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La scelta di Loreena

Autori Vari


Fiona di Elvas

Dana si chiese ancora una volta che cosa avesse combinato la sua protetta.
Voleva bene a Loreena, ma quasi ogni giorno doveva rendere conto alla Custode di qualche suo pasticcio. Si trattava perlopiù di piccole cose causate dalla sua goffaggine nel padroneggiare un laran nettamente troppo sviluppato in rapporto alla sua capacità di gestirlo, e, proprio per questo motivo, nessuno la sgridava quando ciò accadeva. Restava però il fatto che Fiona tendeva a ritenere responsabile la tutrice della fanciulla.
L'Amazzone sospirò aprendo la pesante porta dello studio di Fiona in risposta all'invito telepatico della stessa.
All'interno la Custode era immersa in una fitta conversazione con Damon.
I due si voltarono sorridendo alla nuova venuta e attesero che si fosse seduta con loro per riprendere il discorso.
«Come stavo anticipando a Damon, ho preso una decisione riguardo a Loreena. So che non sarà facile, visto che ha cominciato a studiare il suo potere da poco tempo, ma il suo potenziale è immenso e ha l'età giusta per cominciare l'addestramento. La preparerò per diventare Custode.»
Dana rimase senza parole a fissare Fiona per un lungo istante.
«Non è magnifico?» gongolò l'Aldaran. «La nostra Torre potrà avere due Cerchi!»
«No!» Il tono della Rinunciataria era sommesso, ma l'ondata di emozioni che colpì i due fu così violenta da costringerli a rafforzare le normali barriere mentali.
Fiona scosse il capo, stupita. «Non capisco...» cominciò.
Damon fu più diretto: «Perché no? È un grande onore essere scelte per l'addestramento da Custode! Non capisco perché te la prendi tanto! Non puoi decidere tu della sua vita!»
«Neppure voi» replicò freddamente Dana.
«Fiona può farlo!» Il tono dell'uomo non ammetteva repliche. «La ragazza non ha una famiglia né una casa, se si esclude la Torre. Fiona le sta offrendo il miglior futuro che si possa immaginare...»
«Davvero?» commentò ironica l'Amazzone.
«Certo! Cosa preferiresti: che sposasse un qualche cadetto di una famiglia minore? O hai già pensato di farne una Rinunciataria come te?»
«Non ho pensato niente... e non dovresti farlo neanche tu!»
Fiona alzò le mani, chiedendo un po' di silenzio.
«Forse mi sfuggono i termini del problema,» cominciò, usando un tono autoritario che raramente usava con i membri del primo cerchio. «Loreena è una telepate potente. Ha l'età giusta e la possibilità di diventare una grande Custode. Perché non dovrebbe ricevere l'addestramento?»
L'Aldaran assunse un'espressione soddisfatta.
«Forse perché non è quello che vuole,» rispose la Rinunciataria.
La Custode addolcì il tono. «Quello che vuole lei o quello che vorresti tu?»
Uno sguardo imperioso fermò l'uomo che stava per intervenire.
«Rifletti, Dana. Cosa ci sarebbe di tanto sbagliato nel diventare Custode?»
Nonostante avessero tutti le barriere alzate, le emozioni dell'empatica riuscirono a filtrare attraverso gli schermi.
Fiona impallidì leggermente nel percepire il forte senso di pena che la Rinunciataria collegava alla veste rossa.
"Dunque è questo che pensi di me? Che sono un essere infelice, una povera creatura solitaria per cui provare pietà?"
Il dolore di quell'affermazione ferì Dana più di uno schiaffo.
«Ti assicuro che non è così,» la rassicurò la Custode. «Ho sempre saputo che questo era il mio destino e non ho mai considerato un peso dover rinunciare a qualcosa per raggiungere il mio scopo. Cosa ti fa pensare che per Loreena sia diverso?»
La Rinunciataria sospirò. «Lo è. Lei ha ricevuto un'educazione differente dalla nostra... prima di arrivare qui non sapeva neppure che cosa fosse una Custode!»
Damon si protese in avanti, cercando di pesare le parole in modo da non urtare la suscettibilità dell'amica. «Però ora lo sa. E nutre una profonda ammirazione per la nostra Fiona. Sono certo che sarebbe felice di ricevere l'addestramento...»
«Come fai ad esserne così sicuro? Sai cosa vorrà dire? Non potremo più vederla per mesi, non potremo più farle una carezza... forse nemmeno contattarla telepaticamente. Quando avrà finito sarà una persona completamente diversa da quella che conosciamo...» "e amiamo!" concluse mentalmente.
Fiona inspirò a fondo. «Hai ragione. L'addestramento è duro e doloroso; ti segna in profondità, cambiando il tuo modo di vedere tutte le cose. Eppure ti assicuro che il risultato ripaga di tutti gli sforzi fatti.»
«Ascoltala, Dana!» L'Aldaran allungò verso di lei la mano, sfiorandole il braccio e trasmettendole l'immagine di Fiona come lui la vedeva, una dea benevola dagli smisurati poteri, china a proteggere l'intero villaggio di Elvas.
La Rinunciataria mantenne il contatto mentale, rimandandogli la sensazione di calore di una piccola mano che cercava la sua per riceverne sicurezza, il profumo dei capelli appena lavati durante un abbraccio gioioso... brevi momenti di una felicità quasi dolorosa nell'osservare lo sguardo limpido e fiducioso della bambina che si stava trasformando in donna.
L'uomo lasciò ricadere il braccio lungo il corpo.
«Lei è la figlia che non hai avuto, vero?» domandò con tristezza. «Per questo non vuoi lasciarla andare. Se le cose stanno così, non posso fare niente per farti cambiare idea.»
Dana fece per negare, ma si fermò a metà del gesto.
"È vero!" Realizzò. "Forse Loreena è davvero la figlia che vorrei dare a Illa."
Tenuta fuori dai loro scambi mentali, Fiona faceva fatica a seguire i pensieri della Rinunciataria: l'impenetrabilità delle sue barriere era un chiaro indice della tempesta emotiva che doveva essere in corso, così come l'assoluta mancanza di espressione del viso. Decise di non interferire, lasciando che la situazione evolvesse da sola.
«Lasciami aggiungere un'ultima cosa,» concluse l'Aldaran. «L'amore di una madre, proprio perché assoluto e immenso, a volte può soffocare. Rifletti bene prima di allontanare per sempre da Loreena quella che magari sarà la più grande occasione della sua vita.»
La coscienza di Dana si dibatté per un attimo tra l'affetto per la giovane e la logica delle affermazioni di Damon.
Istintivamente si portò una mano ai capelli, scostando con un gesto automatico, una ciocca dalla fronte. Nonostante li avesse tagliati ormai da anni, dopo una vita di complesse acconciature e pesanti trecce l'effetto strano dei capelli corti sotto le dita la sorprendeva ancora.
In un lampo di illuminazione, capì quale fosse la cosa giusta da fare.
Sollevò lo sguardo, fissando con serenità gli occhi di Damon.
«Loreena farà ciò che riterrà giusto. Non sarò certo io a negarle il diritto di decidere da sola della sua vita!» Si rivolse alla Custode. «Ti prego, fa che sia lei a scegliere. Spiegale a cosa andrà incontro se accetta; parlale delle difficoltà e... sì, anche delle soddisfazioni. Forniscile tutti gli elementi utili per decidere e lasciale il tempo per farlo. Non mi sembra una richiesta assurda, vero?»
Fiona inarcò un sopracciglio con aria perplessa. «Nessuno lo ha chiesto a me, ma non vedo perché io non possa comportarmi diversamente.» Spostò lo sguardo dall'uno all'altro dei suoi interlocutori, ricevendo da entrambi un cenno di assenso.
«E dunque sia. Sarà Loreena a scegliere. Ma voi due,» aggiunse puntando minacciosamente l'indice, «dovrete promettermi che non farete nulla per influenzarla.»


Loreena


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«Custode?» trasecolò Kasentlaya. «Ti ha offerto l'addestramento da Custode? E noi che pensavamo di essere più brave di te...» aggiunse strizzando l'occhio ad Aliciana.
La giovane Alton sorrise per la battuta: effettivamente la loro piccola amica era sempre stata quella che faceva più fatica a seguire le lezioni... ma solo perché il suo forte laran era il più difficile da imbrigliare.
«Sono felice che Fiona abbia riconosciuto i tuoi meriti,» la incoraggiò. «Ma c'è dell'altro, vero? Non mi sembri serena.»
Loreena accennò di sì con la testa. «Infatti. Dopo avermi spiegato a grandi linee in cosa consiste l'addestramento e come mi cambierà, Fiona ha aggiunto che dovrò essere io a decidere se voglio davvero provarci.»
«E tu cosa hai risposto?» si informò subito Kasentlaya.
«Che non lo sapevo ancora.»
La nota disperata nella voce e le mani che tormentavano senza sosta l'estremità della cintura impietosirono l'empatica e le impedirono di procedere con l'interrogatorio, anche se stava morendo dalla curiosità.
Aliciana cercò una via meno diretta per arrivare all'informazione. «È strano che abbia chiesto a te di scegliere. O hai il potenziale o non ce l'hai e, comunque, lei dovrebbe saperlo.»
Loreena sembrò ancora più confusa. «Damon dice che posso farcela e che diventerò una grande Custode.»
A sentir nominare l'Aldaran Aliciana arrossì lievemente. «Il nostro Dom ha una grande esperienza in materia. Lui ha visitato molte Torri...»
«Sì, sì, lo sappiamo!» la interruppe ridendo Kasentlaya, che non perdeva occasione per punzecchiare la sua amica sui sentimenti che provava per il nobile Aldaran. «Lui ha girato il mondo e quando parla ha sempre ragione!» Tornò a rivolgersi a Loreena: «Ma se davvero è così, perché sei tanto turbata? Fiona è disposta a insegnarti, Damon è d'accordo... io avrei accettato di corsa! Perché tu esiti ancora?»
Loreena tacque, incapace di esprimere a parole quello che pensava.
«Noi ti siamo amiche,» la esortò Aliciana. «Con noi puoi esprimerti liberamente, lo sai.»
La giovane sollevò gli occhi a rassicurarle, quindi aprì un varco nelle sue barriere e lasciò che vedessero la scena come lei l'aveva vissuta: Fiona seduta sulla sua sedia dall'alto schienale, Damon in piedi accanto a lei e Dana che, inginocchiandosi, la stringeva in un abbraccio affettuoso e le bisbigliava "sei disposta a rinunciare a questo?"
Le tre fanciulle restarono in silenzio a considerare le implicazioni delle parole della Rinunciataria.
«Io... se accetto non potrò più avere amici, non potrò provare affetto per nessuno, non potrò più nemmeno sfiorare un'altra persona!» Il tono si era abbassato fino a diventare un sussurro.
«Allora hai deciso di rifiutare?» chiese Kasentlaya, non sapendo neanche lei che risposta augurarsi.
Loreena si tormentò le mani. «Non lo so. Non so cosa fare, davvero!»
«Devi decidere subito?» si informò Aliciana.
«No,» rispose scuotendo il capo. «Fiona ha detto che è una scelta importante e che potevo pensarci qualche giorno. Io vorrei... vorrei sapere cosa fareste voi al mio posto.»
«Come, scusa?»
«Se avessero chiesto a voi di diventare Custode, cosa avreste risposto? E soprattutto, perché avreste detto sì o no? Forse le vostre argomentazioni potranno aiutarmi.»
Aliciana aggrottò le sopracciglia. «È una decisione troppo importante per demandarla a qualcun altro. Non so se mi sento di influenzarti...»
«No, stai tranquilla! È solo che mi aiuterebbe sapere cosa ne pensate... Lo chiederò anche ad altri, se la cosa può rassicurarti. Così avrò più elementi per decidere.»


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Aliciana Alton

Beh... ora come ora, io non sono nello stato d'animo adatto per poter prendere una decisione così importante o per consigliare qualcuno su di essa...» Aliciana arrossì violentemente, riprendendo il suo discorso quasi in un sussurro. «Sono così innamorata... che non prenderei nemmeno in considerazione una tale proposta. Ma,» continuò rizzando le spalle, «posso dirti quello che avrei fatto prima. Prima di arrivare ad Elvas, il laran era il mio più grande orgoglio, l'unico modo che avevo per elevarmi al di sopra della grettezza del mondo in cui vivevo. Il mio sogno era, ed è, diventare monitore, ma se mi avessero chiesto di diventare Custode, penso che avrei seriamente preso in considerazione la possibilità... di accettare. Il laran è un dono bellissimo, che va coltivato con impegno e dedizione. Diventare Custode è il modo più sublime che ci è concesso per usare questo dono prezioso. Le possibilità di una Custode... sono immense! Ma io... oh, amiche mie, non potete immaginare cosa voglia dire amare,» Aliciana prese le mani delle due amiche, fissando lo sguardo in quello di Loreena. «Sei veramente disposta a rinunciare ad un sentimento così... immenso e totale?» Aliciana trasmise a Loreena un brandello delle sue emozioni non appena vedeva o solo pensava a Damon, arrossendo ancora una volta. «La vita di una Custode è praticamente priva di sentimenti... non innamorarsi mai...» Aliciana fu scossa da un brivido, e nella mente di Loreena si formò l'immagine di un'Aliciana senza Damon... il pensiero più triste e sconvolgente che la comynara potesse formulare in quel momento.
Loreena divenne ancora più mogia, abbassando lo sguardo sulla sua gonna, di cui prese a lisciare pieghe immaginarie.
«Mi dispiace Loreena, non volevo essere così... violenta... ma io non potrei mai vivere senza amore. Io non potrei mai diventare Custode. Apprezzo immensamente quello che Fiona ha fatto: la scelta che hai da fare è certo un peso enorme, ma la maggior parte delle Custodi di Darkover non hanno avuto la stessa possibilità... chissà cosa avrebbero fatto, se fossero state poste di fronte ai rischi ed alle conseguenze...» Aliciana ebbe un brivido, «sei molto fortunata Loreena, non dimenticarlo, sia per l'opportunità che ti è stata data sia per la possibilità di rifiutarla che hai avuto.»


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Kasentlaya Ridenow

Kas ascoltò Aliciana in silenzio cercando di non lasciarsi sommergere dalle emozioni della telepate che le stava vicino.
Dopo un poco capì che toccava a lei rompere il silenzio che si era creato anche perché Loreena aspettava la sua opinione.
«Chiya, anche io sono piuttosto confusa però... se me l'avessero chiesto alla tua età avrei accettato eccome!» La sua espressione era più seria del solito. Aliciana ricordava di averla vista così assorta poche altre volte.
«Non è detto che una Custode non possa avere amici. Non mi sembra che Fiona si senta sola. La Custode conosce tutti, in modo profondo e totale anche se all'apparenza può sembrare diverso.»
Si passò una mano tra i capelli. «Non ti sto dicendo di accettare e anch'io credo che mi sarebbe piaciuto poter scegliere. Anche perché hanno scelto per me per tutta una vita,» aggiunse amaramente.
Loreena la fissava pensierosa e Kas capì cosa doveva fare. Si inginocchiò davanti a lei come aveva già fatto Dana e le prese la mano. «Ascolta, io oggi ti faccio un giuramento. Se mai deciderai di accettare l'addestramento io mi impegnerò a diventare primo tecnico del Cerchio.»
Loreena provò la tentazione di interromperla ma vedendo l'espressione seria del suo viso ci rinunciò. «Io oggi faccio questo giuramento, e se mai verrò meno alla parola data che il cielo mi cada sulla testa, il mare mi sommerga e la terra mi inghiotta. Prego che mai nessuno possa dire di me che non presto fede agli impegni presi.»
Alla fine Loreena trovò la forza di sussurrare: «Ma il primo tecnico è Anndra...»
Gli occhi di Kas luccicarono maliziosamente: "Per ora," le altre due sorrisero.
Kas si alzò e guardò Loreena dritto negli occhi. «Ti posso dire solo un'altra cosa... forse è il miglior consiglio che ti puoi aspettare da me ed è questo: nessuna scelta è priva di rimpianti, e porterà più gioia e più angoscia di quanto possiamo prevedere. E ricorda anche che noi saremo sempre tue amiche, qualunque cosa tu decida di fare.»


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Daenerys Hastur

Daenerys tornava da uno sfiancante turno al Cerchio come monitore; stava già pregustando il meritato riposo che l'attendeva, quando, proprio mentre posava la mano sulla maniglia della sua camera, fu raggiunta dalla piccola Loreena.
La ragazza le sorrise dolcemente, sussurrando timidamente: «Rys, scusa il disturbo... ma avresti cinque minuti per me? Avrei bisogno di un importantissimo consiglio...» la sua voce si spense mentre lei abbassava lo sguardo sulle punte dei suoi piedi.
Con un sospiro mentale, ed un sorriso accondiscendente, Rys accettò di posticipare il suo sonno di qualche minuto: per la piccola Loreena, la mascotte della Torre, avrebbe fatto questo ed altro, soprattutto da quando aveva saputo direttamente da Fiona che la ragazzina sarebbe stata addestrata come Custode.
Le due giovani si sedettero sul letto, e Loreena, ancora titubante, cominciò: «Certamente saprai che Fiona mi ha chiesto di addestrarmi come Custode. Mi ha lasciato però facoltà di scelta: mi ha chiesto di decidere se accettare o meno. Sento di aver bisogno di molti pareri prima di poter decidere; ed il tuo... con il tuo passato... mi sembra fondamentale.»
Sul viso di Rys si formò un triste sorriso, per qualche momento il suo sguardo sembrò essersi perduto nel vuoto davanti a lei, poi, scotendo la testa, ripose: «Strano che tu me l'abbia chiesto, chiya. Penso tu immagini già ciò che farei se fossi al tuo posto. Quindi devo presumere che quello che tu voglia sentire è il perché di questa scelta, giusto?»
Loreena annuì, lo sguardo smarrito ora un po' più sicuro.
«Beh... non è facile come sembra spiegare perché vorrei essere addestrata come una Custode. Di certo non è una passeggiata, sia dal punto di vista fisico che da quello mentale. Le cicatrici che vedi sui miei polsi e su quelli di Fiona sono solo un lieve riverbero delle cicatrici che marchiano l'anima di una Custode. Il condizionamento è un percorso difficile da superare. Ma chi ha la forza di giungere alla sua fine... sarà grato a se stesso per il resto dei suoi giorni. Essere Custode, vestire di cremisi... sentire l'energia che fluisce attraverso di te, e poterla plasmare, poterla governare. Non c'è potere più grande al mondo di quello delle Custodi... ma non è questa la cosa veramente preponderante. Sei orgogliosa del tuo laran, Loreena? Comprendi quanto sei stata fortunata nel poter apprendere come usarlo nel modo migliore?»
«Spesso non comprendo perché gli dei mi abbiano fatto il dono del laran, però li ringrazio. È un dono davvero prezioso, ed io vorrei poterlo usare al meglio, cercando di migliorare la vita degli altri e di tutto Darkover...» Loreena arrossì abbassando ancora una volta lo sguardo, «ma forse ti sembreranno discorsi stupidi...»
«Come puoi pensarlo, Loreena? I tuoi pensieri sono pieni di bontà, sono i pensieri che ogni telepate dovrebbe avere. In realtà, hai già risposto da sola alla tua domanda, hai già scelto cosa fare del tuo futuro: se davvero vuoi aiutare il prossimo, e soprattutto Darkover, grazie al tuo potere, allora il miglior modo in cui potrai farlo sarà divenendo Custode. Avrai la possibilità di avere tra le tue dita un sapere ed una conoscenza immensi, e potrai usarli per creare un futuro migliore. Se questi sono i tuoi presupposti, sarai un'ottima Custode.» Concluse sorridendo Rys, posando una mano sulla spalla della più piccola.
«Hai ragione... ma Dana... ed anche Aliciana... hanno detto che dovrò rinunciare ai sentimenti, all'amore, al contatto fisico!»
Rys sospirò: «Hanno ragione. Ma ogni meta presuppone dei sacrifici; per raggiungere una grande meta, dovrai sopportare grandi sacrifici. Posso comprendere la tua indecisione, è umana; ma per decidere devi capire se dentro di te c'è più paura di perdere ciò che ora hai, o volontà di raggiungere il traguardo più ambizioso per una donna. La verità è già dentro di te; devi solo portarla a galla.»
«Grazie mille Rys. Mi sei stata di grande aiuto... spero che la mia scelta non ti deluda.»
«Qualsiasi cosa deciderai, non mi deluderai, chiya. Sarò comunque orgogliosa di te.»
Loreena sorrise arrossendo, e salutando l'amica uscì dalla camera.
«Sarò immensamente orgogliosa di te, Loreena, te lo posso assicurare: il tuo futuro è qui di fronte ai miei occhi.»


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Kelan MacAran

Loreena decise che la Biblioteca sarebbe stato il posto migliore per riflettere sulle risposte che finora aveva ricevuto. La Biblioteca era quasi sempre deserta, alcuni non vi accedevano per la pigrizia di dover salire quasi mille gradini, molti altri non sapendo leggere non trovavano motivo per ascendere a quella stanza isolata e silenziosa.
Quando aprì la porta, invece dell'atmosfera pesante ed odorosa di carta che si aspettava ricevette una folata di aria fresca e profumata, chiudendo la porta alle proprie spalle Loreena interruppe la corrente. Qualcuno doveva aver lasciato aperta una finestra, strano, Damon e Kelan, gli unici frequentatori abituali della Biblioteca, erano molto attenti a queste cose. Per fortuna era una bella giornata e non era entrata acqua, ma se la sera fosse piovuto? Loreena si diresse verso le pareti esterne della stanza e seguendo il muro incontrò quattro finestre chiuse. La quinta era aperta, ma non incustodita: Kelan era seduto sulla panca nel rientro del muro. Loreena gli sorrise accomodandosi di fronte, ma non ricevette risposta. Kelan aveva gli occhi chiusi ed il volto completamente rilassato, Loreena lo scosse per vedere se stesse dormendo, non ottenendo nulla tentò il contatto telepatico, Kelan era assente, il nido vuoto. Loreena rimase perplessa, le avevano sempre raccomandato di non avventurarsi da sola nel Sopramondo, ma forse questa regola non valeva per gli adulti? Si ritrasse e pochi istanti dopo Kelan aprì gli occhi.
«Buon giorno Loreena, come stai?»
«Abbastanza bene.» Loreena si morse un labbro indecisa, poi prese un lungo respiro, «non vorrei sembrare scortese, ma... eri nel Sopramondo?»
«No, non ti devi mai avventurare nel Sopramondo da sola, potrebbe trascorrere troppo tempo ed il tuo cuore smetterebbe di battere ed i tuoi polmoni di respirare, ma sono sicuro che queste cose te le hanno già insegnate. Non ero nel Sopramondo, stavo facendo un giro di controllo della Valle. Ero con un falco. In questo modo è più veloce e soprattutto puoi scorgere chiunque, senza che nessuno badi a te.»
«Come si fa?»
«È il donas dei MacAran, non si può imparare se non lo si possiede. Ma dimmi, cercavi me o la solitudine?»
Loreena arrossì.
«Bene, cercavi la solitudine. Allora ti lascio.» Kelan si protese a chiudere al finestra e si alzò.
«Posso chiederti una cosa?»
«Certo Loreena.»
«La Custode, mi ha chiesto se voglio diventare Custode.»
Kelan annuì e si risedette.
«Ha chiesto il tuo parere? E cosa farai?»
«Non lo so, tu cosa faresti?»
Kelan rifletté per un attimo, Loreena in quel momento si rese conto di un particolare e portandosi le mani alle labbra trasse un rapido respiro.
«Scusami, Kelan, era una domanda sciocca, non ci sono Custodi uomini!»
«Non è proprio vero, Loreena. Adesso non ci sono Custodi uomini, ma le leggende dicono che nelle Ere del Caos, ci fossero solo Custodi uomini. Varzil il Saggio era un Custode, o almeno così dicono le storie. Da quel che ho capito, ma devo studiare ancora a lungo la cosa, si riteneva che le donne non possedessero la forza necessaria a convogliare i flussi di laran, e poi le donne erano troppo preziose come madri per rischiarne la fertilità. Comunque se avessero posto questa scelta davanti a me, anche io sarei nel dubbio, esattamente come te.»
«La Custode mi ha spiegato quel che mi attende, quel che avrò in cambio, e Dana mi ha chiesto se sono veramente disposta a rinunciare all'affetto, al contatto umano. Io non lo so. Per una come me, figlia di contadini essere addestrata per essere una Custode è un onore grandissimo, ma ora che ho trovato un posto dove non sono diversa dagli altri... Io non so cosa fare.»
«Nessuno di noi può importi una scelta, possiamo solo illustrarti le alternative e dirti quel che faremmo al tuo posto, ma non devi farti influenzare da nessuno di noi, neanche da Dana, anche se sarà difficile, sia per te che per lei.» In quel momento Kelan colse dalla mente di Loreena un brandello della conversazione che aveva avuto con Daenerys. «Ricordati una cosa: essere Custode non è l'unico modo in cui una telepate possa aiutare gli altri, guarda Dana è un monitore, e senza di lei probabilmente l'intera comunità, non solo la Torre, andrebbe a rotoli. Qualsiasi specializzazione prenda un telepate è in grado di aiutare gli altri, qualsiasi sia il suo donas o la potenza del suo laran. Chiya tu ne ha tanto e...» Kelan alzò gli occhi verso il cielo, come in risposta al grido di un'aquila. «Stai qui, non sarai disturbata e potrai riflettere con calma. ti farò portare da Manolo del jaco. Adesso alza tutte le tue barriere, per favore.» Kelan, alzandosi, fece lo stesso con le proprie, non voleva che Loreena scorgesse tutta la tristezza che provava per la sua situazione difficile. Si chinò e depositò un leggero bacio sulla fronte della ragazza.
«Qualunque sia la tua scelta, noi ti vorremo sempre bene.»


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Kelan scese le scale della Torre fino alla serra, era abbastanza sicuro di trovare lì la sua preda. Effettivamente Dana era nella serra, stava trapiantando delle erbe.
«Posso parlarti, Dana?»
«Dimmi pure.»
«Vorrei parlarti di Loreena, mi ha detto quel che è successo da Fiona.»
«Tu cosa ne pensi?»
«Non credo sia molto importante quel che ne penso io, l'importante è che nessuno di noi cerchi di influenzarla, la scelta deve essere solo sua. E a proposito vorrei mostrarle cosa voglia dire avere una famiglia. So che tra voi è nato un forte affetto e che la Torre è diventata la sua casa e noi la sua famiglia, ma non so se Loreena abbia idea dell'amore e dell'affettuosità che ci sono in una famiglia normale.»
«Forse ho capito dove vuoi arrivare. Vuoi portarla da tua sorella?»
«Sì, quella di Elorie è una bella famiglia, e se Loreena decidesse di non divenire Custode, se trovasse la persona giusta, pur continuando a lavorare nella Torre potrebbe crearsi una famiglia così.»
«Mi sembra un idea interessante, ma mettete il guinzaglio a Piedro.»
Risero entrambi.
«Va bene, organizzo la cosa e poi vado a prendere Loreena.»


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Le ombre si allungavano mentre Kelan e Loreena si avviarono verso la fattoria dei MacAran. Elorie aprì la porta con un sorriso.
«Benvenuti. Prego, Loreena accomodati.»
La luce che proveniva dalla casa era calda e dorata, e da dietro la donna proveniva il suono delicato di un fiol e le risate dei bambini. Quando Elorie si spostò dalla porta per farli passare, davanti agli occhi di Loreena si svelò una stanza dal soffitto non troppo alto, un grande camino occupava quasi interamente la parete destra ed era circondato da cuscini sul folto tappeto e da alcune poltrone. Coryn, seduto su una poltrona suonava un fiol di legno scuro, mentre Piedro e Dorian facevano ballare le gemelle. Quando Elorie batté le mani per attirare la loro attenzione, Coryn mise giù il fiol ed i bambini smisero di ballare.
La cena che Elorie aveva preparato era assolutamente deliziosa, e dopo cena si sedettero tutti insieme davanti al camino. Loreena, che all'inizio della serata si era sentita intimidita sia da quegli adulti praticamente sconosciuti, sia dall'esuberanza dei loro figli, aveva piano piano perso ogni impaccio. Così quando Rafe cominciò a fare i capricci per scendere dalle ginocchia della madre, ed Elorie tese le braccia a Loreena, la piccola telepate si alzò dal cuscino dov'era sprofondata e si avvicinò alla donna.
Elorie scambiò uno sguardo con Kelan e prese le mani della fanciulla tra le proprie.
«Si è fatto tardi, chiya, vorresti fermarti a dormire qui con noi?»
Loreena si voltò verso Kelan, che sorrise.
«Fiona dice che di nuovo, la scelta è tua. Ma questa è molto più facile, vero?»
Loreena annuì.
«Se non disturbo...»
«Certo che non disturbi, tesoro. Vuoi dividere la camera con Yllana e Caitlin?»
Una volta infilati sotto le coperte tutti i vari cuccioli, Elorie cantò una ninnananna prima ai più piccoli e poi alle bambine. Loreena si addormentò serenamente tra le gemelle.


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Amyra Hastur

Amyra sentì bussare leggermente alla porta. «Avanti! Oh, sei tu, Loreena. Posso fare qualcosa per te?»
La giovane era evidentemente incerta, ferma sulla la soglia, con i suoi enormi occhi spalancati, indecisa se entrare o scappar via.
Quando Amyra le rivolse un caloroso sorriso incoraggiante, Loreena parve prendere forza e le si avvicinò.
«Dimmi. Se c'è qualcosa che posso fare per te sarei lieta di farlo.»
«Si, forse... vorrei chiederti un consiglio.»
«Davvero? E in merito a che cosa? Ma siediti, non restare lì in piedi.» Detto ciò, le porse una sedia. Ormai si rifugiava sempre più spesso nella solitudine della sua stanza, a fare piccoli lavori manuali come ricamare, quando le capitava di avere un momento libero.
Loreena si sedette, impacciata, e disse: «Fiona... ha detto che posso iniziare l'addestramento come Custode, se voglio.»
«Ma è una splendida notizia, Loreena! Ci conosciamo da poco, è vero, ma sono veramente felice che ti sia stata concessa questa opportunità. Ma... se vuoi? Vuol dire che ti danno la possibilità di scegliere? È molto strano.»
«Si, è vero, me lo hanno detto.»
«Ma, allora, che consiglio vuoi?»
«Sto chiedendo a tutti che cosa avrebbero fatto al mio posto, e mi piacerebbe sapere anche la tua risposta.»
Amyra si rabbuiò ma subito dopo prese un'aria pensierosa: «Io? Non saprei, se mi avessero fatto scegliere... beh, già per quello mi sarei sentita fortunata. Sicuramente, diventare Custode è il più grande onore che sia concesso ad una ragazza. Si diventa possessori di una conoscenza che pochissimi possono ottenere, perché le Custodi se la trasmettono l'un l'altra. Potervi ambire è una fortuna. E sicuramente, come Custode potresti essere molto utile agli altri, soprattutto ad Elvas che potrebbe avere un secondo Cerchio. Certamente la porteresti un gradino più avanti. Ma...»
«Cosa? Vuol dire che tu avresti accettato?»
«Non ho detto questo. Anzi, molto probabilmente io non avrei accettato.»
«Come mai?» disse Loreena, affranta.
«Vedi, una Custode è qualcuno di importante... ma come facciamo a sapere che sia felice? Nessuno può sfiorarti, o guardarti negli occhi, tutti devono essere pieni di riguardo con te, chiamandoti vai leronis. Sì, all'inizio può essere divertente, ma poi... è come essere imprigionati in una scatola di vetro, per me.»
«Ma qui ad Elvas chiamiamo la Custode per nome!»
«Sì, è vero, ma perché è un piccolo villaggio. In Torri diverse, come Arilinn, dove ho studiato... è difficile anche parlarci, con una Custode! E soprattutto, deve essere lei a chiamarti... cosa quasi impensabile, per uno studente! E poi, non so... sicuramente non posso parlare in prima persona, è soltanto una mia opinione, ma... credo che tutti, anche non accorgendosi, trattino una Custode con una certa... ipocrisia, non so se hai capito.»
«Sì, certo. Pensi davvero questo?» disse Loreena, ricordandosi dell'abbraccio di Dana.
Amyra dovette intercettare questo pensiero, perché disse: «Sì, soprattutto per quelli che ti sono vicini. Come si può avere un vero amico in quella condizione? In effetti, è una decisione molto difficile, la tua. Ma qualunque cosa farai, avrai sempre il mio affetto e... la mia amicizia, se la vorrai.»
«Ma certo, Amyra! Ti ringrazio, mi sei stata molto utile. Ora ti lascio ai tuoi ricami. Anche se non so come fai ad avere tutta quella pazienza! Io mi annoiavo a morte, quando lo facevo!»


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Idriel n'ha Ysabeth

Era mattina, abbastanza presto, e nella Valle di Elvas era cominciata una nuova giornata. Molti a quell'ora lasciavano le loro case per andare a lavorare e Idriel stava uscendo dalla stalla con Lisia. Aveva deciso di andare a cavalcare per un po' all'esterno della Valle. Era arrivata da poco e aveva ancora molte cose sulle quali riflettere.
Mentre si avviava in direzione della fattoria dei MacAran incontrò Kelan, in compagnia di Loreena, e notò subito un forte nervosismo proveniente dalla ragazza. Tuttavia cercò di non farci caso.
«Ciao, Loreena! Ciao Kelan!»
«Ciao Idriel!» rispose l'uomo. Poi disse, rivolgendosi alla ragazzina: «Loreena, perché non resti un po' a parlare con Idriel? Io comincio ad entrare!»
«D'accordo,» rispose Loreena.
Dopodiché Kelan si allontanò in direzione della Torre.
«Ciao... Idriel, giusto?» rispose la ragazzina.
«Giusto. Ci conosciamo poco... Ma dimmi: come mai in giro a quest'ora? Passeggiata mattutina?»
«No, no...» la ragazzina sorrise. «Sono andata a dormire da Elorie, la sorella di Kelan, e la sua famiglia.»
«Sì, sì, la conosco! Beh, immagino ti sarai divertita!»
«Già...» ma la giovane notò che non era convinta, non era allegra come avrebbe dovuto. La sentiva preoccupata, tesa...
Dopo qualche istante di silenzio Loreena disse:
«Senti, Idriel...» ma si fermò senza concludere la frase.
«Sì... c'è forse qualcosa che ti turba? Se posso fare qualcosa per aiutarti, dimmi pure!»
«Beh, ecco... è che la Custode mi ha fatto una proposta...» La fanciulla era esitante. «Mi ha chiesto di fare una scelta, una scelta molto importante ed io... non so davvero cosa decidere...»
«Se mi dici di cosa si tratta magari posso darti un consiglio.»
«Si... più pareri ascolto meglio è...» disse a voce bassa, quasi parlando tra sé. Fece un gran sospiro, poi disse: «Vedi, Fiona mi ha chiesto se voglio cominciare l'addestramento come Custode.»
Idriel rimase stupita, e per un po', quasi senza riuscire a parlare.
«E immagino che vorrai sapere cosa farei io al posto tuo,» disse poi.
«Esatto.»
«Beh, devo ammettere che non è facile... Conosco poco di laran e il motivo per il quale ce l'ho nel sangue è qualcosa che preferirei dimenticare. Comunque so che le Custodi hanno grandi poteri e possono usarli in tantissimi modi... e il fatto che Fiona ti abbia chiesto di diventarlo vuol dire che tu possiedi questi poteri, possiedi le capacità per poter diventare come lei. Ammetto che la cosa mi renderebbe molto orgogliosa, però... so anche che le Custodi sono come delle Dee: sono intoccabili, sempre nascoste sotto le loro vesti cremisi... e so che l'addestramento è molto lungo e duro, e che le Custodi hanno grandissime responsabilità... un intero Cerchio da far funzionare... Io odio qualunque responsabilità verso altri, e temo di essere una persona debole, che ha continuo bisogno di qualcuno che le sia accanto, quindi...»
«Non accetteresti?»
«Proprio così. Ma non farti influenzare da ciò che ti ho detto, è una decisione troppo importante e potrei averti detto qualche sciocchezza, vista la mia poca esperienza...»
«Non ti preoccupare, Idriel, mi sei stata davvero utile, grazie mille.» Sorrise, poi aggiunse: «Ora però devo andare... Adelandeyo
«Adelandeyo
"Caspita, Custode... spero proprio di non averle detto qualche sciocchezza!"
Dopodiché salì a cavallo e si allontanò.


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Gwennis n'ha Hannah & Shann McKee

Loreena salì lungo il sentiero fra le rocce che portava a Castel MacAran, in cerca di pace. Ormai un sole pallido riscaldava l'aria. Salendo, la ragazza si lasciò indietro la foschia di quella strana mattina. Attenta a non inciampare nella lunga veste, superò con cautela un tratto franoso del sentiero, alzò lo sguardo e si trovò davanti un'allibita Madre Gwennis, accovacciata dietro a un masso con la daga in mano. La donna si raddrizzò immediatamente, girò lo sguardo attorno e sussurrò: «Ah, sei tu!»
Loreena la guardò allarmata. «È successo qualcosa, Madre?»
Gwennis rise sottovoce e si allontanò dalla fronte i capelli. Se li stava facendo crescere, unico segno esteriore della sua condizione di libera compagna: al momento li portava in un caschetto arruffato. «No, non è niente. Temevo che tu fossi Shann. Ci stiamo avvicinando al castello da direzioni opposte, tenendoci nascosti, e il primo che sorprende l'altro vince!» Di fronte allo sguardo ancora perplesso della ragazza, Gwennis aggiunse in tono rassicurante: «È un gioco.»
«Oh,» replicò Loreena. Non le disse che sapeva già di che si trattava: aveva appena incontrato Shann poco più a valle, gli aveva promesso che non avrebbe rivelato la sua posizione e lo aveva visto allontanarsi con passo deciso.
«Va tutto bene, piccola?» chiese Gwennis, rilassandosi. «Ti trovo un po' pallida.»
Loreena parve guardarla con nuovi occhi. «Madre, scusatemi, volevo farvi una domanda da diverso tempo. Ma forse non è il momento giusto...»
Gwennis rinfoderò la spada. «No, dimmi. Le occasioni vanno colte quando si presentano, se non si vuole rimpiangerle.»
Loreena la occhieggiò con una certa diffidenza. Gwennis si rese conto che la sua affermazione sentenziosa poteva essere considerata malaugurio, ma non la ritirò, perché ne era profondamente convinta.
«Fiona e Damon vorrebbero che io diventassi Custode,» sbottò Loreena. «Ma hanno lasciato a me la scelta. Io ho chiesto un parere a tutti quelli che conosco, e adesso...»
Gwennis emise un respiro e annuì. «E adesso sei ancora in dubbio.»
«Sì.» Loreena sollevò lo sguardo sull'alta Rinunciataria che la osservava a braccia conserte. «Ditemi, anche voi considerate la nostra Custode come... come qualcosa di diverso, di sublime... quasi non umano?»
Gwennis emise una breve risata sarcastica. «Diverso? Considero diverso chiunque io incontri, chiya. Ma questo è un problema mio. Fiona... non mi è più aliena di tanti altri. Non mi sono posta troppe domande su quello che fa, quello che è. Fa il suo lavoro, e io le voglio bene e la rispetto per questo. Non mi capita spesso di pensare al sacrificio che ha fatto.» Gwennis cercò di pensarci, e la sua mente si rifiutò. Sapeva che non si sarebbe trattenuta dal fare paragoni e avrebbe sovrapposto la mistica solitudine di Fiona con la nera angoscia senza fondo che lei aveva provato fino a quando non aveva incontrato Shann, il terrore di restare per sempre da sola. Non era giusto, e Gwennis non aveva il diritto di opprimere Loreena con le proprie paure. Sperò di non stare proiettando tutto questo alla piccola telepate, quindi cercò di pensare a cose piacevoli, il canto degli uccelli, il piccolo Aengus al momento affidato a Liriel e Benton, o una buona cena a casa di Shann alla fine della partita.
Ma Loreena sembrava immersa nei propri pensieri. «È che non riesco a... a valutare questo sacrificio, e non c'è niente da fare. Se sapessi quello che perderei diventando Custode, vorrebbe dire che sono già troppo vecchia per diventarlo. Se sono pronta a diventarlo... vuol dire che non conoscerò mai l'alternativa. Mastro Shann mi ha detto...»
«Shann? Quando?»
Loreena arrossì, rendendosi conto di aver violato la promessa fatta all'ex soldato. «Ah... è stato... qualche tempo fa. Comunque,» aggiunse in fretta per dissimulare, «lui dice che dovrei fare quello che è giusto.»
Gwennis alzò gli occhi al cielo e rise sommessamente. «Io amo quell'uomo, ma a volte è così poco utile.»
«Ma no, lui ha ragione, credo... mi ha parlato di onore e dovere, di quello che sento di poter fare per gli altri...»
La Rinunciataria sospirò. «È verissimo. Ma vedi, Loreena...» Cercò le parole. «Prima di decidere quello che possiamo fare per gli altri, io credo che... per prima cosa dobbiamo pensare a noi stessi.» Allo sguardo confuso di Loreena, si affrettò a precisare: «Non sto parlando di egoismo. Sto dicendo che tu, chiya, puoi fare qualsiasi cosa, essere qualsiasi cosa... e se decidi di abbandonare un sentiero per sceglierne un altro, devi farlo perché tu lo vuoi, tu ti senti pronta a dare te stessa agli altri, tu sai che così sarai felice. Non perché te lo dicono gli altri, o perché senti una responsabilità dall'esterno.»
Loreena annuì. «Questo è molto bello, Madre, e vi ringrazio... ma io come faccio a sapere che così sarò felice? Che quella è davvero la mia via?»
Gwennis strinse le labbra e annuì. «Lo so. Neanch'io sono stata molto utile, vero? Devi sentirlo, e io non posso spiegarti come. Forse hai bisogno di più tempo.»
«Forse,» meditò la fanciulla. Poi la guardò di nuovo. «Penserò a quello che mi avete detto, Madre. Grazie.»
Gwennis le sorrise inclinando la testa, poi girò lo sguardo sul bosco, rimase in ascolto per un istante e con due passi scomparve in silenzio fra i cespugli, come se non fosse neppure mai stata lì.
Sospirando, Loreena riprese il sentiero che conduceva a Castel MacAran. L'aveva imboccato da non più di cinque minuti, persa nelle proprie riflessioni su quello che le aveva detto Gwennis, quando alle sue spalle eruppero improvvisamente schianti metallici, grida e risate. Si chiese distrattamente chi avesse vinto la sfida.



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Illa

La mercenaria aveva lasciato lo Scoundrel di prima mattina, indecisa se dedicarsi ad una battuta di caccia in solitaria o se fermarsi ad ammirare la valle, approfittando della tranquillità che sembrava circondare i ruderi dell'antica costruzione di Castel MacAran.
Non era giunta neppure a metà strada quando fu raggiunta da Shonnach, che voleva sapere dove stava andando, cosa aveva intenzione di fare, se voleva lasciare la valle... Con la tranquillità acquisita da anni di esperienza, Illa aveva ignorato ogni domanda ed aveva proseguito verso la cima della montagna, lasciandosi alle spalle la Rinunciataria.
Con la testa ancora affollata dalle domande della donna, Illa era stata quasi atterrata da Shann McKee, in agguato dietro un cespuglio.
L'uomo era balzato immediatamente in piedi, un'espressione tra l'imbarazzato e il terrorizzato sul volto, temendo una qualche reazione da parte della donna. Ma Illa, dividendo equamente le imprecazioni tra se stessa e Shonnach, la cui presenza ossessiva le aveva fatto perdere parte della sua abituale concentrazione, non fece neppure caso al proprio assalitore.
Shann guardò la mercenaria allontanarsi verso il castello, attese fino a quando la piccola figura non fu scomparsa oltre una curva e, stringendosi nelle spalle, tornò a nascondersi dietro un cespuglio, in attesa della sua vera preda.
Dopo aver evitato un secondo assalto, questa volta da parte di Madre Gwennis, Illa raggiunse la cerchia esterna delle vecchie mura con l'umore ormai rovinato e con il solo desiderio di pace e silenzio.


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Illa percepì l'arrivo di Loreena almeno mezz'ora prima che la ragazzina raggiungesse il castello. Se Dana fosse stata con lei avrebbe ricominciato con la solita storia del laran, ripetendo che forse era giunto il momento di farsi controllare, che doveva farsi vedere anche da una Custode, che il fatto che lei fosse in grado di chiudersi come roccia e che avesse già quello scherzo di matrice, sulla quale non si era mai resa conto di essersi sintonizzata, non bastava a renderla sicura come telepate.
Mentre Loreena raggiungeva la fine del sentiero e iniziava ad inerpicarsi lungo i primi ruderi, Illa decise di uscire dal suo nascondiglio e rendersi visibile. Non voleva che alla ragazzina succedesse qualcosa, se per caso si fosse spaventata vedendola saltar fuori all'improvviso. Per un breve istante la mercenaria rimase stupita della sua stessa preoccupazione, ma fu solo un momento, subito allontanato dalla propria mente.
Loreena rallentò un poco il passo quando vide la figura, chiaramente riconoscibile, di Illa sulla cima di un muro diroccato. La mercenaria ebbe l'impressione che la ragazzina stesse rapidamente decidendo se proseguire o girare sui tacchi e tornare verso valle, facendo finta di non averla vista. Invece, con sua somma sorpresa, Loreena riprese a salire, raggiungendo quello che un tempo era stato il cortile centrale del castello e che ora, a causa dei muri crollati, regalava a chi si avventurava fin lassù una vista mozzafiato dell'intera vallata.
«Non siamo un po' troppo lontani dal villaggio?» chiese a mo' di saluto, non appena Loreena fu a portata di voce.
«Speravo di trovare un po' di pace,» rispose la ragazza, sedendosi su un sasso. «Ho bisogno di riflettere su alcune cose e speravo di non incontrare nessuno del villaggio quassù...»
«Con tutta la gente che c'è in giro...» commentò Illa, scendendo dal muro con un balzo felino. «Ci si vede!» salutò, avviandosi verso il sentiero.
«No!» Loreena si morse la lingua subito dopo aver quasi urlato. «Posso chiedervi una cosa?»
Illa si fermò, voltandosi verso la ragazzina. «A me?» il tono preoccupato non mancò di sorprendere Loreena, che annuì arrossendo.
«Vedete... Fiona mi ha offerto una grande opportunità,» iniziò a spiegare, «dandomi la possibilità di scegliere cosa fare del mio futuro...»
Illa la bloccò con un gesto, impedendole di proseguire. «Non so nulla delle vostre stregonerie,» disse sgarbatamente, sedendosi sul prato, lo sguardo rivolto verso la valle. «Non sono la persona adatta.»
Loreena sospirò tristemente. «Ho già chiesto a tutti quelli che potevano darmi un parere professionale,» disse piano, cercando di non far tremare la voce. «Cosa avrebbero scelto, se fossero stati al mio posto, e perché... ma non so cosa decidere... sono ancora più confusa...»
Illa si sdraiò, lanciando un'occhiata alla ragazzina. «Chiusa in una Torre, con poteri immensi, o chiusa in una casa, con un nugolo di bambini a cui tenere dietro?» Loreena la guardò stupita. «Se fosse per me, nessuna delle due sarebbe una scelta adatta.»
Per la prima volta, da quando Fiona le aveva proposto di seguire le sue orme, Loreena si ritrovò a ridere di gusto. Il solo immaginarsi la mercenaria nei panni dell'una o dell'altra cosa la riempiva di ilarità e solo l'espressione cupa della donna riuscì a farla smettere.
«Non volevo offendervi,» cercò di scusarsi, soffocando una risata con la mano, «ma sono d'accordo con voi.»
Rimasero in silenzio, Illa sempre sdraiata sull'erba e Loreena seduta su una roccia poco distante, entrambe rivolte verso la valle. Il sole del mezzogiorno illuminava completamente il villaggio, facendo risaltare la Torre come un gioiello. Anche a quella distanza, Loreena ebbe come la sensazione di sentire il canto dell'acqua della fontana e, colorati dai riflessi della luce, anche le Terme e la Gilda sembravano tornate allo splendore che solo le leggende tramandavano.
«E' bella vero?» chiese all'improvviso Illa, tornando a sedersi. «Se mai decidessi di fermarmi, credo che Elvas sarebbe il posto ideale.» Loreena la guardò, annuendo. «Ti sei mai chiesta cosa sarebbe Elvas, senza la guida di Fiona?» Loreena aprì la bocca, come per rispondere, ma la richiuse subito dopo. «Un mucchio di case e di persone, non diverso dai tanti villaggi disseminati sulle montagne.»
«Ci sono tante persone valide,» obiettò Loreena. «Mastro Shann, Madre Gwennis e le altre Rinunciatarie; anche Alar... a modo suo...»
Illa ridacchiò, cercando di immaginarsi Alar come membro rispettabile di una qualsiasi comunità. «Ma c'è una sola cosa che li tiene insieme, che permette a Elvas di essere diversa da tante altre comunità. Una sola...»


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Loreena

Loreena era rimasta a lungo in silenzio, anche dopo che Illa se ne era andata, cercando di dare un senso alle parole della mercenaria.
Elvas era diversa, questo lo sapeva. La sua comunità la rendeva diversa, l'affiatamento che esisteva tra i vari componenti del gruppo di telepati, tra le Rinunciatarie e i normali abitanti del villaggio. Potevano esserci screzi, ma tutto veniva risolto in tempi brevi e l'equilibrio tornava perfetto.
Loreena fissò la valle. L'ombra della Torre iniziava ad allungarsi, presto sarebbe dovuta tornare al villaggio, prima che mandassero una spedizione in suo soccorso.
"Qual è la sola cosa che rende unica Elvas?" si chiese, alzandosi e ripulendo il vestito dal terriccio e dall'erba. "Il filo che lega tutti, senza il quale Elvas neppure esisterebbe..."
Improvvisamente la risposta brillò nella sua mente come una pietra di fuoco. "Fiona!" La rivelazione la lasciò quasi senza fiato, nonostante fosse la stessa cosa che le aveva detto la mercenaria poco prima.
Senza la Custode, Elvas non sarebbe stata creata. La sua presenza era il collante dell'intera comunità, la forza che guidava e sorreggeva tutti, nessuno escluso. Era la Custode l'anello più forte che teneva insieme la catena che li univa.
Elvas era stato il suo sogno, lo aveva realizzato a rischio della propria vita. Se qualcuno li avesse scoperti, la posizione come Custode di una Torre le sarebbe stata preclusa, ma questo non l'aveva fermata, anzi... era riuscita a coinvolgere altre persone e a sostenere i loro sogni, aiutandoli dove altri avevano fallito.
Loreena pensò a se stessa, a quello che Elvas rappresentava per lei e a quanto Fiona le aveva concesso di vivere. Da semplice contadina, con un futuro di solitudine a causa del laran che si stava risvegliando, a futura leronis. Viveva accanto alla progenie dei Comyn e veniva trattata alla pari dalle Rinunciatarie, non valeva meno degli altri... anzi!
Fiona le aveva concesso la possibilità di riscattarsi dalla vita banale e sottomessa a cui era destinata e lei... in quel momento Loreena si rese conto di sapere esattamente quello che voleva fare.
Lei voleva diventare Custode.
Non per il potere, non per raggiungere una posizione che molti consideravano pari a quella di una dea... voleva solo la possibilità di aiutare gli altri, come Fiona aveva fatto con lei.
Sospirando, Loreena si alzò e si voltò a fissare Elvas. Era giunto il momento di rientrare.










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Disclaimers

Pochi giorni dopo la Festa del Solstizio, Fiona comunica a Loreena la sua decisione di iniziare l'addestramento come Custode. Dana si oppone e, per appianare la discussione, viene concesso alla ragazza di decidere il proprio futuro.

Credits

Loreena, immagine tratta dal doujinshi CRAZY CLOUD di Narushima Yuri, ispirato ai personaggi di YU YU HAKUSHO di Yoshihiro Togashi

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008