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[torna a Racconti] [E.S.T. dE +1, ottobre (30)] [Credits & Disclaimers]



Visita alla Torre

Amyra Hastur & Dana n'ha Angela

Smettila di spazzolarti i capelli, o non te ne resteranno più!»
Fiamma aveva ragione, ma come faceva a spiegarle che era nervosa? Prese il fermaglio di rame che le aveva regalato suo nonno prima di partire per Arilinn, si acconciò i capelli in una treccia morbida e li fermò con esso.
Guardò il letto, dove era distesa comodamente sua sorella. Sopra la coperta vi erano adagiati due vestiti, gli unici che era riuscita a portare con sé, oltre a quello all'amazzone che aveva usato per cavalcare.
Ora li guardò incerta. Quale mettere? Uno era verde scuro, di velluto, con dei nastri più chiari sulle maniche svasate e sul corpetto. L'altro era di velluto bordeaux scuro, molto più elaborato, con fiocchi e nastri dappertutto. Cosa poteva farci lei se aveva solo quelli?
«Quale metto?» ripeté quasi disperata.
Sua sorella alzò gli occhi al cielo e, esasperata, le indicò quello viola.
«Ma è troppo elaborato, non voglio fare la figura dell'arrogante!»
«Ma allora, se hai già deciso, perché non te lo metti e basta?»
Amyra guardò titubante la sorella e rispose: «Perché non sono capace?»
Fiamma alzò gli occhi al cielo per l'ennesima volta, si alzò ed aiutò la sorella ad infilarselo. Mentre le allacciava gli innumerevoli lacci sulla schiena, Fiamma si rese conto che la sorella era cresciuta più di quanto le piacesse ammettere. Con una punta di nostalgia, andò a prendere la sua sacca da viaggio. Dopo aver trovato quello che cercava, lo mostrò alla sorella, che trattenne a stento un'esclamazione sorpresa. Fiamma aveva in mano due nastri di raso dello stesso colore del vestito. Con il primo, rifece la treccia della sorella, borbottando sul fatto che non aveva mai imparato ad acconciarsi decentemente, mentre il secondo lo legò intorno al collo di Amyra, facendogli fare un'asola su un lato.
Amyra aveva le lacrime agli occhi, ma la sorella liquidò la faccenda dicendo. «Così avrai più coraggio.»


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Amyra si guardò intorno, incerta, finché non vide un volto familiare. «Dana!»
«Chiya, allora, andiamo?»
Si incamminarono in mezzo al nevischio. Amyra si strinse nel mantello, che le procurava un po' di sollievo. «Com'è, questa Custode?»
«Fra poco potrai giudicare tu stessa. Siamo arrivati.»
Dana aprì il portone ed entrò, seguita da Amyra, che si trovò così nella sala visite.
«Vieni, la Custode ti aspetta.»
Con passo sicuro, la Rinunciataria guidò la ragazza nella sua prima esperienza della Torre, passando in un'anticamera aperta su un atrio. Da qui si poteva scorgere una sala, da cui proveniva un allegro chiacchierio.
«Vieni, ti presento qualcuno, così smetterai di avere quell'aria sperduta.» Amyra annuì titubante: era sempre stata timida.
Nella sala comune della Torre erano presenti solo cinque persone, fra cui tre ragazze.
«Buongiorno Dana!» la salutò un uomo «Ehi! Ma chi è quel cucciolo smarrito che ti porti appresso?»
Interrompendo i discorsi, cinque paia d'occhi si puntarono su di lei, incuriositi, costringendola ad abbassare i suoi.
«Questa è Amyra Hastur. La sto portando da Fiona, e molto probabilmente entrerà presto a far parte del nostro gruppo.»
Saluti amichevoli la incoraggiarono, e rialzò gli occhi.
«Io sono Mikhail Ardais,» disse l'uomo che aveva parlato prima, «mentre lui è Kelan MacAran.» Si volse verso l'altro uomo.
«E loro sono Aliciana, Kasentlaya e Loreena,» continuò Dana. «Kasentlaya dovrebbe avere la tua età.»
«Spero che diventeremo amiche,» riuscì infine a sussurrare.
Aliciana la guardava incuriosita «Amyra Hastur? Dimmi, tua madre non era per caso Jahanna Alton? Ma allora siamo cugine! Ti rinnovo il mio benvenuto, parente!» disse, alzandosi. Amyra si sentiva un po' confusa, ma fece finta di niente e ricambiò il saluto.
«Bene, adesso dobbiamo proprio andare,» la interruppe Dana. «La Custode ci aspetta.»


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Si incamminarono per una verde scala di pietra, che saliva a spirale, terminando proprio di fronte ad una porta.
Dana bussò ed aprì uno strano umanoide che rispose a versi. «Questo è Manolo,» disse allegramente Dana. «Tranquilla, non morde.»
Entrarono e la Rinunciataria disse: «Fiona, è arrivata.»
Scandalizzata dalla confidenza con cui aveva trattato la Custode, Amyra si affrettò a compiere un lungo inchino, e dire «Vai leronis, è un onore essere qui.»
Fiona la guardò un attimo perplessa, e poi si mise a ridere sommessamente. Amyra la guardò fra l'inorridito e l'incredulo, finché la donna le disse: «Tranquilla, chiya, non spaventarti. Però la prossima volta mi devi chiamare soltanto Fiona. E qui noi ci trattiamo tutti informalmente, senza usare titoli o famiglia. Hai capito?»
«Si... Fiona.»
«Bene. Puoi andare, Dana,» disse, congedando l'Amazzone.
«Allora, Amyra, innanzi tutto siediti,» iniziò, indicandole una comoda poltroncina. «Marelie mi ha raccontato la tua storia, ed io ti attendevo già da qualche giorno,» nella voce c'era una leggera nota di preoccupazione.
«Mi dispiace, ma sono stata rallentata da una tempesta di neve. E ci sono stati altri... inconvenienti.»
«Capisco, chiya. Ora, se te la senti vorrei controllarti. Che Doni possiedi?»
«La pirocinesi, anche se non so da chi l'ho ereditata. E un po' di telecinesi. E il Dono degli Alton, naturalmente.»
«Alton? Hai qualche familiare di quel casato?»
«Mia madre era Jahanna Alton»
«Capisco.» La Custode si toccò il sacchetto di seta appeso al collo con fare interrogativo, e Amyra fece cenno di sì col capo. Allora entrambe presero la loro matrice e si misero in contatto. Amyra sentì quella presenza estranea farsi largo in lei, e istintivamente la cercò di bandirla, ma si riprese subito dopo, ricordandosi che era una Custode a sondarla.
Affranta, si lasciò controllare e, dopo un periodo che le sembrò non finire mai, Fiona le sorrise.
«Bene, hai un discreto laran. Potremo trovarti un posto, qui alla Torre, ma dovrai studiare.»
«Sono pronta,» rispose senza neanche pensarci.
«Ne sono convinta. Dana ti mostrerà la tua stanza,» dopo di che, la Custode si mise a sfogliare un libro, congedandola.
Amyra si alzò e si avvicinò alla porta, quando improvvisamente si girò. «Fiona?»
«Si?»
Amyra non riusciva a trovare le parole. «C'è anche mia sorella, qui.»
«Lo so. L'attendo con ansia.»


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Amyra seguì l'Amazzone in silenzio, cercando di immaginare come la sua vita sarebbe potuta cambiare nei prossimi giorni. Non voleva fare progetti prima che anche Fiamma avesse a sua volta incontrato la Custode di Elvas ma, non poteva evitarlo. Sperava di poter entrare presto in sintonia con gli altri telepati che aveva incontrato prima di salire negli appartamenti privati di Fiona.
"A proposito di salire," si chiese ad un certo punto. "Ma dove mi porta?"
«Al quarto piano della Torre,» rispose Dana che, senza troppi sforzi, aveva percepito il suo pensiero. «Il primo piano ospita solo le stanze di Fiona, Diotima, Damon e Kelan. Al secondo sono state alloggiate Aliciana, Kasentlaya, Loreena e Shaya. Le conoscerai presto, soprattutto le prime due, visto che stanno ancora concludendo le ultime parti del loro addestramento.»
Dana si era finalmente fermata davanti ad una porta, aprendola facendo scattare una piccola serratura a matrice. «Dovrai sintonizzarla su di te,» disse, indicandola ad Amyra. «Alcune delle porte hanno ancora dispositivi a matrice funzionati e abbiamo deciso di non rimuoverli,» aprì l'anta e fece cenno alla ragazza di entrare nella sua nuova stanza. «Naturalmente puoi decidere di disattivarla, nel caso non ti serva.»
La giovane Hastur varcò la soglia con circospezione, mentre Dana andava alla finestra per aprire i pesanti tendaggi che impedivano alla luce di entrare.
La camera non era molto grande, poco più di quella che l'aveva ospitata ad Arilinn, arredata con semplici mobili in legno. Un letto con una cassapanca ai suoi piedi. Un piccolo armadio, più che sufficiente per i pochi abiti che si era portata dietro, e il necessario per la toeletta.
«Il bagno è la porta qui accanto,» riprese Dana, fornendo ancora una volta risposta alle sue perplessità. «La stanza dall'altro lato verrà data a tua sorella, se vorrà fermarsi.»
Amyra si sedette sul letto, provando la resistenza del materasso. «Al terzo piano chi ospitate?» chiese, arrossendo leggermente.
«Mikhail Ardais, che hai già incontrato, e Anndra Castamir, che al momento non è ad Elvas. Fiona ha dato disposizioni perché tu e tua sorella foste alloggiate qui.»
Amyra annuì silenziosamente. Doveva ammettere che le faceva piacere avere la possibilità di avere sua sorella a pochi metri di distanza, dopo tanti mesi di forzata lontananza.
«Ti lascio il tempo di sistemarti,» concluse Dana, avviandosi verso la porta. «Quando sei pronta puoi raggiungerci a piano terra, se hai bisogno sarò nella serra.»
Amyra non ebbe il tempo di rispondere che l'Amazzone aveva già lasciato la stanza, chiudendo la porta dietro di se.


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Scendendo verso la serra, distratta dalle solite preoccupazioni di quei giorni, Dana quasi non si accorse della chiamata telepatica di Fiona.
"Dovresti smettere di preoccuparti," le disse la Custode, quando l'Amazzone finalmente prese la direzione per il suo studio. "Sai benissimo che quando arriverà non vedrai l'ora che riparta."
Dana non rispose, anche Fiona sapeva benissimo che questa sarebbe stata una cosa praticamente impossibile. Dana e la sua Libera Compagna non si vedevano da un anno intero e la sola cosa certa sarebbe stato l'inevitabile calo nelle prestazioni della telepate nei lavori della Torre e del Cerchio.
«Cosa ne pensi?» chiese la Custode al suo primo monitore, una volta che si fu accomodata su una delle poltrone in pelle di fronte a lei.
«Giovane e irresponsabile, come buona parte delle nostre giovani leroni,» rispose l'Amazzone, senza bisogno di chiedere a chi si stesse riferendo.
«Da addestrare,» concluse tristemente Fiona.
Dana si fece per un attimo pensierosa. «Non starai pensando a Shonnach?» chiese poi, con un filo di preoccupazione nella voce.
«Kelan,» rispose Fiona. «Anche se così correremo il rischio di dover rallentare l'addestramento di Loreena e di partire con molta lentezza anche con quello di Amyra.»
Con Elaine n'ha Rayna, la sola altra telepate addestrata come monitore, lontana da Elvas non potevano correre il rischio di sovraffaticare Dana o Kelan, costringendoli al lavoro di addestramento e di monitoraggio quasi in contemporanea.
«La sola cosa positiva è che la parte basilare dell'addestramento Amyra l'ha già eseguita, quindi possiamo passare subito a cose più concrete... almeno spero...» concluse la Custode.
Dana non aggiunse altro, salutando la donna e dirigendosi nuovamente verso al serra.
In quei giorni era il luogo più tranquillo dove rifugiarsi, senza che nessuna delle giovani telepati o delle sue Sorelle trovasse il coraggio di disturbarla mentre era intenta al suo lavoro con le piante più delicate della loro incredibile collezione.
Appena varcata la soglia il buonumore di Dana, faticosamente riguadagnato in quelle ultime ore, tornò a precipitare verso il nervosismo delle ultime settimane.
Alar, almeno per una volta colto in flagrante, stata svuotando senza ritegno alcuni dei contenitori di bacche pronte per essere essiccate.
«Sei certo di voler concludere quello che stai facendo?» la voce bassa e fredda di Dana lo fece sobbalzare, facendogli perdere la presa sul pesante vaso in coccio che, rumorosamente, andò in frantumi sul pavimento, spargendo il suo contenuto di bacche rosate.
«Pensavo che fossi impegnata con una delle tue leronis in erba,» fu la risposta di Alar, che aveva rapidamente riguadagnato la sua faccia tosta. «Mi servivano solo un po' di queste per un nuovo liquore che sto realizzando.»
Dana osservò con occhio gelido il raccolto di una stagione sparso al suolo e in parte irrecuperabile. «A noi servivano per un unguento e alcune tisane,» ribatté, sempre con voce innaturalmente calma.
L'arrivo nella serra di Amyra ruppe la tensione che si stava creando tra i due e Alar, con espressione tutt'altro che contrita, raccattò una buona manciata di bacche e si allontanò verso l'uscita dal lato della Torre, non senza lanciare un lungo sguardo di apprezzamento alla giovane telepate appena entrata.
«Ma quello non è il padrone della locanda?» chiese Amyra, non appena l'uomo fu scomparso dalla loro vista.
Dana annuì silenziosamente, cominciando a raccogliere il salvabile.
«Ma non è un telepate!»
L'Amazzone sollevò lo sguardo sulla giovane comynara. «Questo non gli impedisce di entrare e servirsi come se fosse la sua riserva personale.»
Dana terminò rapidamente il lavoro di recupero e posò il tutto sul lungo bancone da lavoro. «Almeno ha l'accortezza di passare dalla Torre e non di tentare di forzare il blocco dal nostro lato.»
Amyra, nel frattempo, si stava guardando intorno estasiata. La serra, che da fuori sembrava piccola e angusta, era invece grande e spaziosa e si estendeva sul terreno alle spalle della Torre e della Gilda.
Solo un esperto poteva notare la differenza tra i vetri originali e quelli realizzati dal Primo Cerchio durante la ristrutturazione dell'ambiente e, agli occhi meravigliati dei nuovi arrivati, il piccolo regno di Dana sembrava un angolo di paradiso.
«Suppongo che solo in pochi possiate venire qui,» commentò Amyra, sedendosi su una panca posta accanto al bancone.
«L'accesso è libero a tutti,» disse Dana, controllando altri eventuali danni prodotti dal passaggio dell'ex-mercenario. «L'importante è che non tocchiate o roviniate inutilmente le piante. Ognuna di esse è stata piantata per uno scopo ben preciso, non solo quelle portate da noi ma, e soprattutto, quelle che erano già qui al nostro arrivo. Di alcune di esse ignoro ancora l'utilizzo, ma qualcuna delle Sorelle sta studiando dei vecchi libri di erboristeria copiati a Nevarsin cercando informazioni utili.»
Amyra annuì, silenziosa, osservando i movimenti sicuri con cui l'Amazzone sistemava alcuni arbusti pericolanti e legava rami di cespugli carichi di frutti.
«Avete deciso cosa fare di me?» chiese alla fine, afferrando il coraggio a due mani.
Dana si fermò un istante, voltandosi a guardarla. «Quello che ti ha detto Fiona,» rispose. «Continuare con il tuo addestramento.»
«Passando dalle cucine ho sentito due delle ragazze, Aliciana e Kasentlaya credo, parlare dei loro tutori. Da quello che ho capito, qui affiancata ogni allievo ad un telepate esperto, in modo da seguirlo giorno e notte.»
Dana non riuscì a trattenere una risata. «Giorno e notte no, fortunatamente, altrimenti saremmo presto tutti con i nervi a fior di pelle e sull'orlo dell'esaurimento. Però hai ragione,» confermò, «fino a quando ci sarà possibile, ogni giovane in addestramento è affidato ad un telepate esperto.»
«Sarà così anche per me?» chiese speranzosa Amyra.
«È naturale,» le rispose Dana. «E presto lo conoscerai.»









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Disclaimers

Amyra Hastur ha il suo primo incontro con Fiona, ma le cose non vanno esattamente come previsto.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008