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L'arrivo a Elvas

Loreena

Non mi sembra ancora vero! Sono qui, in una Torre, e sto per incontrare una vera Custode!
So che questo può sembrare del tutto normale a ogni giovane rampollo nobile di Darkover, ma per una figlia di contadini è un sogno talmente lontano che faccio ancora fatica a credere di essere davvero qui.
So di essere giovane e inesperta, ma so anche di possedere il laran, anzi, di averlo sempre posseduto. I miei capelli sono neri come ali di corvo, e l'onestà di mia madre è specchiata. Nessuno ha idea di come mai nella mia famiglia si sia manifestato un simile donas, ma è un dato di fatto che io abbia il potere di spostare gli oggetti e leggere nelle menti di chi mi sta accanto.
E ora sono qui, in un edificio che finora ho visto solo nei miei sogni. Sento pulsare in ogni pietra una forza antica e a stento controllabile. Sento l'eco del Cerchio che ha lavorato fino a poche ore fa, come se la sua energia permeasse ancora l'aria. E sento lei, la Custode, che si sta avvicinando.
Provo come una vertigine e per un attimo ho una visione: davanti a me c'è uno specchio e l'immagine che mi fissa, ammantata da vesti cremisi, è la mia.
Mi sorreggo al bordo del tavolo per non cadere, sbattendo gli occhi per mettere meglio a fuoco ciò che vedo. La figura rossovestita rimane, ma i suoi tratti cambiano. Improvvisamente mi rendo conto di essere lì, come un'idiota, in piedi a fissare sfrontatamente in viso la Custode di Elvas. Arrossisco fino alla radice dei capelli, e mi affretto a chinare lo sguardo e le ginocchia in un patetico tentativo di inchino.
«Alzati, piccola.» La voce è gentile e incredibilmente giovane.
Lancio uno sguardo obliquo: la signora della Torre mi sta scrutando con un accenno di sorriso.
«Sembri un po' troppo giovane, per ricevere l'addestramento base. Quanti anni hai?»
«Dodici, vai leronis,» balbetto ricordandomi la formula appresa dalle Rinunciatarie durante il viaggio.
La Custode aggrotta le ciglia, in un gesto che la fa sembrare più vecchia e severa.
«Non sei ancora diventata donna...» mormora allungando una mano a sfiorarmi la fronte. «Eppure sei già incredibilmente dotata,» conclude con un tono di meraviglia.
«Mostrami la tua matrice!»
Arrossisco ancora di più, rendendomi conto che non ho la più pallida idea di cosa mi stia chiedendo.
«Ti ho chiesto di mostrarmi la tua matrice.» Questa volta la domanda risuona direttamente nella mia mente. È la prima volta che qualcuno mi si rivolge in questo modo e, benché il tono non sia affatto minaccioso, mi trovo a tremare come un cucciolo spaventato.
La Custode si accorge del mio stato e il suo sguardo si fa ancora più stupito.
«Non hai una pietra...»
Vorrei sprofondare sotto terra! È una vita che sogno questo momento e ora sto facendo la figura della contadina ignorante che sono in realtà. Come se non bastasse comincio a piangere senza controllo, con grandi singhiozzi, come una bambina piccola.
La Custode è imbarazzata: è evidente che non sa come comportarsi e questo rende il mio pianto ancora più disperato. Alla fine lascia la stanza e io crollo sulla panca, il viso nascosto tra le braccia, desiderando diventare tutt'uno con il pesante tavolo d legno scuro.
Non so dire quanto tempo passa, ma all'improvviso sento una mano che mi accarezza i capelli e una voce dolce che mi saluta.
«Hey, ma che cosa abbiamo qui? Un topolino spaventato o una giovane guerriera coraggiosa?»
Tiro su col naso e rispondo senza alzare la testa. «Un topolino...»
La risata allegra mi scalda come un fuoco di notte.
«Beh, almeno sei sincera!» Mi sollevo a osservare la Rinunciataria che mi sta consolando. Non appartiene al gruppo con cui sono arrivata alla Torre.
In risposta alla mia evidente curiosità si presenta. «Mi chiamo Dana n'ha Angela, e sono la guardia del corpo della Custode.»
L'accenno alla Leronis mi fa tornare le lacrime agli occhi, ma una risatina della Rinunciataria blocca il pianto sul nascere.
«Dovevi vedere la sua faccia! Fiona non ha mai avuto a che fare con un bambino in tutta la sua vita e tu l'hai terrorizzata peggio di un demone di Zandru!»
Dèi! Se continuo ad arrossire così il mio viso non tornerà mai più normale!
«Non volevo piangere, davvero!» tento di scusarmi. «Ma lei voleva sapere di una matrice... e poi mi ha parlato nella testa! Capisci cosa voglio dire?»
«Certo!» l'Amazzone annuisce vigorosamente. «È quello che fai tu adesso. Stai trasmettendo i tuoi pensieri vigorosamente per tutta la Torre. È per questo che voi giovani dovete essere addestrati quanto prima a controllare la vostra mente.»
«Io... sto parlando nella tua testa?» Non capisco più niente.
«È evidente che finora non hai mai avuto a che fare con dei telepati. Dovrai abituarti, se vuoi restare qui.»
«Pensi davvero che mi permetteranno di farlo? Di restare, intendo.» Ho quasi paura di sentire la risposta.
«Certamente! Un telepate non addestrato è un pericolo per sé e per gli altri, non lo sai?»
Scuoto la testa, sconsolata.
Dana mi accarezza di nuovo i capelli. «No, certo. Come potresti d'altra parte? Sei solo un topolino spaventato... con un laran da far paura!»
Ride ancora, sciogliendo i miei ultimi timori. Di slancio la abbraccio stretta. Dopo un attimo di esitazione sento che anche lei mi stringe e capisco che, per la prima volta in tutta la mia vita, non sono più sola.










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Disclaimers

L'arrivo a Elvas di Loreena e il primo incontro con Fiona e Dana.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008