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La donna più bella di Darkover

Gwennis n'ha Hannah

I venti più tiepidi che avevano scatenato tanto scompiglio solo pochi giorni prima, precipitando Elvas nella dolce follia del Vento Fantasma, avevano sciolto un poco la neve, e un pallido sole rosato di fine inverno brillava sulla fanghiglia delle vie. Gwennis camminava a lunghi passi lungo la stradina con una borsa sotto il braccio piena di patate e insalata, e il piccolo Aengus sulle spalle. Voleva sfruttare al meglio le ultime ore di luce e aveva lasciato la Gilda appena possibile per preparare la cena per sé e la famigliola McKee con le verdure datele da Benton, che erano migliori di quelle un po' misere che Shann stava cercando di far crescere. Se Shann si era procurato un paio di conigli come aveva promesso - il capo stalliere stava anche cercando di allevare qualche animale da cortile, ma ancora non ne avevano abbastanza - una volta tanto il giovane Alban avrebbe mangiato cibo decente. Negli ultimi giorni era rimasto fuori fino a tardi con i gemelli MacAran con la scusa di addestrarsi, e tutti e tre partivano ogni tanto per qualche esplorazione dei dintorni, mangiavano radici e carne cruda o si ingozzavano di funghi; i due uomini erano pienamente affidabili e non correvano il rischio di dare ad Alban qualcosa che gli faceva male, e inoltre quella vita lo irrobustiva, ma Gwennis voleva cogliere l'occasione per somministrargli un pasto come si deve.
E infatti ecco là Shann che avanzava passando accanto alla fontana, con le sue trappole nella bisaccia, la spada che aveva ripreso a portare al fianco quando si allontanava dal villaggio e un paio di conigli morti legati a uno spago nell'altra mano. Belle bestie sane e robuste, dal pelo lucido; Gwennis ringraziò Evanda per il dono delle sue creature e decise che da quelle pelli poteva uscire un manicotto o un berretto di buona qualità. E Shann aveva promesso che con la bella stagione le avrebbe insegnato a usare le trappole.
Stava per avvicinarsi al compagno con un gran sorriso, caldo come diventava il suo cuore ogni volta che lo vedeva, quando notò qualcos'altro che dapprima la sorprese semplicemente. Davanti alla porta della bottega di Shann stava una donna in abiti da viaggio, lunghe gonne ampie di lana pesante da cui spuntavano stivali infangati e un mantello grigio-azzurro. Aveva gettato indietro il cappuccio e i capelli castani erano sparsi sulle spalle e spioventi in morbide bande attorno al viso. Era un poco più giovane di lei. Gwennis batté le palpebre e si fece più vicina, pur restando nell'ombra del vicolo. Aengus sulle sue spalle si agitò perplesso, e lei tese indietro una mano per accarezzarlo, continuando a studiare la sconosciuta.
Aveva un viso magro ed elegante, un poco sciupato, ma in un modo che aggiungeva carattere. Le sottili sopracciglia erano lievemente aggrottate su un paio d'occhi del colore di un ruscello limpido all'alba quando la foschia della notte ancora indugia a offuscare la superficie. Pur non essendo mai stata realmente attratta da una donna, Gwennis sapeva riconoscere la bellezza quando la vedeva, quel genere di bellezza che non ti lasciava staccare lo sguardo, che tu fossi una donna, un uomo, un ragazzo, un animale o un essere inanimato... L'attaccatura del naso e le guance, scurite dalle intemperie, erano sparse di lentiggini, e la bocca in quel momento era stretta in una smorfia seccata e tagliente. La mano guantata teneva le redini di un pony carico di bisacce.
Incuriosita, Gwennis stava per avanzare e chiederle chi fosse, quando la vide girarsi come se avesse sentito l'avvicinarsi di qualcuno, e posare gli occhi su Shann. Stava aspettando lui, e l'inverno più profondo improvvisamente si chiuse di nuovo attorno al cuore di Gwennis quando vide la donna misteriosa illuminarsi alla sua vista. Con orrore, senza poterne fare a meno, Gwennis spostò lo sguardo su Shann e vide un'identica reazione sul viso del suo compagno. Il capo stalliere avanzò di un paio di passi verso la donna con un sorriso incredulo e commosso, poi lasciò cadere i conigli e la abbracciò.
Aengus le stava tirando la treccia, ma Gwennis non se ne accorse. Non aveva mai davvero indagato nel passato di Shann, accontentandosi delle sue assicurazioni che lei era la prima che avesse mai veramente amato. Eppure quella donna doveva essere stata importantissima per lui, e lui per lei, da come lei gli aveva gettato le braccia al collo. Se la bacia li ammazzo tutti e due, pensò per un attimo, ma Shann fece di peggio. Mentre la stringeva, accarezzandole i capelli, Gwennis lo vide bene in viso, e vide che stava piangendo.
Gwennis chiuse gli occhi. Una donna capace di far piangere di gioia Shann. Una donna così bella, così delicata e forte e affascinante. Ce n'erano tante a Elvas di comynare più raffinate e classicamente belle, o di fanciulle più procaci e statuarie, ma quella era speciale, e di tutti gli uomini del villaggio, aveva dovuto venire a cercare il suo. Un turbine di pensieri le attraversò la mente. Gwennis non aveva una possibilità con quella donna bellissima. E perché avrebbe dovuto averne, tutto sommato, e che cosa doveva importare? Tutti quei discorsi della notte del Vento Fantasma erano stati discorsi da ubriachi, e lei non poteva certamente competere, con i suoi capelli come tanti cavaturaccioli e gli occhi di un banale bruno e il passo e i vestiti da soldato. No, non aveva importanza, perché lei comunque poteva trovarsene mille di uomini, anche se questo era stato il primo e il più bello e il più dolce e quello che le avrebbe spezzato il cuore...
«Mamma!»
Gwennis riaprì gli occhi di scatto all'urlo. Alban era apparso sulla soglia delle scuderie e adesso stava precipitandosi verso la sconosciuta. Gridò di nuovo «Mamma, mamma!» e le si catapultò fra le braccia, rischiando di abbattere al suolo sia lei che Shann. La donna si chinò su di lui, lo abbracciò e lo coprì di baci e se lo riguardò da tutte le parti fin quasi a consumarlo, e alla fine cominciò a riempirlo di improperi agitandogli un dito davanti al naso, mentre Shann, dopo essersi asciugato le lacrime di nascosto, gettava indietro la testa e rideva.
Aengus a quel punto era profondamente seccato che non si andasse a casa al caldo. Gwennis si sentiva il cuore che rischiava di schizzarle fuori dal petto. Mise giù la borsa delle provviste, si tolse dalla schiena la bisaccia con il bambino e se lo strinse al petto. «Buono, piccolo, piccolo mio,» sussurrò, stringendo forte gli occhi. «La tua mamma è un'idiota, lo sai? Una completa deficiente. Io spero tanto che tu abbia preso da tuo padre, così sarai soltanto un po' tonto.» Si asciugò gli occhi e il naso, si schiarì la gola, tenne il bambino con un braccio mentre con l'altro raccoglieva la borsa di patate, e attraversò la strada.
«Gwennis!» esclamò Shann con un radioso sorriso. «Guarda chi c'è. Ti presento mia sorella Maeve! È venuta a...» Sollevò le sopracciglia e si rivolse alla sorella. «Che cosa sei venuta a fare, esattamente?»
Maeve si raddrizzò di nuovo, con la mano saldamente stretta sulla collottola di Alban. «Secondo te cosa sono venuta a fare, Shann?» gli disse con un cipiglio da far paura. «Questo qui mi scappa via di casa dicendo che deve andare ad aiutare lo zio e non dà più notizie di sé! Non sei stato imprudente, vero, Alban? Sei stato attento con quella spada?»
«Sono felice di conoscerti, Maeve,» disse Gwennis, «e non devi preoccuparti. Io sono Gwennis n'ha Hannah.» Si aspettava un poco di diffidenza da parte della donna più giovane, in considerazione dei suoi abiti e del suo nome, ma non ne trovò, solo una tranquilla curiosità. «Sono la libera compagna di tuo fratello. Ci siamo occupati di Alban come se fosse nostro. E direi che sta benissimo.»
Alban alzò lo sguardo con allarme. «Non sei venuta a riportarmi a casa, vero, mamma? Sto bene, qui. Voglio dire, tu mi mancavi tanto, ma kiyu Shann mi fa lavorare alla bottega, e alle scuderie, e poi ho fatto amicizia con due ex-soldati che mi stanno insegnando a usare la... a diventare più bravo con la spada, ma solo per difendermi, naturalmente, e...» Parve rendersi conto che con ogni parola si cacciava sempre di più in un ginepraio, e finì per ricorrere all'arma finale, il sorriso dei McKee.
Maeve sospirò. «Adesso vediamo, Alban. Sono appena arrivata, dopo tutto, e ho voglia di fare una bella chiacchierata con i tuoi zii... dato che ho sentito che c'è qui anche Benton!»
Shann diede una pacca sulle spalle al nipote. «Vai a chiamare kiyu Benton, digli di venire a cena da noi che c'è una sorpresa. Digli pure di portare anche Liriel, ah, e un altro coniglio. Corri!»
Il ragazzo schizzò via sprizzando gioia. Maeve lo seguì con lo sguardo, poi rivolse gli occhi su Gwennis. «Grazie,» disse semplicemente. «Non vedo l'ora di sapere tutto di voi e di questo posto.» Abbassò lo sguardo sullo sbalordito Aengus che sembrava altrettanto affascinato dalla sconosciuta. «E allora, questo è mio nipote?»
Shann rise di nuovo e mise un braccio attorno alle spalle di Maeve. «Forza, chiacchiereremo in casa.» Guardò Gwennis e Aengus con orgoglio e fece loro cenno di avviarsi, poi raccolse i conigli e condusse il cavallo di Maeve nella stalla. Gwennis si affiancò a Maeve, bilanciando Aengus sul braccio. Il mondo era di nuovo in ordine, e finalmente capiva perché quella donna le fosse tanto piaciuta dal primo istante.










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Disclaimers

La vita di Alban si semplifica quando arrivano nuovi McKee al villaggio.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008