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Fuoco e laran

Amyra Hastur

Ogni minuscola fibra del suo essere era concentrata su quel piccolo pezzetto di stoffa. Aveva escluso tutto dalla mente, come le avevano insegnato, fino a ridurre il suo universo a quel pezzetto di tessuto. Concentrò tutto il suo essere, il suo potere e...
«Non così, chiya! O causerai un incendio! Non devi concentrare tutto il tuo laran, solo una piccola parte. Guarda, ti facciamo vedere.»
Così dicendo Kelan fece un cenno a Kasentlaya che, ferma all'estremità opposta della sala in cui stavano tenendo quella lezione ad Amyra, per aiutarla ad imbrigliare quel suo capriccioso dono, concentrò una piccola parte del suo laran sullo stoppino della candela che, con un lieve schiocco, si accese. Amyra, che era in rapporto mentale con loro, seguì tutta l'operazione, mordendosi un labbro.
«Adesso riprova tu,» disse Kelan, augurandole mentalmente buona fortuna. La pirocinesi della ragazza stava creando più problemi del previsto. Proprio per questo Kasentlaya partecipava a quelle lezioni durante le quali Amyra imparava a gestire il suo donas, soprattutto da quando, alcuni giorni prima, si era procurata un'ustione. Per fortuna Kelan era intervenuto in tempo, ricevendo il contraccolpo in se stesso. Amyra si era solamente fatta una piccola scottatura sul polso, ma il fatto l'aveva spaventata molto e le era stato d'avvertimento. In compenso, Kelan era stato costretto un giorno intero a letto, vegliato da Manolo, impegnato a combattere col dolore fisico ed i fantasmi del passato, che l'avevano lambito tra le lingue di fiamma.
Amyra annuì, decisa a non ripetere più lo stesso errore, e si concentrò. Provò la stessa sensazione di annullamento di prima: c'erano solamente lei e la candela in quella stanza. Kelan, naturalmente, che era collegato a lei mentalmente, la monitorava. Così, seguendo l'esempio a cui aveva appena assistito, Amyra visualizzò il suo laran come fiamme che l'avvolgevano e, al posto di concentrarle tutte sull'obiettivo, come aveva fatto prima, tese solo una minuscola particella, una scintilla che si staccò da lei, e la protese verso la candela che... si accese con una piccola fiammella scoppiettante.
"Ce l'ho fatta!" Amyra, che quasi gridò mentalmente quella esclamazione, era molto soddisfatta di se stessa. E notando la comparsa di una vena d'orgoglio nella mente del suo tutore, che restava impassibile ad un metro da lei, pensò che dovesse esserlo anche lui.
«Ma certo, chiya, finalmente hai imparato ad imbrigliare il tuo laran. Naturalmente siamo solo agli inizi, e dovrai esercitarti molto. Ma hai fatto un altro passo avanti. Così adesso non rischierai più di bruciarti! O di stendere il tuo tutore che eroicamente ti protegge!» Disse Kelan, ridacchiando alla propria battuta.
Amyra lo guardò, non riuscendo a capire cosa ci fosse da ridere se lei l'aveva quasi arrostito.
«Non affliggerti, chiya, quello che è successo è successo. A proposito, come va la tua ustione? È rimasta la cicatrice?» Amyra annuì, mostrando il polso offeso. «Fai vedere,» disse Kelan, prendendole delicatamente la mano. «Adesso stai bene attenta, perché è una delle lezioni principali per un Monitore.»
Riallacciando il contatto telepatico, immerse la propria coscienza nelle cellule della pelle, seguito da Amyra, una presenza costante all'interno della sua mente. Gradualmente, toccò mentalmente alcune cellule, mentre esercitò pressioni su altre, finché, dopo un periodo di tempo che parve interminabile ad Amyra, Kelan le fece notare la struttura della pelle del braccio, che pareva un turbinio di luci, mentre all'esterno, ad occhio nudo, la pelle era perfettamente liscia e nuova, senza ombra di cicatrici. Dopo di che, la condusse in un superficiale controllo dei suoi canali.
«Bene, adesso fallo tu, vediamo se riesci a farlo. Kas?»
La ragazza annuì, senza troppo entusiasmo, ma si stese sul divanetto che Kelan le indicava.
Amyra le rivolse un luminoso sorriso, grata che l'amica fosse lì con lei, prima di concentrarsi nuovamente.
Voleva a tutti i costi farcela.
Ricordò il ferreo autocontrollo di Kelan, e cercò di imitarlo, applicando i metodi di respirazione che le avevano insegnato ad Arilinn. Tese la mano, questa volta ferma e determinata, passandola a poca distanza dal corpo di Kas e... sì, riusciva a vedere i suoi canali! Annuì, soddisfatta, e informò la sua amica che era in perfetta salute.
Fece per voltarsi, ma fu presa da un giramento di testa e dovette sedersi. Kelan la guardò comprensivo, e disse:
«Ora vai, sei stanca. Mi raccomando, vai in cucina e mangia qualche barretta di frutta secca col miele. L'energia che si spende usando il laran va reintegrata, lo sai. E vai anche tu con lei, Kasentlaya.»
Kasentlaya sorrise, si alzò dal divanetto e fece cenno all'altra di seguirla.
Amyra fece una mezza faccia imbronciata, vergognandosi per aver ceduto così presto, ma approfittando del via libera, corse in cucina insieme all'amica per prendere qualcosa.
Kasentlaya, con mano esperta, aprì un'anta e in breve tempo ne uscì con diversi dolci al miele che divise con la compagna.
Non aveva fame, ma l'esperienza le disse di mangiare lo stesso, e in poco tempo la fame di chi usa il Potere la sopraffece, e divorò tutto quello che aveva davanti, giustamente imitata da Kasentlaya.










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Disclaimers

Amyra continua il suo addestramento, passando alle fasi più specifiche per il suo donas.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008