deve pur farlo.»
«Esatto. E quel qualcuno non posso essere io. Inoltre, è sempre bene saper soccorrere un telepate in preda al malessere.»
La ragazza non replicò: sapeva perfettamente che c'erano anche altre ragioni per cui Marelie aveva scelto proprio lei. Lei, la ragazza con il Dono dei Rockraven. Lei, la ragazza temuta e sfuggita da tutta la Torre... Sì, era meglio che stesse lontana dal Cerchio, per un po'.
"Non sarai sola," la rassicurò la Custode. "Sto pensando ad altre due persone cui assegnare lo stesso compito, in modo che possiate darvi il cambio."
«Molto bene, vai tenerésteis,» disse Shaya, rifiutando di manifestarle la propria amarezza nel contatto mentale. «Sono certa che provvederete nel migliore dei modi.»
La donna in cremisi comprese perfettamente le ragioni di quell'inconsueto tono formale, ma disse soltanto: «Devo andare. Il Cerchio è quasi pronto. Spero che tu abbia la pazienza di attendere l'arrivo del tuo sostituto: potrebbe volerci qualche ora, naturalmente.»
«Naturalmente. Aspetterò.» "Non ho niente di meglio da fare..."
Marelie uscì.
Cominciava una lunga attesa.
"Molto bene," si disse la ragazza, "cominciamo."
Estrasse la matrice e cominciò a controllare il ragazzo con la massima cura.









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Disclaimers

Dopo un viaggio rischioso, Allart giunge finalmente alla Torre di Arilinn e viene accolto dalla Custode Marelie.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008