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Insieme, ancora una volta

Amyra e Fiamma Hastur

Il viaggio era stato lungo, faticoso e umiliante: ancora una volta aveva dimostrato di essere quello che era, una comynara che non era abituata a stare fuori da un castello. Non si poteva dire che era viziata, questo no. La sua vita familiare era stata un disastro, se non fosse stato per sua sorella, forse sarebbe morta di tristezza. Ma non era abituata a badare a se stessa. La pelle candida, mai stata sotto il sole, o le mani lisce, potevano benissimo testimoniarlo. Ma finalmente il lungo viaggio poteva dirsi finito, almeno per il momento. Poteva scordarsi gli sguardi di compatimento delle tre Rinunciatarie che l'avevano accompagnata, e ammantarsi di nuovo di tutta la dignità che una Hastur poteva avere. Mentre camminava con passo sicuro, il mantello con il cappuccio alzato per non farsi riconoscere immediatamente come rampollo di un comyn, cercava una locanda degna di questo nome. Quando finalmente ne trovò una che secondo lei prometteva bene, entrò, chiese una stanza e si preparò a farsi un bagno. Solamente quando fu avvolta dal tepore dell'acqua calda, si rese conto di quanto fosse esausta. Le sarebbe piaciuto abbandonarsi nei suoi pensieri, ma aveva qualcosa di più importante da fare. Perciò si rese presentabile, si sedette ad un tavolo, ordinò due tazze di jaco fumante e attese. Non ci volle molto, dopo pochi minuti una seconda figura incappucciata la raggiunse, accettando riconoscente la tazza di jaco fumante. Da sotto il cappuccio del nuovo arrivato si distinguevano due occhi di un rosso cupo, quasi viola, attenti a vigili, cercando chissà quale informazione nella ragazza prima di parlare. Alla fine si decise, posò la tazza e disse:
«Amyra, sei proprio incorreggibile! Ed irresponsabile, anche! Potevi dirmi che venivi a Neskaya! Non lo sai che se mi scoprono qui, sarò punita? Cos'è tutta questa segretezza? E poi,» aggiunse con un'inflessione sarcastica, «nostra cugina Leonie sarebbe stata felice di trovare una nuova vittima!»
Amyra fece una smorfia e disse: «È ancora qui Leonie? Pensavo che dovesse ritornare a Dalereuth!»
«Non dirlo a me! Ma a quanto pare la Custode ha deciso di prolungare la sua permanenza in questa Torre. Comunque, non cambiare discorso. Cosa ci fai qui?»
Amyra, non osando guardarla negli occhi, le raccontò tutto, dalla notizia che doveva tornare a casa fino al suo viaggio, come una fuggiasca, a Neskaya.
«Non posso dire di non capirti, molto probabilmente avrei fatto la stessa cosa. Credo che nostro padre avesse in mente di farti sposare il Nobile Rafael. Comunque, adesso sei qui. Ma dove vuoi andare, ora?»
Amyra guardò la sorella con sospetto, e disse: «Tu non mi tradirai, vero?»
«No, certo che no. Lo sai che puoi fidarti di me.» La ragazza si pentì di aver dubitato della sorella, che le aveva sempre voluto bene, ma se qualcuno avesse avvertito suo padre... lei non osava pensarci. «Pensavo di andare... ad Elvas...» disse abbassando la voce.
Fiamma sentì il cuore perdere qualche colpo. Ad Elvas! Il luogo che tutte le notti, dopo la sua prima visita nel sopramondo, aveva sognato. Ma non volle spaventare la sorella, e fece finta di niente.
«Si, in effetti ne ho sentito parlare,» e qui la voce si incrinò. «Mi pare proprio un'ottima scelta.»
Il volto contratto dall'agitazione di Amyra si rilassò. «Sono felice di sentirtelo dire. Marelie di Arilinn mi aveva consigliato di tagliare i ponti con tutta la mia famiglia, e così intendo fare, ma almeno volevo salutarti per l'ultima volta. Sorellina...»
La commozione fu troppa. Entrambe rischiarono di mettersi a piangere, e senza bisogno di parole, si presero per mano e si espressero tutto il loro affetto e dolore per questa separazione, in un lungo istante di silenzio.
"Ti voglio e ti vorrò sempre bene, sorellina."
Non riuscirono a capire chi l'avesse detto, forse entrambe.


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Fiamma non riusciva ancora a crederci. Dopo un lungo e sofferto addio, aveva lasciato la sorella, ed era tornata quasi come una sonnambula alla Torre, senza ricordarsi di non farsi vedere, ma era stata fortunata e non aveva incontrato nessuno. Entrò nella sua stanza e si buttò sul letto singhiozzando. Sua sorella, la sua adorata sorellina, era partita e non l'avrebbe più rivista. Per andare, oltretutto, nel luogo che ormai da settimane sognava. Forse avrebbe dovuto avvertire suo padre, e... no, Amyra non glielo avrebbe perdonato. Ma allora cosa fare? E finalmente, un piano si delineò nella sua mente, ma per metterlo in pratica avrebbe avuto bisogno di qualche giorno, ma soprattutto di tanta, tanta fortuna.

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Amyra si recò al luogo dell'appuntamento con le Rinunciatarie. Aveva gli occhi arrossati, ma nessun altro segno del suo profondo dolore. La separazione dalla sorella l'aveva profondamente turbata. Ma ora stava andando verso una nuova vita, si disse, e non aveva senso ripensare al passato. Ma il dolore al cuore la smentiva. Si fermò nella piazza del mercato, dove alcuni allevatori di cavalli elogiavano la loro mercanzia. Vide che la sua scorta non era ancora arrivata, e si distrasse osservando gli splendidi animali che i nobili stavano comprando.
«Chiedo scusa,» disse una voce allegra e musicale. «Siete voi la Nobile Amyra Hastur?»
Si voltò con un sorriso, e vide una Rinunciataria sulla ventina, con i capelli biondi tagliati corti e vestita con pantaloni e tunica. «Si, sono io,» disse, «ma sarei felice se poteste chiamarmi solo Amyra e darmi del tu.»
La Rinunciataria si mise a ridere, e disse: «Ma certo! Ma solo se lo farai anche tu! Io mi chiamo Amelie.»
«Felice di conoscerti, Amelie.» La trovò subito simpatica.
«Siamo dirette ad Elvas, e la Nobile Marelie di Arilinn ci ha chiesto di scortarti là. Vieni, ti presento la mia compagna.» E così, Amyra si mise in viaggio, diretta alla Torre in cui forse l'avrebbero accolta per quello che era, e non perché fosse una Hastur. Erano in cammino da due giorni, e la temperatura continuava a scendere. Ogni tanto vedeva che le Rinunciatarie lanciavano occhiate preoccupate al cielo, ma continuavano ad assicurarle che tutto andava bene. Al pomeriggio del terzo giorno cominciò a nevicare.
Amelie si accostò al suo cavallo, e disse: « Nobi... Amyra. Sta per arrivare una tempesta. Stiamo cercando un rifugio per la notte, ma fra poco dovremo incontrare una costruzione per i viaggiatori dove potremo accendere un fuoco ed aspettare la fine della tempesta.» Ed infatti l'incontrarono, una costruzione che sembrava più una stalla che una casa, ma le avrebbe riparate dal freddo. Misero agli animali un po' di fieno ed entrarono. Una delle Rinunciatarie stava cercando di accendere un fuoco, ma la legna era bagnata e non ci riusciva. Amyra si accorse che tutti stavano tremando per il freddo, ed un fuoco sarebbe servito anche per asciugarle. Amelie lanciò un'imprecazione sconfitta e rassegnata. Allora, abbandonando la sua ripugnanza ad usare il suo Dono, si concentrò sulla legna, e si sprigionò una fiammata... un po' troppo alta, forse, perché Amelie si era bruciata il naso. Ma lei non era ancora riuscita a dominare il suo Potere. La Rinunciataria non si curava affatto della scottatura, tanto era stupita dalla cosa: la stava guardando con reverenziale timore. Amyra alzò le spalle, infastidita dalla cosa, e si avvolse ancora di più nel suo mantello. La tempesta non tardò molto ad arrivare, e le tenne in quella casupola per più di tre giorni. Una mattina, Amyra si svegliò e si accorse che la tempesta era passata. Ma cosa l'aveva svegliata? Il rumore di zoccoli e finimenti fu come una secchiata d'acqua, e uscì insieme alle due Rinunciatarie, che si erano intanto svegliate. Una figura incappucciata e fradicia stava venendo verso di loro. Amyra sentì che le donne estraevano i pugnali. Ma quando la figura abbassò il cappuccio, la riconobbe e le corse incontro.
«Rinfoderate i pugnali! È mia sorella! Misericordiosa Avarra, Fiamma! Ma, sei venuta a cercarci?»
«No,» fu la laconica risposta.
«Ma, allora, dove stai andando?»
«Ad Elvas.» Le immagini di fiamme e dolore che per un attimo ricevette dalla mente di sua sorella fecero passare ad Amyra la voglia di fare domande.









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Disclaimers

Fiamma decide di fuggire dalla Torre per raggiungere la sorella, bloccata in un rifugio per una tempesta.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008