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Forse una speranza

Amyra Hastur

Amyra si sedette, esausta, mentre un kyrri le porgeva pane nero e miele. Aveva lavorato duramente, ed ora non aveva quasi più la forza di mangiare. Quasi, appunto, perché in pochi minuti aveva divorato tutto quello che aveva davanti e stava chiedendo una seconda porzione. Stava meditando se potesse dar fondo al vaso di miele, quando sentì imperiosa nella sua mente la voce della Custode di Arilinn, nonché sua cugina Marelie Hastur, dirle: "Chiya, se hai finito di mangiare vorrei che tu venissi nel mio studio."
Amyra si apprestò ad andare, preoccupata da quello che poteva volere da lei la severa Marelie. Erano quasi tre mesi che era entrata ad Arilinn, e l'ambiente che vi aveva trovato non era certo dei migliori: lei era una Hastur, e per di più con un laran abbastanza potente, senza contare che il dono ricevuto dalla famiglia di sua madre, che era una Alton, metteva paura a molte persone. Una volta, ingenuamente, ne aveva chiesto il motivo ad un Monitore, e la laconica risposta che aveva ricevuto era stata: «Hanno paura che tu possa ucciderli.» Ucciderli! Figuriamoci! Ma forse, in un momento di rabbia... Per questo l'avevano sottoposta ad esercizi per controllare la propria ira e lei, mite per natura, non aveva riscontrato grosse difficoltà. Ma restava la diffidenza, che le pesava addosso come una pietra. L'arrivo davanti alla porta della Custode la riportò al presente. Stava per bussare, quando inaspettatamente fu la stessa Marelie ad aprirle. Impreparata a quell'espressione di gentilezza, ci mise alcuni secondi per riprendersi e ricordarsi di abbassare gli occhi, in segno di rispetto.
"Vai leronis, mi avete chiamata?"
Gettò una rapida occhiata alla stanza, in cui scoppiettava un'invitante caminetto, prima di sentire la risposta.
"Si, Chiya, ti devo parlare."
"Ho forse fatto qualcosa che non dovevo?"
"No, Amyra, stai tranquilla. Il tuo comportamento è stato eccellente, anche se mi è sembrato di capire che ti hanno messo un po' sotto pressione."
"Posso sopportarlo, Vai leronis."
"Non avevo dubbi, ma non è questo il motivo per cui ti ho chiamato. Tuo padre vuole che torni a Castel Comyn."
La ragazza rimase impietrita per alcuni secondi. Sapeva che suo padre la odiava, ma pensava che almeno la facesse rimanere nella torre per il tempo necessario per imparare a dominare i suoi donas!
Lo sconforto fu tale che non riuscì a controllarsi e si mise a piangere, lasciando inavvertitamente basse le sue barriere.
La Custode la osservò, comprensiva. La ragazza aveva un enorme potenziale, e le dispiaceva che se ne andasse. Aveva cominciato da poco l'addestramento per diventare Tecnico, anche se secondo lei era un po' sprecata per quel compito, con ottimi risultati. E se ne sarebbe andata probabilmente per sposare un uomo tre volte più vecchio di lei. Le immagini che le riempivano la mente erano di solitudine, dei freddi silenzi del padre, che la riteneva colpevole della morte di sua madre, più dolorose di qualsiasi sferzata. Ammise che quella ragazzina le faceva pena. Ma forse c'era un modo per aiutarla.
Quello che Amyra le disse fu quasi un urlo mentale.
"Vi prego, Vai leronis! Mi aiuti! Non voglio andare!"
"Si, forse un modo c'è. Lo consigliai ad un'altra ragazza, mi pare si chiamasse Shaya, ma è molto rischioso."
"Sono pronta a correre qualche rischio," l'assicurò Amyra.
"Bene, allora devi sapere che hai confini dei Domini Ardais e Aldaran sta nascendo una nuova Torre. Li accolgono tutti i telepati pronti ad andarci, e a correre qualche rischio. Si chiama Elvas. Ed è piuttosto innovativa, ma credo che tu potresti trovarti bene."
"E lì mio padre non mi ritroverebbe? Come posso raggiungerla?"
«Una domanda alla volta!» disse sorridendo la Custode. Era felice che alla ragazza piacesse l'idea.
"Domani mattina dovrebbe partire un gruppo di Rinunciatarie dirette a Neskaya. Andresti un po' fuori rotta, ma prenderesti del tempo. Mi metterò in contatto con la Custode di Elvas, e farò in modo che una o due Rinunciatarie di quella Gilda ti vengano incontro, magari alla stessa Neskaya. Ma dovrai rompere i ponti con la tua famiglia. È indispensabile, se non vuoi che ti scoprano."
Negli occhi di Amyra scintillava una stana luce, che non aveva mai visto. Già la prima volta che si guarda nei suoi occhi può essere scioccante, sia per quello strano colore, come di oro fuso, sia per la loro estrema espressività.
«Sono pronta a fare questo sacrificio,» disse calcando l'ultima parola con ironia. «Ma... anche con mia sorella?»
Sua sorella Fiamma era stata una madre per lei, anche se aveva solo un anno in più, e si era sempre sentita responsabile. Avrebbe anche sacrificato se stessa per lei, di questo Amyra era sicura.
La Custode percepì i suoi pensieri e le trasmise un sospiro mentale.
"Non lo so Chiya, questo dovrai deciderlo tu."
Si alzò, e con questo congedò la ragazza, che si inchinò brevemente e uscì.
"Spero di aver fatto la cosa giusta," pensò mentre si augurava che le potesse andare tutto bene.










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Disclaimers

Amyra Hastur, in addestramento ad Arilinn, viene informata che dovrà sposarsi presto. Decide di fuggire... a Elvas.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008