[Home] [La storia del Progetto Elvas] [Regole Utilizzate]
[Personaggi] [Luoghi] [Racconti] [Download]
[Cronologia] [Genealogia] [Dizionario] [Musiche] [Immagini e Disegni]
[Giocatori] [Incontri] [Aggiornamenti] [Credits] [Link] [Mail]
barra spaziatrice
[torna a Racconti][E.S.T. dE +2, febbraio] [Credits & Disclaimers]



Cambiamenti

Daenerys Hastur & Kasentlaya Ridenow

Sembrava che il vento attorno a lei mormorasse, che le parlasse rivelandole i suoi segreti e mischiata alla brezza le pareva di udire la voce della madre che la chiamava. D'improvviso si sentì trascinare via da quel sogno, qualcuno la scuoteva e alla voce di sua madre si era sovrapposta un'altra voce di donna.
«Mamma?!» mormorò Kas aprendo gli occhi ancora intontita.
Daenerys le stava seduta vicino. «Finalmente!» esclamò, «e mi chiami pure mamma!»
«Eh?... Oh scusa...» Kas arrossì lievemente mettendosi a sedere. Si sentiva imbarazzata, ma ultimamente era sempre imbarazzata in presenza di Rys. La ragazza si spostò per permetterle di alzarsi, Kas si stiracchiò con un'espressione sorniona poi si massaggiò il collo, aveva una cefalea feroce.
D'un tratto scoppiò a ridere e Rys la fissò stupita. «Beh?»
La Ridenow scosse il capo divertita. «Niente stavo... stavo solo...» gli accessi di risa erano troppo forti e Kas fu costretta a continuare mentalmente il discorso. "Ti stavo immaginando nei panni di mamma! Anzi ti stavo immaginando con una decina di figli, come Elorie... una banda di vandali che corre in giro per la Torre e tu che cerci di acchiapparli!"
Rys fece una faccia offesa. «Neanche io ti ci vedrei sai?» poi divertita dall'immagine di lei e dei suoi presunti figli che captava dalla mente di Kas si unì alla sua risata.
«Come è andata oggi?» le chiese quando fu in grado di parlare di nuovo. «Ti ho vista un po' distrutta...»
Kas scrollò le spalle. «Non più del solito, ma le sedute speciali con Fiona sono piuttosto impegnative,» Rys le diede una gomitata ghignando.
«Hai bruciato di nuovo il tappeto, eh?» in risposta Kas le tirò scherzosamente una ciocca di capelli sfuggita al fermaglio.
«No, ma accendere una candela è più impegnativo che controllare il fuoco del camino!»
«E allora perché ti ha tirato mentalmente le orecchie?» le domandò l'altra curiosa.
«Ehm... Perché ho fatto fondere la candela,» Kas arrossì di nuovo.
Improvvisamente Rys ricordò come l'aveva chiamata Kas mentre sognava. Non voleva essere indiscreta, ma era curiosa di sapere che cosa stesse sognando l'amica.
«Come mai mi hai chiamato mamma? Cosa stavi sognando?»
«Beh... veramente...» Kas era interdetta. Improvvisamente nella mente della ragazza tornarono mille immagini del suo passato: di suo padre, della sua cattiveria, e delle ultime rivelazioni che aveva avuto su sua madre e sulla sua nascita.
Senza che potesse far nulla per evitarlo, il suo volto si colorò di un'amara tristezza.
Rys, sentendo fin troppo bene i sentimenti della giovane, si allungò verso di lei, abbracciandola.
Kas appoggiò la testa sulla spalla dell'amica e le lacrime non tardarono a venire: la tenerezza di Rys stava portando in superficie quei sentimenti che aveva in tutti i modi cercato di negare. Sin da quando Kas aveva dato il benvenuto a Daenerys, non appena lei era giunta ad Elvas, fra le due era scattata una forte amicizia, aiutata dal desiderio di Rys di proteggere la ragazza dal dolore, che aveva sentito in lei così forte quando aveva cercato di parlare del suo passato. Kas non aveva voluto sentire ragioni, rimanendo muta alle sue domande; ma le emozioni che Rys avvertiva erano chiare: solitudine, sofferenza, rabbia ed il rimpianto di non avere avuto una vera famiglia. Così la simpatia iniziale si era presto tramutata in una dolcissima tenerezza, condivisa da entrambe. Ma nessuna delle due voleva ammettere che l'interesse per l'altra fosse qualcosa di diverso, e di più, rispetto all'amicizia e soprattutto nessuna delle due riusciva ad esternare ciò che provava.
L'altra telepate sentiva le emozioni di Kas fondersi alle sue; prese ad accarezzarle lievemente i capelli, cercando di far smettere il suo pianto sommesso.
Kas si era calmata un poco, tanto da capire quanto stava diventando intimo il rapporto telepatico, la giovane si ritrasse involontariamente sia fisicamente che telepaticamente come aveva imparato a fare da piccola per difendersi alzando le sue barriere in modo brusco e doloroso per entrambe.
Rys la fissava stupita. «Kas? Perché mi tratti così?» domandò angosciata. «Che cosa ti ho fatto di male?»
Si sentiva tradita, per un istante, un attimo solo le era parso di perdersi nella mente di Kas, di essere in assoluta armonia con lei, perché adesso l'altra la rifiutava così?
Rys fu presa dalla rabbia e si alzò per andarsene. «Credevo che fossimo amiche...» la voce le morì in gola, «ma se le cose stanno così...» guardava disperatamente l'amica ma Kas era immobile persa nei suoi pensieri.
Mentre già si avviava verso la porta questa si aprì lasciando entrare Aliciana.
La giovane guardò la scena stupita, Rys aveva un'espressione ferita e volgeva le spalle a Kas che dal canto suo si limitava a fissare il pavimento.
La Hastur la superò senza dire una parola ma prima che l'uscio si chiudesse si voltò di nuovo a guardare Kas incerta. Sembrò combattuta per un istante, poi se ne andò verso la sua stanza.
Aliciana si avvicinò alla sua amica e le appoggiò le mani sulla spalle invitandola ad alzare lo sguardo dall'interessantissimo ricamo del lenzuolo.
«Allora... di chi è la colpa?»
Kas sospirò. «Mia temo... sono proprio una frana...»
Aliciana le sorrise. «Io non direi!» esclamò. «Ma se magari invece di commiserarti mi spieghi cosa è successo posso aiutarti.»
La sua battuta strappò un sorriso a Kas che le fece cenno di sederle vicino. «Anche se non so bene come ho bisogno di parlare di quanto è successo... e tu sei la mia breda giusto?»
Aliciana annuì le fece cenno di proseguire, dopo che Kas le ebbe raccontato dell'incidente di poco prima restò pensierosa per qualche istante. «Sai,» disse alla fine, «non mi hai detto la cosa più importante.»
L'amica la guardò perplessa. «Scusa Ali ma proprio non ti seguo.»
Aliciana sorrise e le diede una gomitata. «Oh... io credo che tu invece lo sappia benissimo... solo che non vuoi ammetterlo. Cosa provi per Rys?»
Kas arrossì violentemente. «Io... io...» si morse un labbro imbarazzata, «non lo so, a volte mi sembra che la nostra sia una normale amicizia, in altre occasioni invece mi sembra di... di esserne innamorata!»
Ali rimase senza fiato, di fronte alla sicurezza con cui Kas aveva detto quelle parole ed ai sentimenti che le accompagnavano. Non poteva nascondere la sua gelosia: l'attaccamento che sentiva per Kas era molto forte; per lei la ragazza era come la sorella minore che non aveva mai avuto, la confidente a cui poteva dire tutto. Aveva paura che quel rapporto esclusivo che si stava creando potesse compromettere anche la loro amicizia. Poi, si rese conto dell'assurdità che stava pensando: anche lei era innamorata di qualcuno, che la ricambiava; non per questo, i suoi sentimenti per Kas erano cambiati.
Il suo amore per Damon aveva semmai rafforzato il suo rapporto con l'amica, che era diventata la depositaria di tutta la sua gioia per quella passione.
«Credo che anche per lei sia lo stesso sai? Spesso quando ti sta vicino cambia completamente. Sei l'unica che tratta con tanta tenerezza a parte suo fratello.»
«Anche se fosse così ho combinato un disastro... il mio passato continua a perseguitarmi a quanto sembra,» mormorò Kas con tristezza. Aliciana capiva cosa aveva passato Kas, lo aveva saputo in conseguenza dell'arrivo ad Elvas di Elayna, dopo che erano andate nel Sopramondo per aiutare la donna in difficoltà la Ridenow le aveva spiegato come stavano le cose.
Sapeva che anche Daenerys aveva cercato di affrontare il discorso con Kas, ed un'ora prima era quasi arrivata a sapere la verità. Era per questo motivo che la ragazza si era barricata come un riccio, evidentemente non si sentiva ancora pronta per aprirsi con Rys, o aveva paura che le emozioni la tradissero. Più probabilmente temeva di perdere l'amicizia della ragazza.
«Se potessi le parlerei io, una volta mi fece delle domande sul tuo passato, voleva sapere perché a volte sembravi soffrire tanto, io non ho voluto tradire la fiducia che hai riposto in me e ho taciuto... ma adesso è giusto che tu le spieghi il tuo comportamento a meno che tu non voglia davvero perderla.»
«E se rivelandole ciò che provo lei non volesse più essermi amica?» Kas sapeva che il suo era un comportamento irrazionale ma non riusciva ad evitarlo.
«È un rischio che devi correre, comunque non credo che Rys sia tipo da serbare rancore,» Aliciana si alzò. «Adesso è meglio che vada... ho promesso a Damon di sostituirlo per stasera ai relè.»
Kas annuì. «Anch'io dovrei mettermi a lavorare, comunque hai dannatamente ragione... come al solito del resto.»
Aliciana sorrise, sperava davvero che andasse tutto per il meglio, non voleva che Kas e Rys rovinassero il loro legame per una stupida baruffa.
Quando ormai era in fondo alle scale sentì il tocco familiare della mente di Kas. "Grazie breda..."
"Prego chiya, sai che se ne hai bisogno sono sempre qui... e adesso mettiti a studiare o domani Mikh ti tirerà le orecchie!"


barra

«Kas?» la voce di Dana la strappò alle sue meditazioni. «Hai capito cosa ti ho chiesto o no? Mi sembri distratta ultimamente.»
La ragazza sussultò.
"Bene," pensò sua cugina. "Colpita in pieno." «Allora?» le chiese.
Da un po' di giorni Dana aveva notato un cambiamento in Kas, anzi a dire la verità non solo in lei. Sembrava che anche Rys avesse qualche problema. Entrambe erano distratte e taciturne. Fino a quel momento non ci aveva fatto molto caso; dopotutto anche lei ora che Illa era ad Elvas era piuttosto occupata.
Kas si era chiusa in un silenzio ostinato e non la guardava in faccia.
«Sai che difficilmente mi puoi tenere nascosto qualcosa... sei davvero sicura di non aver nulla da dirmi?» Dana si stava divertendo un mondo a punzecchiarla ma non lo diede a vedere.
"Non sono affari tuoi!" sbottò la giovane telepate che le stava seduta di fronte, la Rinunciataria gongolò soddisfatta, a quanto sembrava le sue supposizioni erano esatte. «Hai litigato con Rys non è vero?»
Kas la fissò incredula, sapeva che Dana non aveva potuto capirlo dai suoi pensieri, da quando aveva discusso con Rys, tre giorni prima non era entrata nel Cerchio.
Sua cugina seguì quel ragionamento. «Non ci vuole mica tanto a capirlo sai? Quando vi parlate lo fate a monosillabi e continuate a guardarvi di sottecchi... ma nessuna delle due prende l'iniziativa per fare pace! Se non mi fossi accorta che qualcosa non va dovrei proprio avere delle fette di prosciutto sugli occhi.»
Kas ridacchiò. "Non definirei Illa una fetta di prosciutto ma ti distrae abbastanza..."
Le guance di Dana s'imporporarono per l'imbarazzo poi sorrise anche lei.
«Prima di parlare di me perché non mi dici cosa è successo?» aggiunse per ripicca. «Anche se ho intuito qualcosa non sono una veggente!» Kas si alzò dalla sedia e andò alla finestra. «Abbiamo litigato sì,» sospirò, «per colpa mia.»
«Questo l'avevo capito... ma perché esattamente?» Dana cominciava a spazientirsi, odiava quando qualcuno girava attorno al nocciolo della questione ma comprendeva che per Kas poteva ancora essere difficile confidarsi con lei. Dopotutto non si conoscevano che da pochi mesi!
«È che...» Kas prese a tormentare la tenda torcendola nervosamente tra le dita. «Io penso di provare qualcosa di più che amicizia per Rys ma ho paura che...»
Dana le si avvicinò e la fece voltare verso di lei gentilmente. «Credi che se lo sapesse non vorrebbe più essere tua amica?» Al cenno affermativo di Kas proseguì. «E se anche lei provasse le stesse cose?»
«Come posso saperlo?» Kas appariva sconsolata. Dana sospirò. «Dovrei proprio mandarti a lezione dalla Vedova, che sembra essere la maggior esperta darkovana in questioni di cuore. Si vede lontano un miglio che anche lei è nella tua stessa situazione! So che è difficile per una comynara, io in fondo sono stata rieducata come Rinunciataria, e mi sono liberata di quei tabù che caratterizzano la nostra casta. Ma, piccola! Possibile che tu non te ne sia accorta? Sei l'unica che Rys tratta con tanta dolcezza, oltre suo fratello...»
Kas si svincolò dalla stretta di Dana, punta sul vivo. «Non me ne sono accorta!» esclamò irata. «Se non lo sai ho qualche problema nella gestione dei miei rapporti sociali!» tornò a sedersi cercando di ritrovare la calma.
"Kas," la voce di Dana era calma nonostante la ragazza le avesse appena urlato dietro. "Non puoi continuare a chiuderti a riccio, vuoi che alla fine vinca tuo padre?"
Quelle parole riscossero brutalmente la giovane dall'autocommiserazione. «Io non...» esordì tentando di contraddirla.
«Lasciami finire,» la voce di Dana suonò secca, quasi una bacchettata sulle dita, «se continui a isolarti così non ne verrà nulla di buono né per te né per lei. E poi dovete parlarvi in qualche modo, questo contrasto potrebbe incrinare anche l'armonia del Cerchio.»
Kas riuscì finalmente a sorridere un poco e disse in tono leggero. «Credo che tu stia prendendo uno dei brutti vizi di Aliciana...»
Dana la fissò perplessa. «Sarebbe?»
«Quello di aver sempre ragione... e poi,» aggiunse con un luccichio divertito nello sguardo. «Da quando c'è qui Illa stai diventando romantica!»
Detto questo uscì dalla stanza con le idee finalmente più chiare. Dana la fissava ancora stupita attraverso la porta, lasciata aperta.
"Sarà poi vero?" si ritrovo a pensare.


barra

Kas si avvicinò alla porta della stanza cercando di non fare troppo rumore. Aveva lasciato la camera di Rys per ultima ben sapendo che probabilmente la ragazza si trovava lì.
In compenso aveva praticamente chiesto a tutta la Valle se sapessero dov'era, aveva persino corso il rischio di andare da Shonnach. Quando aveva finalmente trovato la sempre scarmigliata Rinunciataria aveva posto anche a lei la medesima domanda.
A differenza degli altri però invece di rispondere con un semplice no la donna aveva portato la mano al coltello e le aveva chiesto con fare da cospiratrice: «Ma è successo qualcosa?»
La giovane consapevole di guai imminenti si era affrettata a inventarsi una scusa plausibile. Mentre usciva dalla Gilda però si era sentita gli occhi di quella volpaccia spennacchiata puntati nella schiena.
Evidentemente come bugiarda e ingannatrice lasciava a desiderare. Sospirò e scosse le spalle, la prima volta che l'avesse incontrato si sarebbe fatta dare lezioni da Bertrand.
Non si può avere tutto dalla vita.
Arrivata davanti all'uscio di Rys, con la testa piena di quei pensieri, si fece coraggio e bussò un paio di volte. Il suono si propagò per tutto il corridoio rompendo il silenzio che la circondava. Le parve di attendere un eternità prima che la porta si aprisse.
Rys la guardò un poco sorpresa. «Sei andata da Shonnach per sapere dov'ero?!» Kas fece un mezzo sorriso. «In realtà lo sapevo benissimo... avevo solo bisogno di un po' di tempo per pensare ecco tutto.»
Restò in silenzio per un istante senza guardarla in viso. «Sai,» disse alla fine, «se non mi avessi aperto avrei buttato giù la porta.»
Rys rise. «Con il risultato che avrei dovuto medicarti la spalla slogata!»
Kas non riuscì ad evitare un sorriso ed un involontario pensiero raggiunse l'altra prima che potesse impedirlo. "Perché, ti sarebbe dispiaciuto?"
Rys arrossì imbarazzata, Kasentlaya riusciva sempre a spiazzarla, d'altronde anche questo le piaceva di lei, poi sollevando lo sguardo ribatté ad alta voce. «No per niente, e a te?»
Questa volta fu la più giovane ad accusare il colpo, tutti i discorsi che si era preparata svanirono in un secondo. Scosse il capo cercando di recuperare la dignità perduta. Le sembrava di avere il viso in fiamme.
"Tra un po' prendo fuoco," pensò tra sé, "chissà magari diventerò una ballata... il Cantico dell'Autocombustione?" E poi provò una leggerissima invidia, come faceva Daenerys ad indovinare sempre la cosa giusta da dire?
Avvertendo il suo imbarazzo la giovane si scostò per lasciarla entrare. «Vieni chiya anch'io ti devo parlare.»
Kas si chiuse la porta alle spalle ma restò in piedi mentre Rys andava a sedersi su una sedia. «Che fai lì impalata? Mica ti mangio!»
Kas si riscosse. «Preferisco restare in piedi, sono già abbastanza nervosa così,» prese fiato e proseguì. «Mi dispiace per come mi sono comportata l'altro giorno, io... non era mia intenzione ferirti.»
Rys le fece capire con un gesto che non era arrabbiata. «So che non volevi, però sono rimasta...» cercò la parola giusta, «delusa, perché non vuoi dirmi del tuo passato?» le tese le mani e Kas notò ancora una volta come i segni del suo addestramento spiccassero con evidenza.
«Sono qui per farlo,» sorrise tristemente, «a meno che tu non mi dica che è troppo tardi.»
Rys scosse il capo. «Non è tardi, non lo è mi stato,» la voce le mancò. "Chiya... sai quanto tengo a te?" chiese infine.
Kas si sentì investire dalle emozioni di Rys e comprese che Dana aveva ragione. Ma questa volta non alzò le sue barriere, non avrebbe più ferito nessuno come aveva ferito Rys. Perdere quella vecchia abitudine sarebbe stato difficile ma se lei l'avesse aiutata...
La giovane annuì incapace di aggiungere nulla a parole, Kas finalmente più calma si sedette vicino a lei. «La storia che sto per raccontarti è piuttosto lunga, non credo che sarò molto brava nel raccontarla. Anche se sono passati dei mesi ancora non capisco quello che è veramente successo. È iniziato tutto quando tu non eri ancora ad Elvas, quest'estate; non è stato un periodo facile, soffrivo continuamente d'incubi e un giorno durante una lezione con Dana e Fiona mi sono sentita male.»
Rys annuì, sapeva qualcosa perché ne aveva parlato con Kelan ma l'uomo era stato molto evasivo, Kas continuò: «Dana mi controllò e scoprì che c'era una barriera dentro di me. Nessuna delle due sapeva cosa ci fosse al di là. Io in qualche maniera sapevo che quella barriera esisteva però... avevo sempre cercato di negarlo.»
«Chi ti ha fatto una cosa del genere?»
Kas si volse verso di lei, l'espressione distante, glaciale quanto quella di una Custode. Rys rabbrividì. «Mio padre,» rispose infine con voce atona.
La giovane non si rese subito conto di quello che aveva udito, come può un genitore fare una cosa del genere la suo stesso sangue?
Kasentlaya sorrise amaramente percependo i suoi dubbi. «Oh, lui non è un padre, non ha mai avuto l'intenzione di esserlo. Quell'uomo non è altro che un portatore di sandali,» fece un gesto stanco, «eppure io non riesco, non posso odiarlo, non voglio essere come lui!»
«Non sarai mai come lui...» rispose Rys con sicurezza. "Io lo so... sono sicura che è così!" aggiunse prendendole la mano.
Rimasero in silenzio per un poco poi lei chiese. «Cosa trovasti dietro la barriera?»
«I ricordi, la verità,» rispose Kas, «e poi... mia madre e il fuoco...»
«È per questo che la tua rappresentazione astrale è una fenice allora!» la giovane si era sempre chiesta come mai Kas si vedesse in quel modo.
«Sì, la fenice è il simbolo della rinascita, e quando tornai dal Sopramondo non ero più una bambina spaurita.» Poi sorrise. «Non pensavo che parlandotene mi sarei sentita meglio ma adesso...»
Rys sorrise a sua volta. «I pesi sono più leggeri se portati in due.»
Questa volta fu Kas ad attirarla a sé abbracciandola, nessuna delle due si ritrasse e stavolta anche Kas aprì il suo cuore all'amica perché potesse capire cosa provava per lei.
Quando Rys posò dolcemente le labbra sulle sue scoprì di essere veramente felice. Le sembrava che il suo spirito volasse più in alto di un falco verrin e sapeva che anche per l'altra era lo stesso.
Adesso capiva cosa aveva voluto dirle sua madre, quella era la fine di un'amicizia e l'inizio di qualcosa di altrettanto bello e profondo. E a loro, pensò Rys mentre poggiava la testa sulla spalla di Kas, per il momento andava bene così.









barra









Disclaimers

Nonostante si conoscano da poco, l'amicizia tra Daenerys e Kasentlaya si fa sempre più stretta.

torna all'inizio







The Elvas Project © 1999 - 2008
© SDE Creations
Ultimo aggiornamento: 31/12/2008