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! Questo racconto tratta anche di tematiche omossesuali,
se siete contrari all'argomento o se vi offende non procedete nella lettura !



Una visita di cortesia

Tristam Elhalyn Alton & Brydar Elhalyn

con la partecipazione di

Rael McKihan

La mattina era cominciata con una abbondante nevicata ma, con il trascorrere delle ore, si era trasformata in una piacevole giornata primaverile. La neve era diventata pioggia ghiacciata per poi smettere di cadere completamente e il sole, anche se faticosamente, stava cercando di farsi vedere attraverso le spesse nubi.
Brydar aveva trascinato Duane allo Scoundrel per una tarda colazione e, dopo aver declinato l'invito da parte dei gemelli MacAran di seguirli alla guarnigione, lo stava conducendo a forza verso la casa che Tristam aveva deciso di farsi risistemare. Il comyn aveva sentito parlare del progetto del cugino e, incuriosito, aveva deciso che quella era la giornata migliore per una visita di cortesia, considerando anche che lui e Duane avevano passato l'ultima settimana chiusi in casa, con la sola saltuaria compagnia di Miranda, ed era giunto il momento di prendere un po' d'aria fresca.
I due si fermarono a poca distanza dalla costruzione, ancora regno della confusione più assoluta, sorpresi dall'affollamento di persone attorno ai ruderi da poco restaurati.
Due uomini sconosciuti, arrivati al villaggio la settimana precedente, ma che nessuno sembrava aver ancora avuto modo di conoscere, stavano accanto a Tristam e sembravano discutere con lui di qualcosa che aveva attirato la loro attenzione sul tetto della costruzione. Il comyn, capelli e abiti in disordine indossati con un fascino e una noncuranza che pochi erano in grado di replicare, stava osservando il punto che l'uomo più anziano gli stava indicando, proteggendosi gli occhi con una mano e sorridendo divertito.
Brydar e Duane, incuriositi, sollevarono a loro volta lo sguardo, seguendo la direzione indicata, ma non videro nulla di così interessante sul tetto che, almeno a prima vista, sembrava essere deserto. Solo dopo pochi secondi, da dietro la sagoma del camino, comparve la figura di un ragazzo che agilmente, con movimenti fin troppo spericolati, cominciò a spostarsi da un lato all'altro del tetto spiovente. Fece due rapidi balzi poi, infilandosi in chissà quale apertura, scomparve nuovamente alla loro vista.
Il padrone di casa e i suoi ospiti sembravano distratti dallo spettacolo, più divertiti che preoccupati dalle evoluzioni. Solo al termine dell'esibizione, voltandosi verso il cortile, notarono la presenza dei due visitatori.
«Finalmente vedo la tua nuova casa, cugino,» Brydar si avvicinò a Tristam, salutandolo con naturalezza. «Ma non credevo che avrei assistito a spettacoli di funambolismo!»
Il comyn scoppiò in una risata, imitato dagli altri presenti. «Cugino, credimi: io ero qui a scommettere dopo quanti passi si sarebbe spezzato l'osso del collo, ma quello è peggio di un gatto!» rispose, passandosi una mano sul viso sporco di polvere. «Oh, Duane, ci siete anche voi! Mi fa piacere rivedervi, anche se temo di non essere molto presentabile in questo momento,» aggiunse con un piccolo inchino che, data la situazione e gli abiti, parve quasi ridicolo nel suo insieme.
Duane ricambiò rigidamente il saluto, cercando di non far trasparire troppo la diffidenza che provava per quel parente di Brydar. Nonostante i chiarimenti intercorsi tra lui e l'Elhalyn, non era ancora riuscito a superare del tutto l'apprensione che nutriva nei confronti di Tristam.
«Vedo che saremo vicini, o quasi,» il McKee si voltò verso la stradina che conduceva alle Terme dove, a poche centinaia di metri di distanza, nascosta oltre una mezza dozzina di altre costruzioni da poco risistemate, sorgeva la loro casa.
«Quello che mi piace di questi edifici è che non sono né troppo vicini né troppo lontani,» commentò uno dei due sconosciuti. «Dillyn Shefton, z'par servu domini,» e si prodigò in un inchino ampio e pomposo. «Questo è il mio aiutante Manuel,» aggiunse, indicando il vuoto accanto a sé, «ops... quello è Manuel...» e con un gesto teatrale additò il ragazzone che, fino a pochi istanti prima, era fermo con loro ad ammirare le evoluzioni del giovane sul tetto. Non ritenendosi interessato ai discorsi tra i nobili e il suo capo Manuel si era allontanato, impegnandosi subito in qualche lavoro più alla sua portata, come trasportare una pila di pietre con uno sforzo quasi minimo.
Brydar e Duane si voltarono ad osservare il giovane, per poi riportare lo sguardo sul tetto, dal quale una pila di tegole era piombata rovinosamente al suolo. Quando la situazione sembrò tornare alla tranquillità il gruppetto proseguì nelle presentazioni.
«Io sono Duane McKee,» si presentò Duane, con un leggero inchino, «sono l'attendente del Nobile Brydar Elhalyn,» proseguì, indicando l'uomo al suo fianco.
Dillyn formulò ancora qualche frase cortese poi, percependo rumori poco confortanti alle loro spalle, tornò a rivolgere la propria attenzione al lavoro che lo attendeva, congedandosi dal gruppo di comyn.
«A che devo la vostra visita, com'ii?» chiese Tristam, mentre si puliva alla bell'e meglio il viso, con un pezzo di stoffa altrettanto impolverato.
Brydar si guardò in giro, avvicinandosi a Duane e passando un braccio attorno alle sue spalle. «Eravamo curiosi di vedere come ti eri sistemato,» rispose con indifferenza. «Non pensavo ti avrebbero fatto scappare dalla Torre... ben dotato come sei...»
Tristam non fece in tempo a ribattere, interrotto dai borbottii di Rael che, tirandosi dietro un secchio che era grande la metà di lui, stava arrancando verso la casa. Arrivato al porticato si fermò di colpo, spandendo acqua dappertutto e sospirando contro l'ingiustizia di essere piccolo e gracile.
«Mi serve dell'acqua calda....» borbottava tra sé ma, non appena si accorse degli ospiti, rimase subito senza parole. Era talmente impegnato dal suo lavoro da non essersi accorto dell'arrivo dei visitatori e, come se fosse stato colto in fallo, arrossì violentemente.
«Acqua calda per un bel bagno... a chi non servirebbe, chiyu,» commentò Tristam, facendo cenno a Rael di posare il secchio e raggiungerlo. «Credo che voi già conosciate il mio piccolo aiutante, Rael,» disse, dandogli una piccola pacca sulla spalla invitandolo a farsi avanti.
«Onorato,» disse il ragazzo, facendo un inchino, asciugandosi le mani sui vecchi pantaloni sdruciti, visibilmente troppo grandi per lui. «Se permettete...» aggiunse, cercando una scusa per entrare in casa, battendo tra loro le mani per scaldarle.
Brydar guardò con disappunto il ragazzino, che cercava di nascondere il freddo che il contatto con l'acqua gelata doveva avergli provocato.
«Dovresti preoccuparti della salute dei tuoi aiutanti,» commentò, rivolto al cugino. «Dopo quello che avete passato, dovresti interessartene di più.»
Chi doveva rispondere all'accusa non fece in tempo a replicare perché una testolina bionda si piazzò davanti a Brydar, guardandolo torvo dal basso in alto, non avendo colto il tono ironico della frase.
«Non sono mai stato trattato meglio di così, Signore, voi non siete in grado di... giudicare così negativamente il mio Padrone... e... normalmente non importa a nessuno! Ecco...» ribatté Rael con tono deciso ma che, pian piano, era scemato come la fiamma di una candela morente. A quel punto, certo di aver oltrepassato le proprie possibilità, il giovane se ne tornò verso il suo secchio e lo raccolse.
I due comyn erano restati a fissarlo quasi a bocca aperta, non aspettandosi una reazione del genere. Solo Duane, cercando di trattenersi, ma con scarsi risultati, scoppiò a ridere, dando di gomito a Brydar.
«Il suo carattere sta guadagnando un po' di pepe,» commentò, ricordandolo com'era solo poche settimane prima, poco dopo il suo arrivo alla Torre. «La sua insegnante dovrebbe esserne fiera. Ovviamente, sai chi lo sta addestrando, vero?» chiese al compagno, guardandolo di sottecchi.
Brydar si limitò a fulminarlo con uno sguardo, senza rispondere. «Dico solo che, con questo freddo, rischiate di prendervi di nuovo un accidente,» continuò invece, rivolto al cugino. «Dovreste cercare di scaldarvi un po'... siete già stati alle Terme?»
Tristam scosse il capo con vigore. «Non ne sapevo neppure l'esistenza...» lasciò la frase in sospeso, mentre seguiva con lo sguardo Rael uscire con fare baldanzoso, per poi sgattaiolare nuovamente in casa ed uscirne poco dopo con una brocca vuota tra le braccia. «Ma vi va di entrare?» chiese, sperando di non pentirsene in seguito. «Vi preparo qualcosa di caldo da bere.» «Più che volentieri,» Brydar accettò con entusiasmo, facendo cenno a Tristam di precederli.
«È necessario?» gli chiese Duane con un filo di voce. «Sai che non...»
Brydar lo afferrò per la vita, spingendolo poi avanti, verso l'ingresso. «Capiterà spesso di incontrare qualcuno che non sopportiamo, Duane,» gli sussurrò ad un orecchio. «Devi farci l'abitudine.»


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Se il cortile esterno si poteva definire il regno del caos, l'interno dell'abitazione non era certo in condizioni migliori. Nella stanza principale i soli mobili sembravano essere un tavolo e alcune sedie, ricoperti da un telo per proteggerli dalla polvere. Non senza difficoltà, Tristam riuscì a liberarli dalla copertura, indicando agli ospiti che potevano accomodarsi.
«Purtroppo non posso fare onore ai miei ospiti. La casa, come avrete notato è ancora in fase di ristrutturazione,» disse, gettando il telo in un angolo, dopo averlo piegato in modo che il lato interno non si sporcasse.
«Mi sembra una definizione azzardata,» commentò Brydar, osservando con occhio distratto la stanza da letto che si intravedeva sul retro. «Potevi almeno aspettare che fosse in condizioni migliori prima di trasferirti.»
Con il solito tempismo Rael arrivò di corsa, interrompendo Tristam prima che potesse rispondere a tono. Il ragazzo si immobilizzò sulla porta, la brocca piena d'acqua stretta al petto. Sembrò ponderare un'eventuale ritirata poi, con piglio deciso, si diresse verso l'angolo che fungeva da cucina e posò il suo fardello su quello che sembrava una credenza.
«Cosa desiderate bere?» perfettamente calato nel suo ruolo di governante non sembrava il ragazzino impacciato che li osservava con curiosità qualche minuto prima. «Abbiamo qualche liquore, del jaco e degli infusi speziati,» continuò, mentre Tristam lo rassicurava con un sorriso.
«Non sentitevi in dovere di rifiutare,» continuò il comyn, mentre raccoglieva i capelli in una coda ancora vagamente disordinata. «È tutta roba che il piccolo ha preso dalle cucine della Torre.»
«Allora, direi che del jaco sarebbe una buona idea,» rispose Brydar, decidendo anche Duane.
Rael sorrise e si mise all'opera, movendosi con naturalezza in quella cucina appena abbozzata. «Suppongo lo preferiate con più corpo...» azzardò, chinandosi a prendere, da un ripiano più basso, un paio di bottiglie impolverate.
I due ospiti si scambiarono un rapido sguardo. «Per Duane solo jaco,» rispose Brydar, ancora una volta per entrambi, «ma abbonda pure nella correzione del mio.»
Tristam non dovette neppure rispondere perché, appena fece per aprire bocca, Rael lo interruppe nuovamente. «Lo so, vai Dom,» disse con tono sicuro, tornando poi ad affaccendarsi nella piccola cucina, comparendo e scomparendo nel vano porta con brocche e pentole di coccio.
«Duane, Brydar, potete consigliarmi un buon falegname? La casa così è un po' spoglia e, anche se comprendo quanto questo possa stupirti Brydar, non sempre adoro dormire sulla nuda roccia come se fossi a Nevarsin,» un sorriso ironico aleggiò sulle labbra del comyn dai lunghi capelli mogano, per poi scomparire così come era nato.
«L'intera nostra casa è stata realizzata da Coryn MacAran,» rispose Brydar, fissando la porta oltre la quale era sparito Rael. «La ricerca è stata difficile, ma sembra che sia il miglior carpentiere della valle.»
«Parente di Kelan?» chiese, forse con troppo slancio, Tristam. Rendendosi conto dello strano tono che aveva dato alla domanda il comyn tossicchiò nervosamente, cercando di posare lo sguardo su qualunque cosa che non fossero i suoi ospiti.
Duane fissò con espressione stupita Brydar che, per la prima volta, lo stava rendendo partecipe di alcuni ricordi collegati a quella ricerca. «È il marito di sua sorella Elorie,» rispose poi, sorridendo nello scoprire che fin da quel giorno, il primo per lui a Elvas, l'Elhalyn si era interessato a lui.
Brydar annuì a sua volta. «Lui e Edric e Dyan MacAran hanno completato il lavoro in tempi veramente rapidi,» si voltò a guardare Duane con un'espressione indecifrabile. «Ci avrebbero messo anche meno, se non fosse stato per lui.»
«Come?» chiese Tristam, sforzandosi di tornare a guardare almeno Brydar. "Kelan è la prima persona che ho conosciuto ad Elvas," cercò di giustificarsi, senza che nessuna domanda fosse formulata, "sono rimasto abbastanza legato alla sua figura," aggiunse.
Rael arrivò con un vassoio e tazze fumanti, interrompendolo. Posò il tutto sul tavolo e servì i tre uomini radunati nel salotto, riponendo poi il bricco fumante accanto alla piccola stufa sistemata in cucina, per conservare al caldo il jaco rimasto per chi stava ancora lavorando.
«Se volete qualcosa per accompagnarlo... ho dei biscotti... non molto altro, in effetti,» non sapeva se potessero andare d'accordo col liquore, ma era quello che aveva in casa. Il suo senso di frustrazione, oltre che alla mancanza di tempo e di preavviso per quella visita, era acuito dall'impossibilità di dare un giusto benvenuto agli ospiti, come ci si sarebbe dovuto aspettare da lui.
«I biscotti andranno benissimo, Rael,» lo rassicurò Duane. «Io sono stato addestrato da Kelan,» commentò poi, rivolto a Tristam. «Anche se dovrei dire che è stata sua sorella Elorie ad introdurmi alla Torre.» Un rapido stralcio di immagini relative al traumatico risveglio del suo laran si rincorsero nella mente dei due comyn. «Ma, per sviluppare il mio laran, mi sono state molto più utili le settimane trascorse con Brydar...» continuò, arrossendo impercettibilmente. «Adesso Dana mi minaccia spesso di voler portare a termine l'addestramento, verificando le mie aumentate capacità.»
«Non è una minaccia, Duane,» lo tranquillizzò Tristam. «Sono certo che riuscirete a raggiungere un buon livello di addestramento. Potreste continuare ad essere seguito da Kelan. È un bravo monitore, molto sensibile e ama gli animali.» Tristam si interruppe di colpo, il volto illuminato dalla gioia. «A proposito di animali, hai visto il mio falcone, Brydar? Pensavo sarebbe morto congelato nel viaggio e invece è vispissimo!»
Brydar assunse un'espressione quasi disgustata. «Non amo la falconeria, Tristam, ma sono felice che il tuo animale stia bene.»
«A voi piacciono i falconi, Duane?» chiese allora Tristam, rallegrato dal fatto che la tensione di loro si fosse attenuata. Non ne aveva ancora capito l'origine ma, anche se l'antipatia era praticamente unilaterale, l'idea di non piacere a quel ragazzo lo rattristava.
«Mia madre e mia zia si dilettavano di caccia col falco, quando eravamo ancora ospiti della famiglia di mio padre,» rispose il McKee. «Se dovesse avere dei problemi, Kelan di sicuro saprà come risolverli,» continuò, senza troppo entusiasmo. «È abilissimo nel comunicare con gli animali.»
Brydar aveva avvertito il nuovo raffreddarsi della conversazione. «Peccato che abbia potuto fare poco contro quella testa dura da McKee che ti ritrovi,» aveva posato una mano sul braccio di Duane, sollevato di scoprire che, per una volta, la colpa della reazione così scostante del suo compagno era dovuta al ricordo del padre comyn e non dalla vicinanza o dalla cortesia di Tristam. «Sembrava avesse pochissimo potenziale laran, appena uscito dalla Torre... invece, la forzata convivenza con me sta sviluppando in lui doti impreviste.»
«Intendi a parte una innaturale pazienza nel sopportarti?» rise Tristam, facendo cenno a Rael di avvicinarsi. «Vieni, chiyu, e rimani con noi. Qui non siamo a Castel Elhalyn e tu non sei un servo.»
Rael, con uno sguardo quasi colpevole, si mise seduto in un angolo del tavolo sorseggiando appena la sua bevanda. Sembrava teso in modo quasi innaturale, anche se aveva obbedito senza battere ciglio alla richiesta di Tristam.
«La pazienza sembra essere una dote rara nella sua famiglia,» commentò Brydar, osservando di sottecchi Duane che non reagì alla provocazione, «così come nella mia.»
L'amena conversazione venne interrotta da strani rumori che, per un attimo, allarmarono sia gli ospiti che il padrone di casa. Tristam cercò di tranquillizzarli. «Saranno i ragazzi che riparano il tetto...» "almeno spero," aggiunse mentalmente sorridendo.
Ci mancava solo che franasse tutto sulle loro teste!
«Sarò monotono, ma non sarebbe stato più pratico far finire i lavori, prima di venirci ad abitare?» chiese nuovamente Brydar, non del tutto tranquillizzato dall'ultimo pensiero del cugino.
«Oh... sono sicuro che non ci cadrà il tetto sulla testa...» sogghignò Tristam trasmettendo la possibile scena mentalmente.
Duane spostò lo sguardo sul camino, facendosi impercettibilmente più vicino a Brydar.
Dalla bocca della canna fumaria continuavano a provenire strani rumori. Rael appoggiò la tazza sul tavolo e si avvicinò curioso al camino. Vi infilò anche la testa, per controllare se riusciva a localizzare l'origine del frastuono che, in maniera poco rassicurante, sembrava avvicinarsi sempre di più a loro. Improvvisamente qualcosa gli piombò addosso e Rael riuscì a malapena a spostarsi, finendo a terra malamente.
Quella cosa nera che era finita giù per il camino aveva avuto miglior fortuna e, dopo essere rotolata in mezzo alla stanza, era graziosamente tornata dritta su due gambe e si era esibita in un mezzo inchino, mentre la fuliggine che la avvolgeva cominciava a depositarsi sul pavimento e in ogni dove.
L'essere che era capitombolato fuori dal camino stava cercando di ripulirsi il volto dalla fuliggine ma, quella che si era depositata sui vestiti, non faceva altro che peggiorare le cose. La palla fuligginosa si era tramutata in un giovane dal fisico slanciato. I capelli e la tunica che lo coprivano dovevano essere bianchi all'inizio e, con i piedi completamente scalzi, stava lasciando impronte su tutto quello che ancora non era sporco.
Si avvicinò a Rael, aiutandolo ad alzarsi e, sorridendo, si sedette a gambe incrociate al centro della stanza, come in attesa che qualcuno parlasse per lui.
«ERIS!» tuonò Tristam, passandosi un pezzo di stoffa sul volto nel tentativo di ripulirsi, riuscendo solo a peggiorare la situazione.
«Per tutti gli inferni di Zandru, che succede?» Dillyn si era precipitato dentro la casa, seguito dal muscoloso aiutante e, alla vista di Eris, della stanza e dell'espressione dei comyn, scoppiò in una fragorosa risata, subito imitato da Manuel e dallo stesso Tristam che, nella disperazione dell'umiliazione, sapeva ancora trovare il lato divertente dell'accaduto.
Duane, consapevole del fatto che anche il loro aspetto doveva essere come di Tristam, cercò di mantenere un'aria distaccata, riuscendoci per poco. Non sapeva se anche gli altri stessero ricevendo l'irritazione di Brydar, ma la cosa, unita all'espressione sul volto del comyn, lo fece scoppiare a ridere.
"Scusami parente," riuscì a formulare Tristam.
Brydar sospirò, tanto era inutile cercare di mantenere un contegno. «Puoi almeno presentarci l'autore di questo...» allargò le braccia, a mostrare gli abiti completamente coperti dalla sottile polvere nera.
«Lui è Eris,» rispose Manuel, afferrando il ragazzetto per la collottola e portandolo davanti ai comyn. «Eris! Saluta!» aggiunse, posandolo a terra.
Il ragazzo fece un profondo inchino teatrale, senza proferire parola, visibilmente divertito dal disastro di cui era stato l'unico artefice. Dopo tutto non c'erano stati feriti, se non il povero Rael che, rannicchiato in un angolo, aveva cominciato a tossire come un indemoniato.
Si era seduto a terra, cercando di fermare la tosse e di togliersi la fuliggine dal viso, ma impastandola con le lacrime che stavano accompagnando gli accessi di tosse, stava combinando ben di peggio.
Duane si alzò, resistendo alla tentazione di pulirsi le mani sul vestito, e si avvicinò a Rael, aiutandolo ad alzarsi e portandolo verso la cucina, dove avrebbe potuto bere un po' d'acqua per fermare la tosse. Dopo lunghi minuti il miracolo sembrò avvenire. La tosse si fermò e il giovane poté tornare nel salotto, ad osservare il disastro prodotto da Eris.
Il solo pensiero di dover riprendere in mano straccio e secchio gli fece venir voglia di rimettersi a piangere. Si mise a guardare tutti quanti, pensando che forse una strofinata a ognuno di loro sarebbe stata una buona cosa, prima di mettersi a pulire il pavimento e le pareti.
«Rael, tutto bene? Su, sono sicuro che Eris sarà lieto di aiutarti a pulire la casa,» la mano di Dillyn si posò sulla spalla del ragazzo. «E, visto che io e il mio amico qui non abbiamo altro da fare per oggi, e che la colpa è solo nostra... la compagnia Dillyn sarà ancora al vostro servizio, Dom Tristam! Cominceremo subito con le pulizie!» Detto questo diede due colpetti sulla spalla di Rael, spingendolo verso i comyn. «Prima uscite prima puliremo, vai domini
Brydar si alzò, sollevando una nuvola di fuliggine. «La prima buona idea della giornata,» commentò tagliente, «non basterebbe tutta l'acqua di questa valle per ripulirci...»
Rael alzò tristemente lo sguardo sul comyn, sentendosi colpevole di quanto era accaduto ai loro ospiti. «E ora?» si chiese tristemente, voltandosi verso Tristam, in cerca di un suggerimento.
«Ehm... Brydar, avresti una tinozza da prestarci? Noi ne siamo ancora sforniti...» azzardò Tristam, fissandosi gli abiti che, alla luce del sole, sembravano ridotti in condizioni ancora più pietose di quanto gli erano sembrati nella penombra dell'interno.
«Non una abbastanza grande per tutti.» Il tono dell'Elhalyn era ancora freddo e tagliente. «Ma so dove trovare qualcosa di meglio.» Si avvicinò a Duane, posandogli un braccio sulle spalle e incamminandosi con lui verso la strada che portava al centro del villaggio.
«L'ultima volta che abbiamo fatto un bagno insieme era proprio in centro città... credo che in molti rabbrividiscano ancora al ricordo...» commentò Tristam rivolto a Brydar, ridendo tra sé.
Duane lanciò un'occhiata interrogativa a Brydar che, con cenno del capo, gli fece capire che non era il momento per spiegare. «Qui siamo attrezzati meglio,» disse invece il comyn, tranquillizzando il cugino. «Sembra giunto il momento di presentarti alla donna più affascinante del villaggio...»
«Perché questo tono mi mette i brividi, Bry?» chiese Tristam raggiungendolo, tenendo per mano Rael.
Il ragazzo non si aspettava quel piccolo contatto e lo accorse con gioia. «Dove si va?» chiese poi, inaspettatamente allegro. «Conciati così sembreremo tutti matti.»
«Il piccolo ha ragione,» ribatté Brydar, costringendo il gruppo a prendere una via laterale, passando così dalle viuzze secondarie che portavano dirette alla loro meta, senza la necessità di attraversare l'intero centro del villaggio.
«Non importava,» brontolò Duane con tono disperato. «Basterà la descrizione che lei farà di noi a renderci ridicoli per mesi...»
"Non volevo causarvi tutti questi problemi..." il pensiero risuonò direttamente nella loro mente e la voce di Tristam sembrava veramente dispiaciuta. "Me ne scuso."
Brydar scosse la testa. «La nostra reputazione non ne sarà rovinata,» disse ad alta voce. "La cosa ti preoccupa, coileán?" indirizzò il pensiero solo a Duane. "Circolano ben altre voci su di noi."
Per tutta risposta, il McKee si allontanò da lui, aumentando il passo e distanziando il gruppo senza fatica. Il comyn intercettò lo sguardo perplesso del cugino e si strinse nelle spalle. «Forza,» sospirò, «siamo arrivati.»
Rael aveva seguito i tre senza fiatare, guardandosi intorno con aria sorpresa. Non aveva mai percorso quelle strade e le costruzioni in muratura che si ergevano attorno a loro, di nuovo vive grazie alla brillantezza dei colori dati loro dai nuovi proprietari, lo riempivano di stupore. Si strinse più vicino a Tristam, arrivando a prendergli una mano e a serrarla con forza, cercando coraggio e trasmettendo il suo divertito stupore al comyn.
«Cos'è?» chiese, lo sguardo sollevato sulle mura eleganti del palazzo davanti al quale si erano fermati.
La costruzione, terza in grandezza dopo la Torre e la Gilda, si stagliava elegante davanti a loro. L'entrata, decorata da strani intarsi realizzati nello stile delle Terre Aride, si apriva in un ampio atrio illuminato da vetrate colorate e impreziosito da marmi e legni pregiati. Al centro dell'atrio, in posizione sopraelevata in modo da dominare tutta la sala, la Vedova stava chiacchierando con noia appena malcelata con alcuni comyn della Torre.
Quasi distesa sulla sua poltrona, circondata da un piccolo bancone in legno scuro, la donna ascoltava con orecchio distratto quello che Anndra Castamir stava dicendo a proposito delle tariffe troppo alte. Accanto al comyn, un giovane alto dai capelli rossi, osservava la pacata discussione, senza però dire nulla. Solo mettendosi ad ascoltare anche la conversazione telepatica i quattro nuovi clienti sarebbero stati in grado di percepire le sue parole.
«Parrebbe un palazzo,» rispose ironicamente Tristam, rispondendo così alla domanda restata inascoltata di Rael.
L'arguta frase non passò inosservata a Brydar che commentò laconicamente. «Sono solo le Terme, cugino. Mi sembra strano che non ti abbiano ancora fatto conoscere questo posto.»
Il tono fintamente sorpreso nascondeva una lieve irritazione che Tristam captò nonostante non fosse un empate.
"Cosa ti irrita, parente? E chi sono quei due... comyn?" qualcosa nella postura di quello più giovane non lo convinceva del tutto circa la sua appartenenza sociale. C'era l'arroganza tipica di molti comyn ma qualcosa nell'insieme stonava, anche se non avrebbe saputo dire esattamente cosa avesse potuto essere.
«È meglio che entriamo,» riprese Brydar, ad alta voce. «La Vedova si è già accorta di noi e non apprezzerebbe una nostra titubanza, la prenderebbe come una mancanza di rispetto.» Sbirciò di sottecchi Duane, prima di rispondere al quesito di Tristam, ma dal McKee non veniva nessun tipo di segnale. «Quei due sono Anndra Castamir, un tempo primo tecnico a Neskaya,» fece una breve pausa, controllando i movimenti del secondo uomo come un predatore che controlla la preda prima di attaccare. «L'altro è Patrick McHarlaw...»
«Non è un comyn, esatto?» chiese Tristam, ricevendo una risposta affermativa. «Rael, c'è qualcosa che non va?» chiese notando il piccolo che si era staccato da lui.
Rael scosse la testa in segno di diniego, ma rimase a fissare il vuoto davanti a sé, dimostrando il contrario con la sua espressione cupa e rattristata. Pensava di essere quasi comico a vedersi, rigido nella sua posizione e deciso a non lasciare trasparire nessuna espressione oltre quella terribilmente seria che cercava di mantenere.
"Rael?" la voce di Tristam si affacciò alla sua mente. Era una sensazione ancora strana per il ragazzo, come se una mano delicatissima accarezzasse il suo volto, accompagnata dal sapore strano che a volte ha la neve quando cade di sera e si trasforma in cristalli di luce e brina alla mattina. Un tocco fermo ma dolce.
L'espressione di Rael si spense, rimanendo solo stupita, mentre si voltava d'istinto verso Tristam.
«Se è solo un edificio...» Si potevano vedere chiaramente i muscoli del collo e del volto di Rael tendersi come per uno sforzo, mentre si voltava di nuovo per guardare davanti a sé, mentre istintivamente tornava ad avvicinarsi al comyn trasmettendogli tutta la sua tensione. "Sono nervoso, mi scuso," aggiunse, come se fosse servita un'ulteriore spiegazione.
"Capisco," rispose semplicemente Tristam, protendendosi come a proteggere il potere ancora abbozzato di Rael che, in quei pochi giorni di convivenza, aveva iniziato a visualizzare come un piccolo filo di ragnatela argentea abbandonato alla furia dei venti.
Non avevano ancora parlato con nessuno dei motivi che li avevano condotti a Elvas e, oltre a quelli, Tristam sapeva che c'erano altri episodi drammatici nel breve passato di Rael. Dalla reazione spropositata che il ragazzo aveva avuto davanti alle Terme del villaggio, il comyn era certo che una parte di quei traumi fosse legata ad un ambiente simile ad esso.
«Non andiamo, amici?» chiese poi il comyn ad alta voce, rivolgendosi a Brydar e Duane.
Il McKee si avvicinò a Brydar, spingendolo avanti. «Forza,» disse, salutando con un cenno del capo alcuni uomini che stavano uscendo in quel momento e che, con occhi sgranati, li stavano osservando cercando di trattenere una risata. «Più aspettiamo, più sarà doloroso...»
Si fermarono davanti alla postazione della Vedova.
«Vai domna,» salutò compitamente Duane, «Pat...»
«Anndra,» si intromise Brydar, mettendosi tra Duane e gli altri due, facendo sorridere divertito il McKee.
Tristam fece un inchino educato. «Vai domna, vai domini...»
La Vedova si disinteressò immediatamente di Anndra e di Pat e della discussione sui prezzi delle sale al primo livello. Scese dalla sua poltrona e si avvicinò a Brydar, con l'aria di chi non vede un parente da secoli.
«Brydar,» si aggrappò al suo braccio, «Duane,» afferrò rapidamente anche il McKee, «non credevo che oggi mi avreste portato delle visite così speciali!»
Tristam fissò il cugino con preoccupazione. "Eh!?" gli chiese mentalmente, inviandogli un chiaro messaggio privato.
La Vedova si staccò dai due cavalieri, si aggiustò per un breve istante il corpetto e si avvicinò al giovane uomo, bruno e affascinante.
«Tristam Raphael Elhalyn Alton,» disse, squadrandolo dalla testa ai piedi, per nulla impressionata dalla coltre di fuliggine che lo ricopriva e che, dopo essersi stretta a Brydar e Duane, si era sparsa anche sul suo abito. Socchiuse gli occhi, come cercando di ricordare qualcosa appena fuori della portata della sua memoria. «Figlio di Valentine Alton,» aggiunse, allungando una mano, nella chiara attesa di un contatto più... intimo...
Da dietro le spalle dell'uomo bruno sbucò una testolina bionda che guardò la donna ad occhi spalancati, curiosi e allo stesso tempo timidi, che parlavano ben più delle labbra lasciate aperte dallo stupore.
La Vedova si avvicinò a lui, incuriosita, voltandosi poi verso Brydar indicando il ragazzino con aria quasi irritata.
Tristam sorrise divertito, inchinandosi leggermente. «Vai domna,» disse con tono caldo e avvolgente, «vi presento Rael McKihan, il mio... piccolo aiutante,» sorrise, spingendo in avanti l'interpellato, posando entrambe le mani sulle spalle sottili e acute.
«Vai domna,» salutò con voce flebile Rael, inchinandosi rigidamente e cercando subito protezione nell'ombra di Tristam.
Brydar si strinse nelle spalle, grato della presenza di spirito di Tristam. «Non potete sapere sempre tutto,» commentò poi, con fare divertito.
Nel frattempo, forse irritati dal comportamento della padrona delle Terme, Anndra e Pat si erano allontanati, confabulando tra loro, verso la scala che conduceva ai piani inferiori.
«Ma ditemi,» ripresasi immediatamente dalla sorpresa, dovuta alla presenza di uno sconosciuto nella popolazione della sua cittadina, la donna si era appollaiata nella sua postazione e scrutava con occhio critico l'aspetto dei quattro uomini davanti a lei. «Dove vorreste andare esattamente?»
"Bella domanda! Brydar..." Tristam, sempre rivolto unicamente al cugino, sembrava diventato improvvisamente nervoso e mostrava la sua tensione all'esterno giocherellando con una ciocca di capelli del povero Rael.
«Vai domna,» Brydar si avvicinò alla Vedova, inchinandosi leggermente. «Spero ci sia libera almeno una delle stanze al primo livello,» indicò se stesso e gli altri tre e la fuliggine che andava consolidandosi sui loro corpi a causa dell'umidità che fuoriusciva dalle sale comuni, «prima che il nostro stato diventi irrecuperabile...»
Anche Rael, ancora seminascosto dietro Tristam, alzò sospirando gli occhi verso la Vedova in una muta preghiera. Si stava già disperando all'idea di dover buttare quegli abiti che, per quanto lisi e sformati, erano i soli vestiti da lavoro che possedeva al momento. Forse avrebbero mantenuto la tinta grigiastra data dalla caligine ma lui, almeno, voleva tornare del suo colore naturale!
La Vedova si trovò a fissare gli occhioni seri e disperati di Rael. Aveva già immagazzinato le poche informazioni che aveva ricevuto dai suoi ospiti e, con calma, avrebbe provveduto a farsi un quadro più chiaro su quel ragazzino. Sospirando, prese la sua decisione anche se, quella volta, non ci avrebbe guadagnato nulla.
«Certo che ci sono alcune delle sale libere ma...» fece una pausa strategica, aspettandosi qualche commento e, quando nessuno dei quattro rispose, si vide costretta a continuare. «Visto che per voi è la prima volta,» fissò con attenzione i volti di Tristam e Rael, «credo che potrei concedervi il secondo livello...»
Tristam rabbrividì a quelle parole, troppo simili a quelle di chi ti offre qualcosa di cui poi tu non potrai più fare a meno.
"Non capisco cosa voglia dire..." trasmise alla mente di Brydar, che ridacchiò nel vedere quello che il cugino gli aveva inviato.
«Non mi pare corretto, nei confronti dei vostri nuovi clienti,» commentò rivolto alla Vedova, allungando una mano per prendere la chiave che avrebbe permesso loro di chiudere la porta della stanza. «Offrire subito qualcosa che poi potranno godere solo con grossi sacrifici. Ma se insistete...»
Duane gli diede di gomito. «Ci farà pagare una follia,» gli disse, non troppo piano da non essere udito dalla donna che, immediatamente, si accigliò. «Non mi pare il caso, Brydar.»
La Vedova sospirò, si sistemò il corpetto e lasciò cadere la chiave nelle mani di Brydar.
«Credo che frequentiate troppo la nostra taverna e stiate confondendo il trattamento di quel bifolco di Alar con il mio!» commentò acida. «Visto che è la prima volta, vi concedo la sala del secondo livello al prezzo di una del primo... ma solo per un'ora!» concluse, con tono deciso.
Brydar accennò un inchino, afferrando la chiave e spingendo il cugino e Duane verso la porta sul fondo dell'atrio, prima che la padrona delle Terme potesse cambiare idea.
«Vi ringraziamo, vai Domna,» disse educatamente, prima di sparire oltre la porta che conduceva ai due livelli sotterranei.
La Vedova restò a guardarli imboccare le scale, sospirando tristemente. Non c'era più il rispetto di una volta nei suoi confronti!


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Tristam si lasciò condurre dal cugino finché, riacquistata la normale lucidità, non riprese a camminare autonomamente, prendendo Rael per mano.
«Qualcuno, prima o poi, mi spiegherà cosa è accaduto?» chiese con tono fermo osservandosi intorno.
Il posto sembrava ricavato da antiche grotte naturali in cui gli ambienti erano separati da muri che riproducevano la granulosità della roccia in modo artificiale. Sorpassarono un globo di luce posto accanto all'entrata di uno degli ambienti.
"Il posto è bello, no?" chiese a Rael, accorgendosi che il ragazzo aveva aumentato la stretta sulla sua mano.
Rael non rispose subito, come se stesse prendendo tempo. Solo una piccola porzione delle sensazioni che percepiva il ragazzo arrivavano a Tristam, come se Rael stesse cercando di calibrare le sue trasmissioni, senza riuscirci però perfettamente.
Il comyn percepiva una parte dei dubbi di Rael, un qualcosa che aveva a che fare con la conformazione delle stanze che stavano attraversando. Il ragazzo si sentiva quasi imprigionato. Poi... nascosto sul fondo, celato in maniera quasi ossessiva persino allo stesso Rael, c'era una sensazione di sporco, un sottofondo di marciume, come il fondo melmoso di uno stagno dove, nel mezzo dell'acqua stangante, si potesse scorgere il putridume sottostante.
Tristam gli strinse con forza la mano, cercando di contagiarlo con la propria forza d'animo. Non aveva ancora idea di cosa realmente lo turbasse, ma le emozioni che Rael provava erano così forti che lui stesso, che non possedeva il donas dell'empatia, poteva avvertirle straziare l'animo del ragazzino come le onde di un mare in tempesta fanno con la costa sabbiosa.
Nonostante tutto, Rael continuava a camminare accanto ai tre uomini, guardandosi attorno con espressione cupa ma incuriosita, tanto che solo Tristam aveva notato quanto forzato fosse il suo comportamento. Solo quando giunsero a destinazione le sue labbra si aprirono in un'espressione di reale sorpresa, mentre la mano strinse con ulteriore forza quella di Tristam.
«Ma... è una vasca?» chiese Rael, quasi sottovoce.
Il ragazzo non aveva termini di paragone per una creazione simile, riusciva solo a pensare a quante persone avrebbero potuto trovare posto dentro quella piscina enorme... e la cascata... gli sembrava assurda come cosa, ma al tempo stesso bellissima.
La particolarità del luogo gli fece dimenticare, anche se solo temporaneamente come può capitare ai bambini, i suoi dubbi.
Brydar e Duane, ormai avvezzi alla stanza sotterranea, avevano guardato Tristam e Rael mentre oltrepassavano l'anticamera e si fermavano a cavallo della porta interna. Scambiandosi uno sguardo divertito, cominciarono a togliersi gli abiti sporchi di fuliggine.
«Torneremo a sporcarci completamente, quando usciremo di qui,» borbottò Duane, cercando di ripulire i suoi vestiti dalla polvere scura.
Brydar lo osservò, non troppo colpito dalla cosa. «Ci penseremo dopo,» commentò, «per ora cerchiamo di ripulire noi stessi...»
Lasciando cadere l'ultimo pezzo di vestiario sul mucchio, si avvolse in uno dei teli da bagno e, guardando Duane fare altrettanto, si avviò verso la sala interna. Fece per prendere una delle candele raccolte nei contenitori accanto alla porta, ma cambiò idea, diventando improvvisamente rosso.
Duane, notando la cosa, si mise a ridacchiare e lo spinse dentro, appuntandosi mentalmente di indagare su quella insolita reazione. Prese poi una delle candele orarie e, voltandosi per un istante, si rivolse gli altri due.
«Non metteteci troppo,» li avvertì, «qui il tempo vola...»
Tristam ci mise il meno possibile, cosa non troppo facile visto le condizioni in cui parte del suo corpo ancora versava a causa del passato congelamento, ma grazie all'aiuto di Rael l'operazione non fu così difficile come temeva. Si avvolse ai fianchi il telo e attese, dandogli educatamente le spalle, che anche Rael terminasse di spogliarsi.
Quando il ragazzo arrivò al suo fianco il comyn faticò a trattenere una risata. La sua tenuta era a dir poco assurda: aveva adoperato l'asciugamano più grande che aveva trovato per avvolgersi tutto come fosse un mantello, lasciando nel comyn il dubbio che sotto potessero ancora esserci dei vestiti.
Rael gli rivolse un'occhiata sfuggente, voltandosi subito verso gli scaffali. «Ho freddo,» disse.
Tristam roteò gli occhi e, prendendo un lembo del telo, tirò gentilmente il ragazzo verso la vasca.
«Il pulcino ha freddo,» spiegò ai due che lo guardavano con aria enigmatica.
«Se volete scusarci,» disse Brydar con un sorriso, «noi intanto proviamo a ripulirci.»
Il comyn spinse Duane, all'apparenza recalcitrante, verso la cascata e si fermò sotto di essa. L'acqua, anche se il flusso non era eccessivo, copriva in parte le due figure che, tranne che parlare, non sembravano fare altro.
Qualche minuto dopo, con un'aria più irritata del solito, Brydar uscì dalla cascata e si sedette su uno dei gradini bassi della vasca, ignorando il compagno restato indietro.
Tristam si immerse con il capo sottacqua e ne uscì coi capelli bagnati incollati al viso. L'acqua era piacevolmente calda e poteva sentire tutti i muscoli, tesi per il duro lavoro a cui si era sottoposto in questi giorni, sciogliersi sotto la carezza lenente del tepore.
Osservò per un tempo brevissimo il cugino poi distolse lo sguardo, cercando di rivolgerlo altrove. L'irritazione dell'uomo sarebbe stata palpabile anche per un atelepate e Tristam sapeva quanto fosse poco educato e irritante fissare una persona nervosa.
Rael intanto si era avvicinato con fare guardingo alla cascata, per lavarsi velocemente i capelli che ora gli davano una sensazione quasi collosa sulla cute. Aveva appena allungato una mano sotto il getto della cascata quando Duane ne uscì, un sorriso divertito ancora stampato sul volto. Il McKee non degnò Rael neppure di uno sguardo, nonostante il ragazzo gli avesse rivolto un breve sorriso prima di inoltrarsi a sua volta oltre la cortina di acqua.
Fu raggiunto dopo poco da Tristam che, dopo aver visto lo sguardo del cugino, non aveva intenzione di restare ad osservare il seguito della discussione.
«Ohi, ohi,» mormorò all'orecchio di Rael, avvicinandosi a lui per superare il rumore della cascatella. «Prevedo tempesta.»
Rael gli si appoggio contro ma, subito dopo, si allontanò da lui come se si fosse scottato. Restò sotto il getto della cascata, accecato dall'acqua mentre cercava di uscire. Si allontanò solo di un paio di passi, tornando poi rapidamente sotto l'acqua ma restando il più possibile discostato da Tristam.
«L'importante è che non colpisca altri che loro,» borbottò piano, iniziando a strizzarsi i capelli che grondavano allegramente acqua grigiastra.
Fermo sui gradini del lato più basso della vasca, Brydar stava ringraziando mentalmente il cugino e Rael per la fuga strategica. Duane si era seduto accanto a lui, ben deciso a scoprire cosa lo avesse imbarazzato così tanto all'ingresso della piscina. Brydar sospirò, appoggiandosi contro il bordo della vasca, trattenendo a stento un sorriso quando Duane si avvicinò, lasciandosi andare contro il suo fianco, senza tornare sull'argomento.
«Non sperare di farla franca,» disse piano il McKee, sistemandosi tra le braccia del compagno. «Non ti ho mai visto così imbarazzato.»
Brydar si chinò in avanti. «Non lo saprai da me,» gli disse all'orecchio. «Puoi andare a chiedere a mia sorella, se vuoi. O alla sua amichetta... non costringermi a dire nulla...»
Duane arrossì comunque, forse per il tono, forse per il collegamento dei nomi fatti da Brydar a quanto era accaduto poco prima. Si voltò a guardare in volto il comyn, la cui espressione si era un po' rilassata, e si allungò verso di lui. Brydar lanciò un'occhiata verso la cascata, come per controllare che gli altri due non potessero vederli, e rapidamente coprì le labbra del McKee con le sue.
«Paura di farti vedere?» adesso era Duane ad aver un tono irritato e, mentre Tristam si stava riavvicinando al bordo della vasca, tentò di divincolarsi dalla stretta di Brydar.
L'Elhalyn guardò il cugino con aria cupa, poi sembrò tirare un grosso sospiro desolato. Afferrando Duane per una spalla lo costrinse a restare fermo e, prima che potesse protestare, gli diede il bacio che tanto desiderava.
Tristam, seduto a distanza di sicurezza da loro, aveva un'espressione stupita sul volto. Da quel che ricordava Brydar aveva sempre affermato che non aveva né avrebbe mai baciato nessuno in vita sua. Che miracolo poteva aver compiuto quel giovane da indurlo a rompere quel suo ferreo giuramento?
«Adesso non mi svenire,» brontolò Brydar, seccamente, lasciandosi andare contro il bordo della vasca, senza dar modo di capire a Duane e Tristam a chi dei due si stesse rivolgendo.
Rael aveva osservato la cosa dal bordo della cascata, senza comprendere a fondo quello che aveva visto. Con circospezione, il giovane si avvicinò a Tristam e, sfiorandolo quasi impercettibilmente, cercò di attirare la sua attenzione.
«Posso aiutarvi?» domandò, non appena il comyn si voltò verso di lui, mantenendo un tono di voce basso e un po' imbarazzato.
«Ti ringrazio, chiyu, certe operazioni mi sono ancora impossibili,» gli rispose Tristam, dandogli le spalle, spostando i capelli di lato in modo da lasciare schiena e collo liberi.
«Ma prima non dovrei lavarvi i capelli?» Rael si sentiva impacciato davanti a quella schiena indifesa, offerta senza timore.
Era una strana sensazione, ingigantita anche dalla consapevolezza di essere ancora un bambino al confronto degli altri. Quanto ci avrebbe messo il suo stupido corpo a diventare cosi? A volte avrebbe davvero voluto poter decidere di crescere più in fretta, sempre che la natura glielo avesse permesso.
«Devi dare tempo al tempo! E poi non sempre essere magrolini significa essere brutti!» la voce di Tristam lo rabbonì e una immagine mentale gli si profilò davanti agli occhi. Un ragazzo dai tratti effeminati e un corpo esile che sorrideva. Rael rimase a fissare quella figura finché con un tremolio non scomparve. «Lui è molto bello, ne convieni?» gli chiese il comyn.
«Beh...» non era semplice per lui dare un parere. Solitamente, di un uomo o di un ragazzo, o altro che fosse, non si diceva che era bello. Al massimo che era un buon lavoratore, o un nobile... Rael non era abituato a vedere altro.
«Sì... ha un bel volto...» rispose alla fine, come per concludere rapidamente la faccenda.
Duane vide Brydar sorridere quando l'immagine del giovane uomo comparve anche nelle loro menti e, in risposta all'incupirsi del suo sguardo, Brydar allungò una mano sulla sua gamba, lasciandola ferma sul ginocchio.
"È un amico di Tristam," gli disse, "ci siamo conosciuti poco dopo la morte del mio primo figlio..."
Duane non disse nulla, si limitò ad annuire e a lasciare la mano dove si trovava, senza scostarla come era stato il suo primo impulso. Stava per chiedere qualcosa quando, con un tono di voce incredibilmente alto per lui, Rael riprese a parlare.
«Ma io non sono bello, sono solo piccolo...» sbottò. Era il suo aspetto troppo fanciullesco che non sopportava. Sperava solo che il momento in cui sarebbe sembrato agli occhi di chiunque un uomo arrivasse presto.
«Non devi avere fretta, chiyu,» ripeté Tristam, sprofondando un po' nell'acqua e riemergendone appena sentì le dita di Rael pizzicare i muscoli tesi delle spalle.
«Come volete,» Rael cominciò impietoso a strofinare vigorosamente la cute e la capigliatura di Tristam, affondandoci le dita e massaggiando. L'unica cosa che avrebbe voluto far notare era che per lavarlo con calma il comyn doveva rimanere accucciato mentre lui, Rael, in piedi... se non erano fatti quelli!
Scese lungo il collo massaggiando, dopo la strapazzata al capo non voleva esagerare. «Potete sciacquarvi se volete.»
«Mi... gratteresti la schiena per favore?»
Rael inclinò la testa di lato, appoggiando quasi l'orecchio a una spalla, con un'espressione stupita sul volto. Non era il tono di voce che lo aveva colpito, era qualcosa che non riusciva a comprendere, qualcosa che gli aveva fatto tremare lo stomaco. Senza rispondere posò le proprie mani sulle spalle di Tristam e poi cominciò a... insomma... a farlo, percorrendogli piano la schiena.
L'imbarazzo di Duane davanti allo spettacolo dato da Tristam si stava facendo sempre più evidente. Era sceso di un gradino nella vasca e, avvicinandosi a Brydar, stava cercando senza risultato di distogliere gli occhi dal comyn che avevano di fronte. Rael non stava facendo nulla di particolare, ma ai loro occhi sembrava tutt'altro.
Brydar gli passò una mano sulle spalle, sfiorandolo appena ma provocandogli una serie di brividi incontrollabili.
"Smettila!" gli intimò il McKee, ma Brydar si limitò a sorridere, spostandosi alle spalle di Duane e circondandolo con le gambe, in modo da costringerlo ad appoggiarsi contro di sé.
Il comportamento di Brydar, invece che irritare Duane ebbe l'effetto di rilassarlo. Si appoggiò contro di lui e chiuse gli occhi, sospirando. Dopo tutto se l'era andata a cercare.
Rael, nel frattempo, aveva deciso che la cosa era andata oltre la decenza e, facendo una sorta di salto all'indietro, si era allontanato da Tristam come se il corpo del comyn fosse divenuto improvvisamente bollente. Guardandosi attorno, Rael si abbassò sprofondando in acqua e, prima di affondare del tutto, mormorò uno scusa generico.
Tristam, orfano del piacere che quelle grattatine gli stavano donando, guardò con rammarico il pelo dell'acqua sospirando con disappunto.
"Per il non inferno di Zandru," mormorò mentalmente immergendosi di più. «Parlatemi di Elvas...» chiese poi, con tono indolente.
«Cosa vuoi sapere?» chiese di rimando Brydar, trattenendo Duane che stava per allontanarsi.
Rael spuntò fuori da sott'acqua sputacchiando e respirando affannosamente, aggrappandosi alle spalle di Tristam, unico appoggio che aveva trovato a portata di mano, apparentemente poco interessato dalla richiesta fatta dal comyn.
«Che tipo di clima c'è, la gente che vi gira,» rispose atono Tristam, "se c'è qualche possibilità di trovare una persona che faccia per me," trasmise solo alla mente di Brydar, ricevendo in risposta una breve carrellata dei soli probabili candidati all'ultima richiesta che ebbe, come unico risultato, la forza di strappargli una smorfia di disappunto.
«Qui vige una sorta di anarchia,» rispose a voce Brydar. «I telepati della Torre svolgono i soliti lavori per il villaggio, come tutte le altre Torri, ma c'è un clima meno servile rispetto che nelle altre città.»
«Capisco... beh, direi che è un bene. Avete uomini notevoli, come quel Kelan,» rispose di rimando il cugino, stringendo a sé Rael che cercava di auto-affogarsi.
Il ragazzo si strinse a Tristam, mentre il respiro cominciava a mancargli. Stava respirando eppure si sentiva soffocare, ma non era in preda al panico, dopo tutto era fuori dall'acqua e alla bisogna sapeva nuotare egregiamente... come mai si sentiva tanto sconvolto, in fondo non era stato neppure sgridato?
Si staccò da Tristam a fatica. «Sto bene...» mormorò, più a se stesso che agli altri.
Brydar guardò preoccupato il ragazzo, mentre cercava di trovare le parole per rispondere a Tristam. Non poteva far sapere a Duane che era stato da Elorie MacAran ultimamente, perché avrebbe rovinato la sorpresa per il Solstizio.
«Kelan è un ottimo monitore,» disse alla fine, «ma anche tra i giovani in addestramento sembrano esserci buoni elementi...»
«Mi sembri bene informato,» commentò distratto Duane, «per essere uno che evita la Torre come la Febbre degli Arboricoli.»
«È solo perché si fanno brutti incontri alla Torre. Ogni volta che vi metto piede mia sorella decide che ho commesso chissà quale turpe azione e vuole farmi vedere i sorci verdi,» commentò, ricordando gli ultimi commenti seccati di Dana riguardo il suo comportamento poco ortodosso.
Rael, nel frattempo, si era andato a sedere sul bordo della vasca mentre la conversazione proseguiva. Si era buttato all'indietro, disteso per metà sul pavimento, rabbrividendo al contatto con la pietra fredda.
«La candela sta per spegnersi... guardate,» disse dopo un po', notando che il loro tempo stava per scadere.
Duane iniziò ad alzarsi, facendo cenno a Brydar di imitarlo. «Meglio andare,» disse, scrutando la porta socchiusa. «La Vedova sarebbe anche capace di piombare qui dentro e tirarci fuori dall'acqua personalmente.»
Rael si girò a pancia sotto e si tirò in piedi, avviandosi di corsa verso l'anticamera, con il timore di vedere davvero la donna arrivare di corsa dentro la stanza. Tristam, alle sue spalle, non riuscì a trattenere una grassa risata, alla vista del piccoletto che sgambettava avvolto in due teli sovrapposti.
«Rael, avevi per caso il terrore che ti vedessimo un lembo di pelle? Peggio di una vergine prima delle nozze!» commentò il comyn asciugandosi, per nulla imbarazzato dalla propria nudità che ostentava senza problemi, retaggio dei tempi passati a Nevarsin.
Brydar e Duane li seguirono, più prudentemente avvolti nei teli che si erano portati dietro.
In silenzio i quattro si rivestirono, senza cercare di nascondere il disagio dato dall'indossare nuovamente i vestiti imbrattati di fuliggine.
«Tornate a controllare come procedono i lavori?» chiese quasi con indifferenza Brydar, indossando l'ultimo strato di abiti.
Tristam annuì silenziosamente, continuando a fissare divertito il piccolo Rael che, con incredibili evoluzioni, era riuscito a rivestirsi senza scoprirsi neppure un istante.
«Più tardi devo trovarmi con Kelan,» disse poi, «un ultimo controllo al braccio, prima di essere dichiarato definitivamente in fase di avanzata guarigione.»
«Duane...» il McKee si era rivestito in fretta e stava uscendo dalla stanza senza attendere gli altri. «Che diavolo ti prende...»
"Benton!" la risposta mentale, assieme ad un senso di improvvisa tensione, arrivò alla mente del comyn. Avevano entrambi scordato che quel pomeriggio sarebbero iniziate le prove per il matrimonio di Benton McKee e Liriel e l'imprevisto incidente a casa di Tristam aveva ormai causato un disdicevole ritardo rispetto l'orario dell'appuntamento con gli altri McKee della valle.
«Ti faccio i miei auguri per il controllo,» riprese Brydar rivolto a Tristam, avviandosi poi verso l'uscita, «saluta la Vedova da parte mia...»
Stringendosi nelle spalle, cercando di ignorare il brivido gelato che era sceso lungo la sua schiena al solo sentir nominare la padrona delle Terme, Tristam attese che il suo piccolo compagno terminasse di vestirsi e, quando raggiunsero l'uscita, degli altri due non vi era più traccia. Solo la Vedova, dall'alto del suo piccolo trono, li stava fissando con espressione ansiosa ma, nel contempo, deliziata.
«Avete gradito il piccolo omaggio?» chiese loro la donna, raggiungendoli e avvinghiandosi al braccio del comyn. «Spero che tornerete presto a trovarmi, la compagnia di giovani così eleganti e ben educati non è mai di troppo.»
Rael fissò la donna con occhi sgrananti, ma l'espressione seria e sognante della Vedova confermava il tono delle sue parole. Non li stava prendendo in giro.
«Vedremo cosa potremo fare per soddisfarvi, vai Domna,» rispose affabilmente Tristam, cercando di svincolarsi dalla sua stretta. «Ma per ora vi dobbiamo salutare,» spinse Rael davanti a sé, riuscendo a raggiungere la porta d'ingresso, «ci aspettano alla Torre, dom Kelan mi attende.»
La Vedova, sospirando, lasciò la presa e si fermò sulla soglia. «Non vi farei mai arrivare in ritardo ad un appuntamento così importante,» disse piano, reclinando la testa di lato, lo sguardo catturato da un nuovo soggetto. «Fatevi rivedere presto, mi raccomando...» concluse, salutando i due nuovi clienti con un cenno della mano e raggiungendo con passo elegante e leggero Manolo che, le braccia ingombre di grosse gerle colme di noci, stava passando casualmente davanti alle Terme.
Tristam seguì la scena per un breve istante ma, prima che la Vedova si distraesse nuovamente e riportasse l'attenzione su di loro, spinse Rael verso una stradina laterale, diretto alla loro nuova casa e alla salvezza.









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Disclaimers

Iniziano i lavori alla nuova casa di Tristam e, dopo una visita movimentata, Brydar e Duane presentano al comyn uno dei personaggi più importanti di Elvas.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008