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Arrivare...

Tristam Elhalyn Alton & Rael McKihan

Bianco: bianco ovunque e in quel lucore un cavallo nero come la notte, lanciato al galoppo, faceva cozzare gli zoccoli contro le pietre lucide e scivolose.
Gli zoccoli stanchi, le froge nervose che annusano l'aria mentre prosegue la propria corsa, ora resa difficoltosa dal cumulo di neve del sentiero ghiacciato.
Un nitrito e la figura nera oscilla, si piega, quasi si spezza sotto la sferzata violenta di vento... eppure... eppure si rialza e con uno sbuffo riprende la propria andatura, punta gli zoccoli nella neve.
I chervine, avanti camminavano senza alcun problema nella neve che si faceva sempre più spessa e alta man mano che si inoltravano.
Dove erano?
Era la via giusta quella?
Tristam scosse il capo e una nuvoletta di neve si liberò dal cappuccio del suo mantello finendo sulle sue spalle.
«Buono...» mormorò mentre tirava le redini di Mantello di stelle.
Non sapeva esattamente il motivo ma qualcosa gli diceva che era sulla retta via.
Non mancava molto...
Ma un cumulo di neve a tradimento cedette sotto il peso del cavallo e del cavaliere, facendo cadere a terra il passeggero, nulla di più che un dislivello invisibile, il cavallo era gia in piedi nonostante la stanchezza fosse palpabile dal suo fiato affannoso.
Ma il fagotto faceva un impronta nella neve assieme alla figura scura del cavaliere, un fagotto da cui spuntava un braccio bianco e nella tormenta un gemito incomprensibile proruppe da labbra invisibili. «No... no basta...»
Una folata più maligna scopri la piccola figura lacera che nascondeva quel fagotto.
Sembrava di nuovo messa in silenzio.
E il cavallo fu il primo a muoversi, andò ad annusare quelle due figure nella neve incerto, e rimase li a sbuffare nuvolette bianche.
Forti colpi di tosse risuonarono nell'aria anche se nel mezzo della tempesta andarono quasi completamente cancellati.
Una delle due figure si stava alzando, o almeno tentava.
Tristam doveva alzarsi. Sapeva perfettamente che rimanere lì, per quanto il suo corpo lo implorasse di abbandonarsi in mezzo alla neve, equivaleva alla morte.
Richiamò a sé tutte le energie.
Il contatto prolungato con la mente del suo compagno di viaggio lo aveva stremato, sentiva i nervi tendersi e rilassarsi, il petto alzarsi e abbassarsi col ritmo accelerato che caratterizza la febbre...
Dove finiva lui e dove iniziava Rael?
Non avrebbe saputo dirlo, ma la consapevolezza di poterlo vedere morire, il terrore di avere altre colpe sulla coscienza lo aiutò ad alzarsi in piedi.
Come arrivò a montare a cavallo ancora una volta tenendolo stretto a se, non se lo sarebbe forse mai davvero ricordato.
Tristam sapeva solo di avere di nuovo il vento contro e di dover rimanere dritto a cavallo per non cadere.
Una mano bianca gli si strinse attorno alla fibbia del mantello solo per rilasciarla quasi subito e ricadere.
«... Nessun padre... nessun figlio...»
Tristam lentamente riagganciò la mente di Rael. Era come attraversare una barriera di leggera polvere dorata e nebbia. Era una sensazione strana, in un certo senso piacevole.
Con un gesto delicato si ritrasse in tempo per non perdersi in essa.
"Resisti," mormorò mentalmente mentre tirava la lunghina che legava l'altro cavallo a Mantello di Stelle e di nuovo lanciava al galoppo la propria cavalcatura, di nuovo pregando gli dei di guidarlo verso il suo destino.
E il mormorio a fior di labbra di Rael continuava a aumentare e diminuire di volume, pezzi di frasi, parole smozzicare ma sopratutto urla, qualche volta pronunciava il nome di Tristam, altre un nome che nemmeno a Tristam faceva piacere ricordare, in una nenia acuta che metteva i brividi in corpo perché portava con se ricordi troppo dolorosi e vicini.
Avanzarono ancora, il tempo non aveva significato in quell'inferno bianco perciò andavano avanti senza quasi riuscire a vedere cosa c'era oltre il muso del cavallo.
Il vento entrava nei vestiti e gli occhi lacrimavano per il freddo Tristam oramai li teneva serrati e si faceva guidare da Manto di Stelle, che da qualunque parte li stesse portando, in un momento che si avvicinava come sapore all'incubo, sembrò essere arrivato...
E una sagoma scura si era messa davanti al loro cammino, enorme dominava la poca visuale che c'era, un porto sicuro... forse?
Per tutto il tempo aveva cercato disperatamente la forza dentro di sé per raggiungere quella Torre.
Nuovamente aveva riposto in una Torre tutta la fiducia, la speranza, la disperazione che aveva nel cuore.
Con gli zoccoli che schioccavano sul ciottolato, con tanta forza che Tristam poteva vederli quasi illuminarsi di piccole scintille per l'attrito creatasi col terreno, Mantello di Stelle stava portandolo in salvo.
"Mio dio grazie!"
Le sagome di due uomini si stagliarono nel gioco di luce e buio delle lune e pensare di farlo e quasi ruzzolare dalla sella, consegnando alle loro mani Rael fu per Tristram la medesima cosa.
«Ha la polmonite,» disse con enfasi posando Rael in terra, avvolto nel proprio mantello e coperto dalla pesante coperta che si usava nelle montagne per superare i rigori invernali. «Vi prego aiutatelo... io... io...» Tristam sentiva le parole rotolare via, lente come macigni, il mondo farsi confuso.
Sentì la propria voce rispondere a qualcuno: «Sto bene... sono solo stanco... occupatevi di lui... vi prego...» ma gli parve così estranea, aliena, straniera.
Il profumo speziato.
Delle braccia che lo stringevano con forza...
Poi svenne, lasciando che l'oblio e la stanchezza si impossessassero di lui trascinandolo in quel sonno nero e vischioso che non dona riposo.










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Disclaimers

Tristam Rafe Elhalyn Alton raggiunge Elvas, accompagnato dal giovane Rael McKihan, dopo aver rischiato di morire durante una forte tempesta di neve.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008