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Una brutta scoperta

Wymee

"Non capisco perché si, e soprattutto MI, siano chiusi in casa da ieri mattina, senza poter neanche uscire a fare quattro passi... Loro, però non sanno quel che io so. Loro non sanno che nel fienile dei chervine, dietro un montone di fieno nell'angolo c'è un asse fissata male e da lì riesco ad uscire."
Wymee sollevò col muso l'asse dell'angolo nord-ovest del fienile, solo il tartufo spuntava dallo stretto passaggio e annusò l'aria alla ricerca di odori che gli rivelassero la presenza di qualcuno che potesse denunciare la sua fuga a Benton. Non percependo nessun odore umano corse via per i prati, il muso a terra a seguire ogni traccia gli solleticasse l'olfatto.
"Oggi l'aria ha un odore strano, però è proprio buono. Chissà perché Benton non vuole uscire con l'aria così profumata... ma cosa me ne importa! Io sono fuori a godermi questa bella giornata, e se lui vuole chiudersi in casa con Liriel... beh, peggio per loro."
Wymee percorse in lungo e in largo il villaggio ed i dintorni, lasciando il proprio marchio su ogni angolo ed ogni albero che incontrasse, completamente disinteressato ad eventuali presenze umane. Le tracce olfattive gli sembravano più forti di ogni altro giorno della sua vita, i colori più vividi ed i suoni più forti. L'andirivieni degli abitanti del villaggio gli era indifferente, come lui era indifferente agli umani, solo un cane che gironzolava.
Ad un certo punto prese ad inseguire una farfalla che gli era volata davanti agli occhi. L'inseguì correndo e saltando più in alto che potesse per cercare di azzannarla, ma la farfalla gli sfuggiva, e le sue fauci si chiudevano sempre nel vuoto. Era a metà di un salto quando percepì un pista. Atterrò pesantemente sulle quattro zampe, incollò il naso a terra e la seguì quasi senza neanche accorgersene, o meglio una parte di lui se ne accorse eccome, infatti quando alla fine della pista trovò una femmina era pronto per lei.
Nel momento in cui lo vide lei gli ringhiò contro, lui tirò indietro le orecchie e arruffò il pelo emettendo un ringhio basso di gola. La femmina gli si lanciò contro e per parecchi minuti non furono altro che una massa di pelo ringhiante, impossibile distinguere l'uno dall'altra se non fosse stato che il mantello della femmina era totalmente nero e quello di Wymee bianco sporco.
Si fermarono ansanti, le lingue a penzoloni, si guardarono e lei si accucciò, sdraiandosi sul fianco e mostrando il ventre. A quel punto Wymee le si avvicinò usmando. Si leccarono il muso pere alcuni minuti e poi si accoppiarono.
Era ormai il tramonto quando la femmina si alzò. Wymee la seguì dentro un fienile e si addormentarono nella paglia odorosa.


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La mattina seguente Wymee si svegliò molto più tardi rispetto al solito, la femmina non era più al suo fianco, così si alzò e usci dal fienile. Era sul pendio a sud del villaggio. Da quella distanza poteva ancora vedere la gente affaccendata, le porte e le finestre aperte a far entrare la luce del sole e l'aria tiepida della mattina.
"L'aria ha di nuovo il solito odore, resta solo un debole alone del profumo di ieri... peccato."
Wymee riprese il suo girovagare, ampliando però il raggio d'azione attorno al villaggio. Si diresse a nord, verso le pietre che i fratelli di Kelan abitavano. Erano più grossi ed odoravano di cuoio e sudore ed al contrario del suo amico non capivano quando parlava con loro, ma comunque parlavano con lui e gli davano dei bocconi di cibo. Gli erano simpatici, ma Kelan era la persona che più gli piaceva, dopo Benton... e Liriel. Pochi giorni prima l'aveva incontrato proprio in quella zona, e gli aveva dato del cibo, come sempre.
Era strano essere nei boschi e non sentire il rumore dell'ascia di Benton contro gli alberi, ma era piacevole potersene andare a zonzo senza dover accorrere non appena fosse stato richiamato.
Nelle pietre c'erano i fratelli di Kelan ed Alban. Se la dormivano tutti della grossa e Kelan non era lì... niente cibo. Un po' scocciato Wymee, a stomaco vuoto, gironzolò tra le rovine ed in un angolo trovò un sacco con dentro del pane vecchio; non era proprio il massimo, ma si accontentò, sgranocchiandolo tutto.
Con lo stomaco un po' meno vuoto uscì dai ruderi del castello e si diresse verso nord. Lungo i margini del bosco sentì l'odore di una lepre, e seguì la pista fino alla tana. Si accucciò fuori e attese che la bestiola mettesse fuori il muso. Aspettò per un tempo che gli parve infinito, ma la lepre non si fece vedere. Stufo di starsene fermo, senza poter far niente, decise che non aveva voglia di lepre e se ne andò.
Finalmente le sue narici furono raggiunte da un odore familiare; seguì la pista fino ad un albero ai limiti superiori del bosco. Per terra i gusci di alcune noci e nocciole. La pista proseguiva inoltrandosi di nuovo nel bosco, su e giù per cenge e vallette. Arrivò ad un pendio dove il bosco s'interrompeva, già da lontano poteva vedere uno stormo di uccelli rapaci che volava in cerchio alla sua altezza, sopra a qualcosa steso a terra ai piedi del pendio.
Si sedette ad osservare lo spettacolo più strano che avesse mai visto: in cielo i rapaci ed in terra uccelli diurni e notturni che becchettavano il terreno, mescolati a scoiattoli, lepri, volpi, chervine e molti degli animali del bosco, ma più di tutti erano gli uccelli, di tutte le specie. Tutti raccolti in cerchio, ogni tanto qualcuno degli uccelli spiccava il volo, si alzava di qualche metro, lanciava un trillo e poi tornava al suo posto. A parte questi cinguettii solitari la scena era perfettamente silenziosa.
Si avvicinò per saperne di più. Giunto ai limiti estremi del cerchio di creature si fermò di nuovo, l'odore familiare era più forte, ma diverso dal solito; oltretutto davanti a lui era seduto un grosso cervine che gli impediva la vista. Avanzò tra gli altri animali. Man mano che avanzava, questi si facevano da parte per lasciargli libera la via.
Ora poteva vedere che al centro del consesso di bestie giaceva, a terra, Kelan, immobile, ma col sorriso sulle labbra.
"Non capisco, perché se ne sta lì fermo?"
Si avvicinò tanto da toccare un braccio dell'uomo. La sua pelle era fredda e non reagì al tocco.
"Kelan... Kelan cosa ci fai qui? Kelan Kelaan, mi vuoi rispondere? Kelaann... Keelaann..."
Improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, nella sua mente si fece largo l'idea che Kelan non si sarebbe mai più mosso di lì.
Si portò vicino al capo dell'uomo, si sedette sui posteriori ed ululò, ululò, ululò finche non divenne rauco. Ululò ancora e ancora finché non ebbe più voce. Si accucciò ai suoi piedi ed aspettò la notte.









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Disclaimers

Wymee, il cane di Benton, al termine di una giornata in giro per la valle fa una tragica scoperta, rinvenendo il corpo esanime di Kelan MacAran.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008