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Messaggi dal passato

Fiamma Hastur

Fiamma era confusa. Ma dove... «Fiamma?» Amyra? Ma cosa... cosa stava succedendo? Dov'era? "Sì, certo." Ora ricordava tutto. Ma cosa l'aveva svegliata? Non ricordava...
«Fiamma, stai bene?»
«A dir la verità no, ho un'emicrania fortissima... ma cosa mi è successo?»
«Cosa ti è successo?» chiese Amyra irata. «E come posso saperlo? Perché hai alzato così tanto le barriere verso di me? Misericordiosa Avarra, sono tua sorella! Ho diritto di sapere quando stai male!»
"Ma perché si arrabbiava tanto?"
Il cipiglio di Amyra si addolcì un attimo quando vide la faccia sofferente della sorella. In effetti, Fiamma aveva semplicemente cercato di non farla preoccupare... «Tieni, bevi questo. Te lo ha portato Dana, ha detto che dovevi berlo appena ti svegliavi. Vedrai, ti farà star meglio.» Le porse una tazza contenente una brodaglia verdastra che non l'attirava per niente. L'assaggiò e le apparenze confermarono la realtà...era amarissima! «Bevilo!» disse Amyra, utilizzando la Voce del Comando.
Meccanicamente, Fiamma bevve fino all'ultima goccia, prima di lanciarle un'occhiata torva e dirle: «Questo non me lo meritavo! Cos'è, i ruoli si sono invertiti? Dovrei essere io a prendermi cura di te, e invece...»
Amyra si sentì invadere dalla nostalgia, ripensando ai giorni della sua infanzia dove l'unica madre che avesse mai conosciuto era la sua stessa sorella, di un solo anno più grande di lei. «Lo sai che ti sono grata per quello che hai fatto per me...»
«Lascia perdere. Lo so che mi vuoi bene, ma non mi va che usi il Potere su di me. Mi da i brividi pensare di essere così vulnerabile. Ma tu possiedi il Dono degli Alton in piena forma, vero? Scusa se te lo chiedo, ma quando sono partita per Neskaya tu non l'avevi ancora, e sono restia a credere che nostro padre ti abbia dato il permesso di...»
Si fermò bruscamente, consapevole solo allora di quello che aveva detto. Ricordava ancora chiaramente quando, più di un anno prima, suo padre l'aveva accompagnata dalla nonna materna, la sua parente più prossima della famiglia Alton, che le aveva risvegliato il suo Potere, rischiando la sua morte, ma suo padre era molto orgoglioso che lei avesse dimostrato così di essere pienamente una Comynara dotata del Dono degli Alton. E quando, ingenuamente, aveva chiesto se anche la sorella sarebbe stata sottoposta alla prova, suo padre aveva detto sprezzantemente: «Amyra? No di certo. Anche se ha avuto il Mal della Soglia, sono sicuro che ha pochissimo laran, e di sicuro non il Dono degli Alton.»
Si accorse di aver trasmesso quel ricordo alla sorella, ed impallidì.
«Tranquilla, lo sapevo già. In effetti, dopo che tu sei partita, in seguito al risveglio dei tuoi poteri, per me è stato un periodaccio. Non riuscivo a controllare la telepatia, e mio padre non voleva farmi esaminare da una Sapiente, né mandarmi in una Torre. Per disperazione, ho chiesto a nostra nonna, in un periodo che per lenire la preoccupazione si occupò lei di me, di sottopormi alla prova, perché così almeno mi avrebbero mandato in una Torre. L'alternativa era la pazzia. E come vedi...» Fece un largo gesto con la mano, come per dire che si era meritata il suo posto.
«E nostro padre si è arrabbiato?»
«O, sì! Ma ho dovuto sopportarlo poco, perché mi ha spedito ad Arilinn. Merito della nonna...» E sorrise.
In effetti, proprio come la sua somiglianza con la madre l'aveva fatta odiare dal padre, così invece aveva trovato l'affetto dei nonni, che avevano voluto molto bene alla figlia morta. Fiamma era fiera della sorella, per come si era comportata. Adesso, era diventata importante per la famiglia e... impallidì di nuovo.
«Amyra, adesso non potranno più fare a meno di te! Ti verranno a cercare! Oh, che guaio!»
«Non ti preoccupare. Nessuno sa che sono qui. E poi, voglio solo terminare il mio addestramento. Se i miei doveri verso il clan... saranno insormontabili, dovrò sottostare ad essi,» disse lugubremente.
Fiamma era commossa. Non sapeva che sua sorella fosse così coraggiosa. Oltretutto, rifletté, questo anche per colpa sua. Se lei era morta, la famiglia si sarebbe data da fare per cercare almeno l'altra sorella. Cosa doveva fare? Oltretutto, con il suo addestramento... che problema! Ma una cosa per volta.
Per distrarsi disse: «A proposito, quando andiamo a fare la conoscenza della Custode di Elvas?»
«Quasi dimenticavo! Io vado oggi, ma tu sei ancora troppo debole. Mi raggiungerai domani, così avrai recuperato tutte le tue forze. Non avrai paura di stare da sola, vero?» disse, con un pizzico d'ironia.
«Figuriamoci! Vai pure.» Ma, in effetti, non le andava di rimanere sola. Non così presto.









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Disclaimers

Finalmente ad Elvas!

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008