[Home] [La storia del Progetto Elvas] [Regole Utilizzate]
[Personaggi] [Luoghi] [Racconti] [Download]
[Cronologia] [Genealogia] [Dizionario] [Musiche] [Immagini e Disegni]
[Giocatori] [Incontri] [Aggiornamenti] [Credits] [Link] [Mail]
barra spaziatrice
[torna a Racconti] [E.S.T. dE +3, febbraio (5)] [Credits & Disclaimers]



Una Custode di troppo

Kasentlaya Ridenow

La giovane Rinunciataria camminava a passo svelto fra la folla del mercato. Era una giornata fredda e nell'aria c'era sentore di neve, ma nemmeno il brutto tempo avrebbe impedito agli abitanti del villaggio di disputarsi a gran voce le povere merci esibite dai contadini che abitavano la zona. E di certo non avrebbe impedito a lei di mantenere la promessa fatta.
Era stato per tutti un inverno duro, rifletté Kasentlaya. Nelle locande in cui si erano fermate la gente non parlava che di neve e di agnelli nati morti. Persino le Rinunciatarie della Gilda di Arilinn si erano stupite del fatto che lei e il gruppo che l'accompagnava viaggiassero con un tempo come quello, che era peggiore del solito. Quasi evocato da quei pensieri, il vento gelido proveniente dalle montagne le aprì il mantello, infilando le sue dita impietose tra i capi di vestiario che la ricoprivano. Imprecando tra i denti, la ragazza cercò di riavvolgersi la pesante stoffa attorno al corpo, ma il mantello continuava a sfuggirle dalle mani, impigliandosi nel fodero del lungo coltello che portava al fianco. Kasentlaya accelerò il passo. Si sarebbe messa a correre se non avesse rischiato di buttare gambe all'aria qualche passante. Notò distrattamente che nessuno sembrava far caso ad una Rinunciataria, non come era stato tra le montagne dove erano state guardate con stupore e sospetto. Forse era per la presenza di una Gilda. E quella di Arilinn conteneva di certo più Sorelle di quella di Elvas. Mentre camminava tastò nervosamente sotto la sopratunica, finché non sentì la lettera di Elayna sotto le dita guantate. Si chiese per l'ennesima volta che tipo di accoglienza avrebbe ricevuto alla Torre. L'aveva vista solo da lontano, nell'avvicinarsi al villaggio, e le era parsa molto più maestosa della Torre Verde, ma se gliel'avessero chiesto non avrebbe saputo dire di più.
Ricordava vagamente una noiosa lezione durante la quale Mikhail le aveva parlato delle Torri di Darkover. Stando a quanto le aveva detto, Arilinn era la Torre più importante di tutte, sia per la sua posizione che per il numero di Cerchi che vi lavoravano, o almeno lo era diventata dopo la distruzione di Hali. Arilinn non aveva mai conosciuto il disastro o la tristezza dell'abbandono e non ne portava i segni come Elvas. Mikhail le aveva anche spiegato che in quella Torre venivano accettati solo telepati di puro sangue comyn e che un bastardo, per quanto dotato, non sarebbe mai stato accolto per l'addestramento.
La strada che Kasentlaya stava percorrendo svoltò bruscamente a sinistra. Ciò che le stava di fronte non fece altro che confermare la prima impressione che aveva avuto della Torre. La costruzione si ergeva più alta di qualsiasi edificio si trovasse nelle sue vicinanze, visibile per miglia intorno. Ma mentre Elvas le aveva sempre trasmesso un senso di calore, dalle pietre dell'alta costruzione che le si stagliava davanti emanava tutta l'arroganza dei nobili dei Domini. Gli abitanti del villaggio non sembravano notare la presenza della Torre, presi dai loro affari. Al massimo le lanciavano qualche occhiata piena di rispetto prima di andarsene per la loro strada. Kasentlaya si rese conto di essere ferma in mezzo alla strada a fissare la costruzione come un'idiota. "Come se non avessi mai visto una Torre!"
Senza perdere altro tempo si avvicinò all'edificio. Poteva quasi percepire la presenza del Velo, l'invisibile barriera che isolava la Torre dalla vita del villaggio che la circondava. Quando si trovò a superarlo, le parve che dita indifferenti la frugassero e ne rimase nauseata.
Il cortile lastricato che si apriva davanti all'edificio principale appariva deserto, ma da una costruzione più piccola, uscì uno dei servitori non umani delle Torri. Il kyrri si diresse verso di lei e le si fermò accanto, attendendo di conoscere il motivo della sua visita. Kasentlaya poteva leggere un pizzico di curiosità nei suoi grandi occhi dorati.
«Vorrei vedere la Custode,» disse per rispondere alla muta richiesta, «se è occupata posso aspettare.»
Il kyrri chinò il capo e le fece cenno di seguirla all'interno della Torre. La condusse in un piccolo salottino, poi si inchinò di nuovo e scomparve, lasciandola libera di dare un'occhiata in giro.
L'arredamento della stanza le ricordava molto quello di Elvas, ma tutto sembrava in qualche modo più raffinato. Kasentlaya scrollò le spalle e si avvicinò al caminetto. Dopo essersi sfilata i guanti, tese le mani verso le fiamme che ardevano alte, alimentate da numerosi ciocchi di legno, cercando di scrollarsi di dosso il gelo esterno.
Un rumore alle sue spalle la fece sobbalzare. Era talmente immersa nei propri pensieri da non essersi accorta della presenza di un telepate. Kasentlaya si voltò di scatto, portando involontariamente una mano al coltello e si ritrovò faccia a faccia con una giovane più o meno della sua età.
La nuova venuta era chiaramente una Hastur, o almeno imparentata strettamente con la famiglia. I suoi capelli erano del colore delle fiamme del camino, e sul suo viso si scorgevano evidenti le tracce del sangue chieri.
La giovane comynara era avvolta nelle vesti cremisi di una Custode.
Kasentlaya chinò il capo in segno di rispetto e rimase in silenzio, attendendo che fosse l'altra a presentarsi per prima.
«Benvenuta, mestra,» esordì la sconosciuta, «il mio nome è Leonie Hastur.»


barra

Leonie stava seduta accanto alla finestra, per sfruttare la poca luce del pomeriggio invernale e teneva tra le mani il ricamo, guardando svogliatamente il cielo plumbeo. Se Marelie l'avesse vista in quel momento, le avrebbe di certo dato una lavata di capo. Non passava giorno senza che la Dama di Arilinn le ricordasse che una Custode non deve mai stare con le mani in mano. E non passava giorno senza che Marelie le parlasse delle responsabilità connesse alla sua carica. Ma Leonie era stanca di sentir parlare di responsabilità. A lei interessava il potere che la sua posizione le avrebbe un giorno portato. La giovane sbuffò irritata, spostandosi sulla sedia. Marelie non le aveva ancora permesso di guidare un Cerchio senza la sua supervisione. E la Custode di Arilinn non era nemmeno lontanamente come era stata Fiora.
D'improvviso la sua attenzione venne attirata da qualcosa che stava succedendo nel cortile, sotto di lei. Una sconosciuta si era fermata quasi sotto la sua finestra ed uno dei kyrri le si era avvicinato. La donna sembrò discutere per qualche istante con il servitore che, dopo essersi inchinato, le fece cenno di seguirla. I due scomparvero all'interno della Torre.
Leonie si alzò di scatto e il ricamo, ormai del tutto dimenticato, cadde sul pavimento.
Che cosa poteva volere una Rinunciataria da loro? Probabilmente, si disse l'apprendista Custode, era una semplice messaggera. Ma sapere quale tipo di messaggio la donna portasse avrebbe comunque contribuito a spezzare la monotonia. Leonie si affrettò a scendere le scale.


barra

Kasentlaya studiò la giovane donna che le stava davanti con curiosità, chiedendosi cosa volesse da lei.
«Il mio nome è Kasentlaya n'ha Myria. Su serva vai leronis.» Chinò di nuovo il capo. Fiona non richiedeva il rispetto dell'etichetta, ma Kasentlaya sapeva che quelli delle Pianure erano piuttosto permalosi riguardo certe cose. Specialmente gli Hastur.
La comynara la fissava come se la stesse soppesando. Kasentlaya provò ad estendere la sua mente cercando di capirne le intenzioni, ma incontrò soltanto un muro di silenzio.
«Posso chiedervi perché siete qui, mestra?» Leonie si sedette su una poltrona accanto al caminetto e fece cenno alla giovane Rinunciataria di fare altrettanto.
«Devo consegnare un messaggio alla Dama di Arilinn.» Kasentlaya rispose con circospezione. Che diavolo voleva quella sconosciuta da lei? Che fosse stata mandata da Marelie? In cuor suo la ragazza non lo credeva possibile.
Leonie non parve troppo sorpresa della cosa. «Se volete potete riferire a me, mestra. Di certo saprete che una Custode è sempre molto impegnata. E, dopo tutto, lo sono anch'io.»
Kasentlaya annuì senza ribattere. Come poteva dire alla comynara di farsi gli affari suoi evitando di offenderla? Poi le venne in mente un modo.
«Ma non siete la Dama di Arilinn. Chi mi ha affidato l'incarico mi ha chiesto di consegnare il messaggio nelle sue mani e non in quelle di altri, mi spiace.»
Questa volta Leonie la fissò sorpresa. Forse pensava che Kasentlaya si sarebbe lasciata intimidire da un semplice abito cremisi. «È così importante che glielo consegnate di persona? Date a me il messaggio e vi giuro sul mio onore che lo farò pervenire personalmente a domna Marelie.»
Kasentlaya scosse il capo. Dalla voce della comynara traspariva una punta di disprezzo.
«Pensate che una Custode non possa avere tempo per una come me, non è così?» Leonie arrossì violentemente e Kasentlaya sorrise suo malgrado. «Non vergognatevene domna. La maggior parte dei nobili la pensano come voi. Ma il mio giuramento mi impone di obbedire alle richieste del mio datore di lavoro fino alla scadenza del contratto. Contrariamente a quanto sembrate pensare, anche le Rinunciatarie hanno onore.»
Prima che Leonie potesse ribattere, Kasentlaya proseguì.
«Se posso chiedervelo, domna, Marelie gode di buona salute?»
L'apprendista Custode annuì incapace di rispondere.
«Allora vorrei parlare con lei. Se non vuole vedermi che sia lei stessa a dirmelo.»
Come se quelle parole avessero attirato la sua attenzione, la presenza di Marelie parve improvvisamente riempire la stanza.
"Vedo con piacere, Leonie, che hai già provveduto ad accogliere degnamente la nostra ospite. Ti sarei grata se la accompagnassi nel mio studio."
Kasentlaya poté avvertire un pizzico di malcelato divertimento dietro quelle semplici parole. Leonie, ancora più imbarazzata di pochi istanti prima, si alzò dalla poltrona e si avviò fuori dalla stanza senza il coraggio di guardarla in faccia.
Kasentlaya si concesse un lieve sorriso, poi si affrettò a seguirla.


barra

Lo studio della Custode si trovava al secondo piano dell'edificio. Quando le due donne giunsero davanti alla porta che dava accesso alle stanze di Marelie, Leonie esitò incerta per alcuni istanti con la mano sulla maniglia prima di far entrare quella che Marelie aveva definito la loro ospite.
La Dama di Arilinn stava seduta accanto al fuoco. Quando la porta si aprì, alzò gli occhi, osservando con interesse la nuova venuta. Nel notare che anche Leonie era entrata nella stanza, si schiarì la voce.
«Lasciaci sole, bambina.» La voce era gentile, ma quelle parole avevano tutta l'aria di essere un ordine.
La giovane comynara si bloccò e fece per protestare ma, dopo aver dato un'occhiata alla faccia della Custode, si affrettò a fare come le era stato chiesto, richiudendosi l'uscio alle spalle.
«Sei cresciuta dall'ultima volta che ci siamo viste. In maniera inaspettata oserei dire.» La Custode le fece cenno di avvicinarsi.
«Cambiano molte cose in due anni.» Kasentlaya frugò sotto il mantello e le porse la lettera di Elayna.
Nel vedere il sigillo che chiudeva la missiva, gli occhi della Custode si velarono di tristezza.
«Pensavo si fosse dimenticata di me.»
«Non possiamo usare i relè per trasmettere messaggi, lo sapete vai leronis. Ma parla spesso di voi,» Kasentlaya si sedette di fronte alla donna più anziana.
«Sai di che si tratta?» chiese Marelie, rompendo la ceralacca.
«Non so ancora leggere,» ammise Kasentlaya, un po' imbarazzata. Aveva sempre invidiato la sua sorellastra per quello.
Marelie rimase in silenzio per alcuni istanti, studiando la pergamena, poi esclamò:
«Che ospite maleducata sono! Posso offrirti qualcosa? Magari uno jaco? Sono sicura che fuori deve fare freddo come nel nono inferno di Zandru!»
La giovane espresse la sua gratitudine e poco dopo un kyrri fece il suo ingresso nello studio, lasciando un vassoio sul tavolino accanto alla poltrona della Custode. Marelie porse una tazza di jaco a Kasentlaya e versò per sé un bicchiere di firi. Kasentlaya sorseggiò il liquido caldo, studiando la donna che le stava davanti e aspettando che dicesse qualcosa.
Visto che Marelie non pareva avere alcuna intenzione di rompere il silenzio fu lei a farlo.
«Vai leronis, sono certa che non mi avete offerto da bere solo per il piacere della mia compagnia.»
Marelie sorrise. «Come vanno le cose ad Elvas?»
Kasentlaya rimase in silenzio per alcuni minuti. Sapeva di stare camminando su un terreno pericoloso. Marelie aveva di certo investito molto sul progetto di Fiona, ma non avrebbe esitato a svendere loro e i loro segreti al Consiglio se ciò le avesse portato un vantaggio maggiore. E nonostante tutti i comyn dovessero fedeltà ad Hastur, la ragazza si sentiva molto più indebitata con la Custode della Torre Verde.
«Voi ne sapete di sicuro più di me,» rispose cautamente.
Marelie poggiò il bicchiere sul tavolino. «Allora forse non sai che il Consiglio dei Comyn è molto interessato alle vostre attività.»
Kasentlaya non riuscì a trattenere un moto di sorpresa. "Ci hanno scoperti?"
«Fiona lo sa?» "Domanda stupida," si disse non appena l'ebbe posta.
Marelie annuì. «Pensavo ve ne avesse parlato.»
«Non ho frequentato molto la Torre, prima di partire, ma immagino che abbia avuto i suoi motivi per non farlo. Credo che una notizia del genere provocherebbe il panico. Specialmente tra coloro che sono ad Elvas contro il parere delle proprie famiglie.»
«Sì. So che Fiona ha accolto chiunque fosse disposto a dare una mano al suo progetto.» C'era una nota di stizza nella voce della Custode, come se non approvasse le scelte della collega.
Kasentlaya cercò di ignorarla. «Cosa farà adesso il Consiglio? Mi meraviglia che non si siano accorti di noi molto prima. In fondo non abbiamo mai veramente cercato di nasconderci troppo.»
«Vogliono sapere cosa state combinando.»
Kasentlaya scoppiò a ridere. «Di cosa hanno paura? Pensano che progettiamo un attacco contro i Domini?»
«Ti sembrerà strano bambina, ma è proprio ciò che temono. Ma soprattutto temono che dietro al progetto di Fiona si nascondano gli Aldaran.»
«Aldaran?» la giovane sentì un brivido correrle lungo la schiena. "Questo potrebbe scatenare una guerra."
«Non stiamo facendo nulla di male,» disse poi.
La Dama di Arilinn scrollò le spalle. «Io non posso garantire per Fiona davanti al Consiglio. Nessuno deve sospettare che io, o una qualunque altra Custode, sappia di Elvas. Suppongo che la manderanno a chiamare per testimoniare davanti ai rappresentanti delle famiglie.»
Kasentlaya si sentiva sempre più a disagio. Sapeva che Marelie non avrebbe mosso un dito per proteggere Fiona e questo la faceva infuriare, ma soprattutto ne era disgustata. Tutte le Custodi erano pronte ad approfittare dei cambiamenti che il successo della Torre Verde avrebbe portato. Ma in caso di fallimento... beh, sembrava che già se ne stessero lavando le mani.
Seguendo un impulso improvviso si alzò in piedi e lanciò un'occhiata fuori dalla finestra.
«Spero che mi perdonerete, vai leronis, ma non penso di potermi trattenere oltre. Alla Gilda si staranno chiedendo dove sono finita e se tardassi ancora...»
Marelie alzò una mano, interrompendola. Poteva percepire i sentimenti della ragazza e, in parte, anche comprenderli.
«Non preoccuparti, non sarò certo io a impedirti di mancare ai tuoi impegni.»
Anche lei si alzò e accompagnò la Rinunciataria alla porta. Mentre la ragazza si avviava verso le scale, la richiamò improvvisamente.
La giovane si voltò, esitando.
«Fa attenzione, piccola.» furono le parole che Marelie disse prima di scomparire nelle sue stanze.


barra

Mentre stava per uscire dall'edificio, Kasentlaya si sentì chiamare. "Che c'è adesso?" pensò infastidita.
Leonie aveva sceso le scale dietro di lei e la guardava con rabbia.
«Mi avete fatto fare una figura meschina, mestra
Kasentlaya non poteva fare a meno di essere divertita dal tono piccato della Custode, «Vai leronis, siete ingiusta nei miei confronti. Se il mio comportamento vi ha in qualche modo offeso, vi chiedo scusa. Non ritengo però di aver fatto nulla di simile. In quanto al rispetto connesso alla vostra carica, quello ve lo dovete guadagnare.»
Detto questo la giovane si voltò e uscì, diretta verso la Gilda. Quando arrivò alla piazza del mercato stava ancora ridendo.









barra









Disclaimers

Di passaggio ad Arilinn, Kasentlaya ha un colloquio con Marelie che le comunica il fatto che Elvas è stata scoperta.

torna all'inizio







The Elvas Project © 1999 - 2008
© SDE Creations
Ultimo aggiornamento: 31/12/2008