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Molti pianeti

Anthea Yllana Crowley

Ciao papà, io vado a scuola!»
Anthea uscì di corsa di casa. Era si nuovo in ritardo. Tabitha si sarebbe arrabbiata. Corse a perdifiato fino alla fine del corridoio, e appena svoltato l'angolo si trovò di fronte Tabitha, la sua migliore amica. L'espressione era calma, ma aveva le braccia incrociate, e Anthea la poteva sentire bruciare di rabbia.
«Ciao Tabitha!» disse trafelata.
Tabitha non si diede pena di rispondere. Si girò e si avviò svelta in direzione dei moli d'attracco. Anthea la seguì silenziosamente. Lei non avrebbe voluto far tardi, non oggi che andavano in gita su Callisto, ma non era riuscita a svegliarsi in tempo. Era riuscita ad aprire gli occhi soltanto quando si era svegliato suo padre, e a quel punto, anche se aveva sicuramente battuto ogni record di velocità nel vestirsi dell'intera stazione orbitante Iovis, era già troppo in ritardo.
Quando arrivarono al molo 3B dove la navetta le stava aspettando, Tabitha non aveva ancora aperto bocca. Riuscirono a entrare un attimo prima che si chiudessero le porte, e Mrs.Haydn, l'insegnante di geografia galileiana, lanciò loro un'occhiataccia.
«Avete la giustificazione?» chiese accigliata.
«No, prof, la portiamo domani,» rispose in fretta Anthea, e andò a sedersi con Tabitha negli unici posti rimasti liberi.
«Tabitha, mi dispiace. Davvero. Non è che non ho sentito la sveglia, è che ho continuato a riaddormentarmi finché non si è alzato anche mio padre.»
Tabitha si girò e le lanciò un'occhiata penetrante.
«Beh, non mi sembra tanto normale. Dovresti farti vedere.»
Vista dall'esterno sarebbe potuta sembrare una battuta per allentare la tensione, ma Tabitha conosceva benissimo il passato di Anthea tra psicologi e psichiatri, e sapeva quanto quell'accenno l'avrebbe ferita. Ma soprattutto, sentiva la cattiveria della ragazza, sentiva la sua rabbia come se fosse la propria.
«Non ti permettere, Tabitha,» sibilò, incapace di contenere quella rabbia straripante.
«E chi sei tu per dirmi quello che devo fare?»
Anthea tremò sotto la sferzata di collera che accompagnava le parole della ragazza. In risposta, sentì dentro di sé qualcosa tendersi, pronto a colpire. La rabbia di Anthea crebbe a dismisura e all'improvviso sentì il potere uscire dal suo corpo per riversarsi sulla ragazza. Anthea sentì l'urlo mentale di Tabitha e si ritrasse spaventata. L'amica giaceva ai suoi piedi svenuta, e lei non sapeva neanche che cosa fosse successo esattamente.
Nessuno sapeva dire che cosa fosse successo esattamente.









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Disclaimers

Un breve stralcio dal passato di Anthea.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008