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Una visita inaspettata

Aliciana Alton & Dana n'ha Angela

Aliciana si esercitava al ryll nella sua piccola stanza e, mentre cercava di imparare un nuovo e complicato accordo, sentì bussare alla porta in modo discreto. Appoggiò lo strumento alla poltrona e chiese al nuovo venuto chi fosse, senza però ricevere risposta. Aprendo la porta Aliciana si trovò di fronte alla prorompente presenza del famigerato Manolo, il cui sguardo vacuo eppure intenso, la lasciò letteralmente senza fiato.
Con un suono inarticolato ma inconfondibile, il non-umano le fece segno di seguirla. Felice di distogliere lo sguardo da quello di Manolo la ragazza prese dal letto il suo scialle e lo seguì attraverso i corridoi della Torre.
Insieme raggiunsero il cortile della Torre, dove un gruppo di cavalieri attendevano di fronte alla fontana ghiacciata.
Manolo fece segno verso il drappello di uomini che stazionavano nel cortile i quali, non appena la videro, la salutarono con deferenza, come se sapessero chi fosse.
Quello che doveva essere a capo della comitiva, nonostante la giovane età, pensò Aliciana, un giovane sui venticinque anni dai capelli biondi e setosi, vestito con eleganza, nonostante il lungo viaggio che doveva aver compiuto, le rivolse la parola con voce affabile: «Buongiorno mia signora, sono Albert Ardais, figlio del Dom Mikahil, vostro promesso sposo. Sono venuto a farvi visita, sperando che il lungo soggiorno in questa comunità di... pazzi, non vi abbia arrecato troppo danno.»
Le parole erano state pronunciate con educazione e pacatezza, ma da ognuna di esse traspariva il disprezzo per la vita che conducevano gli abitanti di Elvas.
Aliciana era sconvolta: il suo promesso sposo? Che cosa significava? Come era possibile?
Suo padre aveva giurato che il contratto era stato annullato; per lei non esistevano più promessi sposi, non esisteva più famiglia, né tantomeno dovere verso di essa!
«Mi dispiace contraddirvi, nobile Albert,» rispose delicatamente Aliciana, «ma il contratto stipulato tra le nostre famiglie è stato ormai sciolto da ben sei mesi. Non c'è nessun rapporto di parentela tra noi, né mai ci sarà... Mi dispiace che abbiate dovuto giungere fin qui per sentirvi dire le cose che avrebbe dovuto comunicarvi mio padre a Castel Alton!»
«Come vi permettete di trattare così un Ardais? Un Ardais, poi, che sarà presto vostro marito? L'annullamento non ha mai avuto nessun valore, perché è stato stipulato solamente da voi e da vostro padre. Voi sarete presto mia moglie, Aliciana! E non ammetto discussioni di sorta!» Man mano che il discorso procedeva le parole del giovane si facevano sempre più appassionate e cocenti; egli sembrava dimenticare progressivamente la sua pacatezza iniziale, la sua educazione e la sua eleganza.
«Albert Ardais, io non ho alcuna intenzione di andare sposa a nessuno, tantomeno a voi. Io rimarrò nella Torre di Elvas, il mio addestramento è ancora lungi dall'essere completo!»
Anche Aliciana si stava infervorando, sentendosi colpita sul vivo, sentendosi minacciata nella sua tranquillità.
«Addestramento? A cosa mai vi potrà giovare il vostro addestramento quando sarete mia sposa? E badate Aliciana... non un'altra parola su Torri, leronis o sul vostro prolungato soggiorno in questa valle di pazzi furiosi!»
Il volto del giovane era ormai paonazzo, i bei lineamenti sconvolti dall'ira e dal disappunto di essere stato contraddetto da una donna.
«Ah! E così c'è già chi pensa che siamo dei pazzi furiosi! Curioso, Aliciana, non trovi?»
Aliciana sorrise, riconoscendo la profonda voce scherzosa dell'amico, Damon Aldaran.
Il telepate la raggiunse, posandole delicatamente una mano sulla spalla, quasi rivendicando davanti allo straniero l'appartenenza della giovane alla comunità della Torre; un gesto che imbarazzò e colpì tutti: i contatti fisici tra telepati erano assai rari, e si verificavano solo quando il rapporto era quantomeno intimo.
Albert avvampò, comprendendo che quel gesto era volto a imbarazzare soprattutto lui, poi si rese conto chi aveva di fronte: Damon Aldaran... nuovamente.
Anche Damon avvertì che lo straniero che lo scrutava con sguardo sospettoso non era affatto uno sconosciuto e in un attimo, nella sua mente, riaffiorarono brutti ricordi. Temendo che questi potessero turbare Aliciana, lì ricacciò immediatamente.
Per fortuna la ragazza non si accorse del turbamento di Damon e sorrise, troppo soddisfatta e divertita per pronunciare parola.
Damon era indeciso se rendere palese ad Aliciana che conosceva quel Ardais oppure no, ma decise di lasciare questa scelta all'altro.
«Di chi ho l'onore di fare la conoscenza? Io sono Damon Aldaran, Primo Meccanico della Torre di Elvas, per servirvi.»
L'educazione di Damon davanti a quell'intruso fece sfuggire un altro sorriso divertito ad Aliciana.
«Sono Albert Ardais,» rispose lo straniero con un inchino, «e sono il promesso sposo della nobile Aliciana.»
Con questa affermazione l'Ardais voleva concludere il discorso ma lo sguardo interrogativo e quasi divertito di Damon, fosse perché anche lui non era interessato a far sapere ad Aliciana che lo conosceva, sia per ciò che aveva detto, lo mise ulteriormente in difficoltà: «Ma davvero? Non mi risultava che Aliciana fosse fidanzata. Credevamo tutti che il padre le avesse dato l'autorizzazione a rimanere con noi... almeno per un lungo periodo. Forse non è così, Aliciana?»
«Certo che è così, Damon! Io non ho alcun rapporto in sospeso con i membri della mia famiglia. Tutto è stato chiarito prima della mia partenza, e non vedo perché il nobile Albert si ostini a dichiarare la mia parentela con lui, che è del tutto inesistente!»
«Inesistente? Sapete benissimo che il nostro fidanzamento era ufficiale e che il matrimonio era ormai prossimo quando avete avuto la brillante idea di fuggire di casa, per raggiungere questa congrega di stupidi stregoni!»
La presenza di un Aldaran non sembrava influire minimamente sull'atteggiamento di Ardais, che si alterava maggiormente ad ogni parola che pronunciava: il suo volto era ormai una maschera di ira allo stato puro, tanto che Aliciana fu costretta ad indietreggiare, per timore che egli la colpisse, posseduto da quella violenza che permeava ogni sua frase.
«Scappata di casa? Chi ha diffuso questa menzogna? Io ho semplicemente dichiarato ai miei genitori che la mia vita non poteva essere quella di una donna sposata, ma solo quella di sapiente. Anche se a malincuore loro hanno acconsentito a sciogliere il mio contratto matrimoniale con voi, e a lasciarmi partire per Elvas... Che non è una gabbia di pazzi, come voi sembrate pensare!»
Damon rimaneva immobile a fianco della ragazza, sostenendola moralmente nella sua disperata difesa della libertà che aveva conquistato con così tanto dolore.
Ardais rise, alle parole di Aliciana, squadrò con malcelato disappunto Damon, cercando ancora di afferrare quale fosse il legame fra i due, e poi rispose: «Non è questo che mi ha detto vostro padre! Egli mi ha informato che siete fuggita da Castel Alton sei mesi fa, dopo averlo costretto a giurare che avrebbe sciolto il fidanzamento fra noi! Ma non sono così stupido e vigliacco da farmi mettere i piedi in testa da una donna: voi sarete mia moglie! Avete un giorno di tempo per preparare le vostre cose: partiremo domattina per Ardais! Non ho altro da dirvi, vai Domna
Senza lasciare il tempo ad Aliciana di ribattere girò sui tacchi, in una profusione di sete e broccati, e tornato presso i suoi armigeri, ordinò loro di prendere alloggio nella locanda.
Aliciana era troppo sconvolta ed irata per proferire parola: come aveva potuto suo padre raccontare tutte quelle menzogne, al solo scopo di darla comunque in moglie a quel damerino di Ardais? Lei era stata assolutamente chiara, e lui aveva giurato sul suo onore di lasciare vivere la figlia in pace. Ma evidentemente l'onore di un Alton valeva poco, quando in ballo c'erano questioni di guadagno e di interesse. Aliciana si rese conto che aveva sbagliato nell'informare il padre di dove si stava dirigendo. Ed ora come poteva risolvere la situazione? Una cosa era certa: lei non si sarebbe mai mossa da Elvas, a qualsiasi costo! Se Albert Ardais avesse mai portato via qualcosa di lei da quel luogo sarebbe stato il suo cadavere! Meglio morire che lasciare Elvas!
"Non credi che questa sia un'idea eccezionale?" Aliciana sentì nella propria mente il pensiero di Damon: troppo sconvolta per controllarsi aveva dato libero sfogo ai suoi pensieri, ed egli li aveva subito afferrati.
"Se lui pensasse che sei morta, se ne tornerebbe da dove è venuto con la coda tra le gambe, non credi? E l'hai detto tu: meglio morta che di un Ardais!"
Aliciana non capiva cosa Damon avesse in mente, e vedendo il suo sguardo interrogativo, l'uomo riprese ad alta voce: «Tu hai detto che preferiresti morire piuttosto che andartene. Tutto sta nel far credere anche a quel pallone gonfiato la stessa cosa!»
«E come?» Esclamò confusa Aliciana, non capendo in che modo potesse realizzarsi un idea del genere.
«Hai mai sentito la storia dell'asino di Durraman?» chiese Damon, mentre un sogghigno divertito gli si dipingeva sul volto.
Aliciana scoppiò a ridere, comprendendo finalmente la geniale idea di Damon.
Anche Damon rise, ma poi ridivenne serio, e dichiarò: «Non sarà uno scherzo, Ali! Dobbiamo organizzare tutto nei minimi particolari! E sai benissimo che quella di Durraman è solo una leggenda! Ma credo che possiamo farcela! Naturalmente tu non potrai rimanere alla Torre, sarebbe troppo pericoloso. Qualcuno dovrà accompagnarti in un luogo sicuro fino a che l'Ardais non se ne sarà andato... e qualcun altro dovrà recitare la parte dell'amico affranto per la tua perdita... Oh, ma sì. Ci riusciremo!» Damon camminava su e giù per il cortile della Torre, visibilmente eccitato per il suo progetto; Aliciana non poteva far altro che condividere la sua agitazione: era un'idea veramente incredibile, ma che comportava una serie di rischi non trascurabili! Far credere ad Ardais che Aliciana si fosse uccisa, piuttosto che diventare sua moglie, creando un illusione ottica del cadavere della ragazza... Era un piano quantomeno audace!
Damon le fece segno di entrare nella Torre e, quasi correndo, i due si diressero verso gli alloggi di Fiona, per discutere con lei il problema; avvertirono telepaticamente anche Dana e Kelan: avevano bisogno di tutto l'aiuto possibile per realizzare il loro piano!
Fiona era nel suo studio, seduta davanti al fuoco a scrivere in un grosso libro, quando i due irruppero nella stanza.
La custode alzò lo sguardo dal suo lavoro, stupita e un po' contrariata: chi la disturbava in quel modo?
«Scusaci Fiona,» esclamò Damon, con il fiatone, «ma è questione di vita o di morte... nel vero senso della parola!» e si lasciò sfuggire un sorriso, anche se la situazione era veramente seria.
Senza bisogno di ulteriori spiegazioni, Fiona estrapolò le informazioni necessarie per comprendere il problema dalla mente dei due, e rimase attonita.
«Damon Aldaran... io ho sempre saputo che sei completamente pazzo... e geniale!
In quel momento entrarono anche Kelan e Dana, che si erano precipitati non appena avevano sentito il richiamo di Aliciana.
«Cosa è successo? Sembravi assolutamente sconvolta, chiya,» chiese Dana ad Aliciana, che la rassicurò con un sorriso e la invitò a sedersi per partecipare alla discussione.
In pochi minuti anche i nuovi arrivati furono a conoscenza della situazione, e, seppur con qualche perplessità, ammisero che quella di Damon era l'unica soluzione possibile per impedire che Aliciana dovesse andarsene.
Di fronte alla disponibilità ad aiutarla dei suoi nuovi compagni, Aliciana fu commossa: «Non saprò mai come ricompensarvi, amici miei. State facendo per me più di quanto io avrei mai potuto fare per voi. Vi sarò riconoscente per sempre!»
Fu Damon a rispondere con estrema dolcezza e gentilezza: «Perché tu possa restare qui con noi, Aliciana, sarei pronto a fare molto e molto di più, puoi starne certa!» i suoi occhi brillavano, ma quando Aliciana incontrò il suo sguardo non poté far altro che abbassarlo a terra, sorridendo timidamente.


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I preparativi per la messa in scena della mattina successiva furono frenetici per tutta la giornata: si decise che Aliciana sarebbe rimasta nella Gilda delle Rinunciatarie, dove l'ingresso agli uomini era proibito; Dana avrebbe creato l'illusione, dandole un'apparenza di assoluta realtà, tanto da rendere impossibile per Ardais l'identificazione della truffa; infine Damon e Fiona avrebbero dovuto recitare davanti al comyn, accusandolo della morte della ragazza, e chiedendogli di lasciarla ora riposare in pace. Prima di morire, infatti, Aliciana aveva chiesto di essere sepolta ad Elvas, per non lasciare nella morte il luogo che aveva talmente amato in vita fino al punto di morire per esso.
Anche Aliciana avrebbe avuto una parte da recitare: durante la serata la ragazza avrebbe dovuto entrare nella taverna, ed investire Ardais con una terribile scenata, dichiarandogli che preferiva morire piuttosto che essere sua moglie.
Gli artefici del progetto contavano sul fatto che l'orgoglioso Comyn prendesse quelle affermazione come una banale crisi isterica, non dandogli alcun peso. Ma che sorpresa avrebbe avuto il damerino, al suo risveglio!


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Aliciana passò il pomeriggio con Damon e Fiona, definendo gli ultimi particolari dell'azione. Aveva paura, doveva ammetterlo, ma sperava che organizzando il piano nei minimi dettagli tutto le sarebbe risultato più semplice.
Se doveva essere sincera, l'idea di passare una notte alla Gilda delle Rinunciatarie non la esaltava più di tanto: non che avesse qualcosa contro le Amazzoni, ma si sarebbe sentita molto più al sicuro nella Torre, magari in compagnia di Dana o Damon.
Ma questo non era possibile, aveva detto lo stesso Damon, perché, nel caso in cui Ardais avesse scoperto la truffa, il primo posto dove sarebbe venuto a cercarla sarebbe stata proprio la Torre.
Naturalmente quella era solo un provvedimento cautelativo, perché tutti pensavano che il piano, audace ma geniale, sarebbe quasi sicuramente riuscito.
Damon e Fiona stavano imparando velocemente la loro parte, e Aliciana dovette ammettere che erano veramente bravissimi attori: Damon, soprattutto, sembrava veramente straziato dall'idea di perdere la giovane telepate.
Anche Aliciana dovette provare la sua parte, e ne fu pienamente all'altezza: la rabbia che mise nella sua scenata fu del tutto veritiera, non le sarebbe stato difficile dire cose che pensava realmente.
Damon l'avrebbe accompagnata alla locanda all'ora di cena, e, senza farsi notare, l'avrebbe poi condotta dalle Rinunciatarie.
Tutto era pronto, le prove generali si erano svolte senza intoppi, e tutto lasciava presagire che lo stesso sarebbe successo per il giorno successivo; Aliciana sentì, come un brivido lungo la schiena una nuova consapevolezza impadronirsi di lei: quella era la sua casa, e sarebbe rimasta tale per sempre. Ora lei possedeva una famiglia, una vera famiglia, fatta di telepati come lei, che la rispettavano e amavano per ciò che era, non per la sua estrazione sociale o per qualsiasi altro futile motivo.
Mentre ringraziava ancora una volta i suoi compagni, un dolce sorriso le si dipinse sul volto, comprendendo che tutto sarebbe finito nel migliore dei modi.


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Il sole era appena tramontato quando due figure incappucciate uscirono dalla Torre, dirigendosi frettolosamente verso la vicina Locanda: Damon ed Aliciana si apprestavano a dare il via alla loro incredibile commedia.
«Fai attenzione, bambina,» le sussurrò Damon, il volto distorto dall'ansia, «non ho assolutamente intenzione di trasformare la mia recita di domani in un dolore vero!»
Aliciana rimase stupefatta: ma veramente teneva così tanto a lei?
Troppo tardi si accorse che Damon le aveva letto nel pensiero, e arrossendo fino alla radice dei capelli, abbassò lo sguardo annuendo brevemente, sparendo poi frettolosamente dentro alla locanda.
La taverna era invasa dal fumo e dalle grida degli uomini. Il forte odore di alcool che permeava l'ambiente fece all'inizio barcollare Aliciana, che si diresse però decisa verso il bancone: tutti dovevano pensare che lei facesse sul serio.
«Alar, dove posso trovare il nobile Ardais?» Il volto contrito per la rabbia, Aliciana doveva apparire come un demone inferocito, e Alar, sorpreso dalla cosa, le rispose indicandolo con un cenno: «È lì nell'angolo, Vai Domna... sei sicura di stare bene?»
Senza nemmeno rispondere Aliciana si diresse a grandi passi nella direzione indicatagli dall'oste, e presto vide un tavolo a cui era seduto Ardais, con due armigeri al suo fianco. Un altro tavolo era invece occupato dai soldati semplici che costituivano la scorta del comyn.
"Arrogante e altezzoso fino alla fine," pensò irritata Aliciana, e sentì la rabbia salirle dentro: odiava tutti quelli come lui, che solo per il loro titolo nobiliare si credevano persone migliori degli altri... con quale grandissimo sbaglio.
Si parò davanti all'uomo con i pugni sui fianchi, uno sguardo torvo ed un espressione truce, quasi un predone delle Città Aride. Ardais alzò la testa su di lei, un sarcastico ed indolente sorrisetto irritante stampato sul viso elegante ma terribilmente falso: «Oh, ma guarda! La mia futura sposa! Forse sei rinsavita, Aliciana cara, e sei venuta dal tuo parente per chiedergli scusa del tuo indisponente comportamento?»
La risata di Aliciana fendette l'aria come un coltello, raggelando gran parte dell'ambiente: «Non mi vedrai mai inginocchiata ai tuoi piedi, non mi vedrai mai supplicarti... non mi vedrai mai come tua moglie!»
Le parole della ragazza sembravano una frusta sul viso del nobile, che manteneva però il suo sguardo freddo e divertito: «E come conti di raggiungere questo risultato, mia bella? Domani partirai con me, e sarai prestissimo mia moglie... sarai mia, Aliciana, non te ne rendi ancora conto?»
Lo sguardo della ragazza divenne ancora più duro, e alzando le mani al cielo quasi in una preghiera, rispose rabbiosamente: «Mai! Non sarò mai tua moglie! Il mio posto è qui! E preferisco morire piuttosto che andarmene... Preferisco morire piuttosto che andarmene con te! Meglio morta che di un Ardais!»
A questa dichiarazione fu Ardais che scoppiò a ridere, seguito a ruota dai suoi scagnozzi... Quasi si soffocava, il bel damerino, a furia di ridere.
Per poco ad Aliciana non scappò un sorriso: il piano stava funzionando a meraviglia!
«E ti aspetti che io ci creda? Una giovane donna nel pieno della sua giovinezza che si uccide piuttosto di diventare la moglie di uno dei più bei giovani delle Pianure? Mia cara, non dire sciocchezze! Domani partiremo, e vedrai che dopo una o due settimane con il sottoscritto, ti pentirai di avere fatto questa stupida dichiarazione... non è poi così spiacevole la mia compagnia, sai?»
L'uomo si era alzato, ed ora allungava una mano verso il viso della ragazza, cercando di accarezzarla: «Giù le mani! Pensa ciò che vuoi, vai Dom, ma ricorda che ciò che ho detto è ciò che penso. Tutto ciò che mi porta lontano da Elvas equivale alla morte per me... e diventare tua moglie incarna benissimo l'idea che ho io della morte! Non mi avrai mai, qualsiasi costo io abbia da pagare per ottenerlo!»
Detto questo, e senza lasciare possibilità all'uomo di ribattere, Aliciana fuggì via, sperando che quella fosse l'ultima volta che vedeva la brutta faccia di quell'uomo che tanto odiava.
Damon la accolse con un sorriso, fuori dalla locanda. Aveva sentito tutto, ed era incredibilmente soddisfatto della sua allieva: un'incredibile attrice, oltre che una dottissima leronis!
Si allungò verso di lei pronto ad abbracciarla e a congratularsi, ma Aliciana si scostò, incerta: non era abituata a quel rapporto così intimo con un altro telepate.
«Scusami, Ali, non volevo mancarti di rispetto; volevo solo congratularmi per la tua bravura di attrice. Comunque adesso andiamo, Madre Gwennis ci attende,» Damon sembrava ferito, ma Aliciana non se ne curò: l'adrenalina scorreva ancora potentissima nelle sue vene, e solo in quel momento cominciava a realizzare che quello era veramente l'ultimo atto dell'affrancamento dalla sua odiata famiglia.
Madre Gwennis fu molto gentile con lei, la fece sedere e rilassare nella sala delle visite, dove poteva entrare anche Damon, e rimase con loro fino a quando Aliciana non ebbe ripreso del tutto il controllo. Madre Gwennis, dopo una buona mezzora, dichiarò che era il momento di coricarsi, perché l'indomani sarebbe stata per tutti una giornata alquanto faticosa.
Aliciana salutò frettolosamente Damon, ancora incerta sul comportamento da tenere con lui: per lei era un carissimo amico, forse il più caro, ma pensare di avere anche solo un minimo contatto fisico con lui la imbarazzava enormemente. Non conosceva l'origine e la motivazione di questo imbarazzo, ma era in lei, e non poteva liberarsene. Non riuscì a capire se Damon fosse arrabbiato per il comportamento di Aliciana o perché lei aveva frainteso le sue intenzioni, ma la ragazza pensò che tutto, il giorno successivo, si sarebbe risolto.
«Grazie mille ancora Damon, non saprò mai ricompensarti per tutto ciò che stai facendo per me...» trovò il coraggio di dire Aliciana, mentre l'uomo usciva dalla Loggia. «L'unica ricompensa che voglio è la tua... amicizia, chiya,» rispose titubante Damon. Aliciana non capì bene da dove giungeva quell'incertezza, ma decise di non pensarci: con un ultimo brillante sorriso salutò l'amico, chiudendo poi il portone d'ingresso della Gilda alle sue spalle.
Prima che riuscisse ad addormentarsi, ogni paura lasciò il cuore di Aliciana: il suo dono le aveva rivelato, che sarebbe andato tutto bene, e Damon sarebbe stato un ottimo attore.


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Aliciana non riuscì a dormire, quella notte. Il pensiero di ciò che aspettava Damon l'indomani non le dava pace. E se Ardais avesse scoperto la truffa? Il primo a pagarne le conseguenze sarebbe stato lui. Non che non fosse in grado di difendersi, ma rischiava pur sempre qualcosa! E pensare con quanta freddezza l'aveva salutato... nemmeno un piccolo contatto, per ringraziarlo di tutto quello che stava facendo per lei... e tutto per quella sua stupida sensibilità.
Di cosa aveva paura, dopotutto? Damon le era sempre stato amico, e lei lo adorava, sin dal primo momento. Lui era stato il primo ad accoglierla, il primo a farla sentire a casa nella Torre. Quel suo insulso timore di aprirsi ai propri sentimenti la irritava. Ma cosa poteva farci? Infondo, lei era ad Elvas da troppo poco tempo perché potesse anche solo sperare che lui... troppo poco tempo? Lui non avrebbe mai potuto anche solo pensarla come qualcosa di diverso da una cara amica!
E allora come doveva comportarsi? Rimanere indifferente, cercare di non fargli capire minimamente quanto gli era caro, quanto gli era grata per quello che stava facendo per lei e continuare a comportarsi come se nulla fosse successo. E dopotutto era proprio così: la consapevolezza che credeva di aver acquistato quella notte, di certo non avrebbe cambiato la sua vita, perché comunque dalla parte di Damon non sarebbe giunta alcuna risposta, in quel senso.
Cercò quindi di mettersi il cuore in pace, rilassandosi e provando a dormire. Ma nulla da fare, il pensiero di come si erano lasciati continuò a turbarla.
"Facciamola finita allora," pensò irritata, e protese piano la mente, fino a raggiungere quella di Damon, nella sua stanza alla Torre. Nemmeno lui riusciva a dormire, a quanto sembrava.
Si accorse subito della sua presenza, e rimase interdetto. "Aliciana, non dormi?" Le chiese stupito.
"Potrei farti la stessa domanda, Damon. Volevo solo scusarmi. Mi sono comportata male, prima, con te. Sono stata fredda e insensibile. Tu stai facendo così tanto per me, così tanto... e io ti ho trattato come se fosse una cosa dovuta."
"Volevo dirti che sei l'amico più caro che ho, e che non finirò mai di ringraziarti per ciò che hai fatto."
Sentì che Damon sorrideva, e capì che lui non era affatto arrabbiato. Il cuore di Aliciana divenne più leggero, ed anche Damon lo avvertì.
"Non preoccuparti, bambina. Andrà tutto bene, fidati. Ora riposa... altrimenti domani non potremo festeggiare la riuscita del nostro ingegnoso piano!"
Risero insieme, e dopo essersi salutati si lasciarono serenamente.


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Alla locanda, comodamente sdraiato sul letto più comodo che il locandiere era riuscito a trovargli, anche Albert Ardais si agitava nervosamente nel sonno.
Poco dopo la scenata di Aliciana, al loro tavolo si era fermata una persona che conosceva fin troppo bene, anche se aveva sempre cercato di non approfondire troppo la conoscenza. Ma, come tutti dicono, puoi scegliere un amico o un amante, ma i parenti non li puoi cambiare.
Dopo quel criminale di un Aldaran, anche suo cugino Mikhail Ardais doveva incontrare in questa valle dimenticata dagli dei!
Mikhail era la vergogna della loro famiglia. Senza preoccuparsi troppo delle voci che correvano su di lui, aveva abbandonato una brillante carriera militare e rifiutato più di un matrimonio vantaggioso per seguire le sue stranezze.
Non che fosse mai stato troppo normale, fin da quando era tornato dal monastero di San Valentino delle Nevi era chiaro che i suoi appetiti sessuali non coincidevano con quelli dei suoi coetanei. Ma, come molti altri come lui, non era mai riuscito a tenere la cosa nascosta, seguendo le indicazioni del clan riguardo gli accordi matrimoniali per il bene della famiglia.
Fortunatamente aveva deciso di rinchiudersi prima in una Torre, poi, rendendo ancora più felice la sua famiglia, nuovamente tra i picchi perennemente innevati di Nevarsin.
«Ne passerà del tempo prima che un ombredin erediti il Dominio degli Ardais!» aveva esclamato Dom Cyrill, alzando il calice in direzione del figlio Gabriel, destinato a governare dopo di lui, quando era giunta la notizia che Mikhail Ardais non avrebbe mai più fatto ritorno al castello.
Nessuno si era chiesto dove fosse andato. Per un breve periodo era tornato in seno alla famiglia, dopo una delusione amorosa dicevano i più informati, ma presto era ripartito... per il Dominio degli Aldaran, avevano sussurrato gli stessi informatori ben aggiornati.
Ma la cosa non aveva interessato Albert e suo padre.
I due uomini stavano contrattando con alcuni nobili dei rami cadetti degli Alton per organizzare un matrimonio onorevole per il giovane Ardais e, alla fine, sembravano aver trovato quello che cercavano.
Un nobile Alton non troppo in alto nella classifica di successione, con una figlia giovane e piacente che, nonostante le capacità, si era rifiutato di mandare in Torre.
Albert e suo padre sapevano benissimo che l'anno canonico in una Torre era necessario per poter sopravvivere in una società popolata di telepati, ma il sapere che esistevano altri comyn come loro che non guardavano di buon occhio la cosa li aveva sollevati.
Non sapevano se la ragazza avesse già trascorso l'anno obbligatorio nella Torre, ma poco importava. Con il principio dell'autunno Aliciana Alton sarebbe stata condotta a Castel Ardais e legata di catenas ad Albert. La nascita del primo figlio le avrebbe fatto dimenticare tutte le velleità da leronis che il padre diceva lei avesse e, se avesse protestato ancora, Albert avrebbe di certo trovato il modo di metterla in riga.
Dopo tutto cosa poteva volere una donna se non un buon matrimonio e dei figli da allevare? Senza contare che il giovane Ardais era ben voluto sia nei letti di molte signore della nobiltà del Dominio che in quelli delle piacenti popolane dei dintorni!
Ma le cose non erano andate come previsto.
L'Alton si era rivelato una donnicciola senza midollo, quando la figlia aveva preteso di essere liberata dall'impegno assunto con gli Ardais ed era partita alla volta di un luogo sconosciuto, lasciando Albert a rodersi il fegato per la rabbia e il disonore subito.
Però, dopo pochi mesi, un suo giovane parente aveva avuto la possibilità di ascoltare casualmente i discorsi di alcuni telepati della Torre di Temora, dove stava prestando l'anno di servizio obbligatorio, e, senza che loro lo scorgessero, li aveva sentiti fare il nome di Aliciana.
I riferimenti alla fanciulla corrispondevano troppo bene con quelli della promessa sposa del suo caro amico Albert perché non fosse la stessa donna.
Sembrava che la donna fosse partita alla volta di una valle ai confini con il Dominio Rinnegato, nella speranza di non ottemperare i voleri del clan, forse inseguendo un amore non corrisposto o, ancora peggio, fuggendo con esso.
Il messaggio era stato riferito ad Albert che, in poco tempo, era riuscito ad individuare la valle in questione.
Sembrava che alcuni contadini degli Aldaran avessero scoperto casualmente che una vallata devastata ai tempi delle Guerre del Caos era tornata fertile e rigogliosa. Prendendo il coraggio a due mani avevano rifondato il villaggio che sorgeva al centro della valle e, aiutati da un nobile della casata degli Aldaran, avevano preso possesso dell'intera valle.
La cosa non sembrava aver disturbato troppo il Dom Ardais. La valle non era di suo interesse, di terre fertili ne avevano in abbondanza e, fino a quando non fosse stato necessario trovare nuove fonti di sostentamento per il suo Dominio, avrebbe benignamente lasciato in pace gli Aldaran e la loro nuova comunità agricola.
Albert aveva riferito a Dom Cyrill e a suo figlio Gabriel l'informazione riguardante la sua promessa e loro, facendogli giurare sull'onore del clan che avrebbe cercato di non creare dissidi con il nobile Aldaran a capo della valle, gli avevano dato il permesso di andare a riprendersi la sposa.
Al loro ritorno a Castel Ardais, Aliciana sarebbe stata punita in maniera esemplare, per essere additata come esempio a tutte quelle fanciulle che in futuro avrebbero mai osato mettere in dubbio il volere del loro padre o marito.
Ed ora, non solo Albert aveva trovato un villaggio dove i popolani e i nobili vivevano quasi fianco a fianco, ma anche l'intera comunità comyn aizzata contro di lui i difesa dei diritti di una donna!
Poteva quasi capire l'Aldaran.
Aveva con lui un conto in sospeso ma, dopo tutto, era un uomo e doveva aver trovato nella giovane Alton un bocconcino più che prelibato. Ma, anche se appartenente ad una famiglia di rinnegati, era pur sempre un comyn e, messo di fronte alla verità sulla presenza di Aliciana nella sua Torre, non avrebbe potuto fare altro che consegnarla nelle sue mani.
Se aveva deciso di non far valere i suoi diritti di legittimo sposo era di certo perché ancora gli bruciavano gli eventi intercorsi tra loro in passato.
Così come era evidente che il suo caro parente Mikhail Ardais, in onore all'amicizia che li legava, aveva messo contro di lui tutti gli altri laranzu falliti che avevano cercato rifugio in quella valle.
Fortunatamente per tutti, Albert ne aveva fatto una faccenda personale e, la sua completa mancanza di dimestichezza con la politica legata alle Torri, metteva in una certa sicurezza il futuro della Torre di Elvas.
La cosa che tormentava il sonno dell'Ardais era il rischio, fin troppo fondato, di perdere la faccia di fronte a tutte quelle nullità che abitavano la valle e, soprattutto, doversene tornare a casa con la coda tra le gambe, diventando lo zimbello di tutta la corte di Castel Ardais.
Ma presto sarebbe arrivata l'alba e tutta quella pagliacciata avrebbe avuto termine!


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Il villaggio cominciò a risvegliarsi ancora prima del sorgere del sole e i primi raggi colsero Albert Ardais sveglio e già pronto a bussare alla porta della Torre per reclamare ciò che gli spettava di diritto.
Nella locanda regnava un'atmosfera dimessa, quasi come lui fosse il solo ospite. Era certo che la sera prima la maggior parte delle camere fossero occupate, e non solo dalla sua scorta, ma quella mattina tutto sembrava deserto.
Nella taverna i suoi uomini stavano già abbuffandosi come maiali. La ricca colazione fornita loro dalla giovane e piacente domestica avrebbe pesato sulle tasche di Albert e la cosa lo irritò, facendogli dimenticare quel po' di buonumore che era riuscito a trovare all'idea che quella sera avrebbe trascorso la notte con la sua promessa sposa.
Cercando di mantenersi tranquillo, Albert uscì dal locale, avviandosi con passo spedito verso la Torre.
Il cielo era coperto di nubi e, probabilmente, la pioggia prima e la neve poi avrebbe accompagnato il loro viaggio di ritorno verso Castel Ardais.
Non fece in tempo a colpire il legno della porta con il pesante pendente che faceva da batacchio, che questa si spalancò. «Buon giorno, Aldaran,» salutò l'uomo sulla soglia, pronunciando il nome con il solito disgusto.
«Lo sarà per voi,» il tono di Damon era funereo. «La Custode vi sta aspettando.»
Albert entrò con passo da conquistatore nell'atrio della Torre, seguendo Damon su per la grande scalinata che dominava il pianterreno, fino al salotto privato della Custode.
«Vai domna,» salutò l'Ardais, riconoscendo l'autorità di Fiona più come Aillard che come Custode. «Sono qui per prendere Aliciana, sono stanco di stare in questo paese dimenticato dagli dei!»
L'arroganza sembrava essere la qualità più spiccata di Ardais, qualità che lo accompagnava sempre, anche nelle situazioni che avrebbero richiesto un minimo di diplomazia. Fiona, fu diretta, essenziale.
«Aliciana è morta, nobile Ardais,» gli riferì con malcelato disprezzo, mentre il suo viso diventava una maschera di dolore. «Una delle nostre migliori allieve è morta a causa vostra, Dom Ardais!»
Albert sembrava divertito, per nulla toccato dalla dichiarazione di Fiona.
«E secondo voi io dovrei credere a questa stupida e banale frottola?» disse assumendo un tono freddo e sprezzante. «E come sarebbe morta, la mia cara futura mogliettina?»
Damon alzò due occhi ardenti come braci sul volto dell'antico nemico, e con voce spezzata dall'angoscia, sembrò trovare il fiato per rispondergli.
«Si è uccisa... come avrebbe fatto qualsiasi telepate nelle sue condizioni. È salita nel sopramondo, abbandonando il suo corpo, fino quando il cuore ha smesso di battere.»
Albert non riuscì a trattenere una risata. «E voi pensate che io creda ad una favola come questa? È una storia adatta solo a far sospirare la giovani fanciulle in vena di romanticismo!»
«Come potete ridere di fronte a questa tragedia?» La voce di Fiona era fredda e tagliente come una lama affilata. «La vostra crudeltà ed arroganza mi sconvolgono...»
«Smettetela,» la interruppe Albert, «ne ho abbastanza! Mandate a chiamare quella sfrontata femmina... sperando che sia già pronta per il viaggio!»
Nonostante non credesse a nessuna delle parole pronunciate dai due telepati, Albert sembrava comunque un po' turbato. Anche se il suo laran era di un livello bassissimo, doveva ammettere che non aveva percepito la presenza di Aliciana da nessuna parte, quella mattina... e la cosa lo disorientava.
Damon si alzò di scatto, infuriato, lanciando contro al comyn un foglio di carta, riempito da una calligrafia delicata.
«Se ancora non credete che abbia potuto rifiutarvi, allora leggete qui!»
Albert non poteva dire di saper leggere, era in grado di distinguere qualche parola ma la calligrafia sottile e ordinata di Aliciana non gli era di aiuto.
Damon trattenne a stento un sorriso, che ad Albert sembrò l'ennesima smorfia di dolore. «Dice che è stata costretta ad agire in questo modo, pur di non essere sposata contro la propria volontà ad un... individuo come voi!»
«Conclude dicendo che, anche da morta, non vuole abbandonare il solo posto dove si è sentita felice,» continuò Fiona con voce sommessa. «Aliciana ha chiesto, come sua ultima volontà, di essere sepolta qui ad Elvas.»
Albert accartocciò il foglio, bianco in volto. Poteva non riuscire a leggere l'ultimo messaggio di quella folle, ma ricordava ancora le parole pronunciate con tanta disperazione la sera prima, davanti a tutti gli avventori della locanda.
«Meglio morta che di un Ardais!» aveva detto. Quella stupida ragazza aveva mantenuto la parola!
«Non può essere!» balbettò alla fine, mentre il sospetto che quanto gli avevano raccontato fino a quel momento potesse essere la verità si faceva strada in lui. Ai suoi occhi non aveva senso. Come poteva una donna trovare spiacevole l'idea di sposarlo fino al punto di togliersi la vita? Doveva essere solo un incubo...
Fiona intercettò i suoi pensieri. «No, nobile Ardais, purtroppo per noi questo non è un incubo... Se volete seguirci vi mostreremo il suo corpo...» la voce le tremò su quella parola, ma si ricompose in fretta, accennando ad alzarsi.
«Sì!» Albert sembrò ritrovare un po' del suo spirito. «Si, smaschererò questa buffonata! Aliciana morta? Non è possibile!»
In silenzio, Fiona e Damon scortarono Albert fino alla stanza di Aliciana, situata al piano superiore della Torre.
Al principio il piano era stato quello di nascondere la fanciulla nella Gilda, mostrando all'uomo un fantoccio che il laran avrebbe reso ai suoi occhi il corpo senza vita della sua promessa sposa.
Ma, quella stessa mattina, Mikhail aveva riferito a Damon che il suo caro cugino non si sarebbe accontentato di guardare il corpo da lontano, ma avrebbe di sicuro tentato di risvegliare la ragazza, utilizzando anche sistemi poco decorosi.
Quindi, all'ultimo minuto, il piano era stato cambiato.
Ancora intontita dal sonno, Aliciana era stata condotta da Dana nuovamente alla Torre e, in poche parole, le era stato spiegato il rischio che avrebbero corso se l'Ardais non avesse trovato realmente il suo cadavere. Cercando di tranquillizzarla, Damon l'aveva fatta stendere sul letto e, rapidamente, le aveva spiegato cosa avrebbero fatto.
Dana, come intenta a vegliare il suo corpo senza vita, avrebbe monitorato le sue funzioni vitali, rallentando i battiti cardiaci fino a farla sembrare realmente morta. Qualunque cosa avesse tentato di fare Albert, non ci sarebbe stata nessuna reazione.
Perdendo tutta la tranquillità che aveva faticosamente riguadagnato quella notte, Aliciana si era stesa sul letto. Quando aveva chiuso gli occhi era stata avvolta dal buio più totale.
Quando Albert giunse accanto a lei, il cuore di Aliciana aveva praticamente smesso di battere. Solo un monitore esperto avrebbe notato che era solo uno stato di morte apparente, ma l'Ardais non era neppure in grado di notare lo sforzo che stava facendo Dana per mantenere la ragazza in quello stato di stasi.
Albert si inginocchiò accanto al letto, afferrando con una mano la delicata camicia da notte che la fanciulla aveva indossato quella sera, prima di prendere l'atroce decisione.
Con rabbia si alzò. Non poteva aver avuto il coraggio di farlo realmente. Doveva essere un trucco.
Con una rapida mossa afferrò uno degli spilloni che Aliciana utilizzava per fermarsi i capelli e, con decisione, lo conficcò nella carne della ragazza.
Una piccola goccia di sangue colorò la punta ma niente di più. Il cuore non batteva, quindi il sangue non poteva sgorgare fuori dal copro, solo salire in superficie e fermarsi, come un occhio accusatore a fissarlo dalla pelle candida e gelata della sua promessa sposa.
In quel momento sembrò quasi impazzire: si accasciò al suolo, le lacrime agli occhi, le mani nei capelli, incredulo.
«Non è possibile!» sembrò singhiozzare l'Ardais. «Io non volevo questo, non credevo sarebbe giunta fino a questo punto! Sposarmi era il suo dovere, il dovere verso il clan...»
Damon prese una coperta dalla cassapanca ai piedi del letto e coprì lentamente il corpo di Aliciana e, mentre Albert si dimenava come un indemoniato, lo condusse di peso fuori dalla stanza e dalla Torre, nel cortile.
«Credo sia giunto il momento della vostra partenza,» gli comunicò freddamente. «Lasciateci piangere la nostra compagna, sperando che possiate lasciarla in pace, almeno ora che è morta.»
L'Ardais sembrava in preda ad una crisi isterica, ma riuscì a ricomporsi quel tanto che bastò per riacquistare la sua arrogante maleducazione.
«No, il corpo di Aliciana verrà con me ad Armida. Dobbiamo seppellire la giovane insieme agli altri comyn
«Mi dispiace,» ribatté Damon, con fermezza. «Ma non sono queste le volontà di Aliciana. Avete ascoltato anche voi il suo messaggio. Nella morte vuole rimanere nell'unico luogo che abbia mai sentito come la sua casa, vicino alle persone che erano diventate la sua vera famiglia, e di cui voi l'avete privata. Aliciana verrà seppellita qui, ad Elvas, vicino a chi l'ha amata veramente.» L'uomo fece una pausa, come valutando se aggiungere o meno qualcosa, poi disse. «Potete portare il messaggio a suo padre, se volete. Lui le aveva concesso di seguire la sue volontà. Se vorrà riavere il suo corpo non potremo negarglielo, ma per ora resterà qui.» Detto questo rientrò nella Torre, senza guardarsi indietro.
Sperava di essere stato convincente ma, se Albert avesse insistito, allora sarebbe intervenuto Mikhail, proponendosi di accompagnare la cara amica nel suo ultimo viaggio e di riferire personalmente al padre la triste verità sulla fine prematura della sua sola figlia.


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Aliciana era incredula.
Era rimasta priva di conoscenza ma, dallo stato di morte apparente in cui Dana l'aveva fatta precipitare, era riuscita comunque a seguire tutti i dialoghi che erano intercorsi nella stanza.
Fiona e Damon erano stati attori veramente sensazionali! E l'illusione creata da Dana era sconvolgente!
Appena rientrato nella Torre, Damon si rilassò, soddisfatto della sua performance, e si rivolse mentalmente ad Aliciana: "Allora, come ti sono sembrato?" chiese, sorridendo sornione.
"Perfetto!" esclamò ancora allibita Aliciana, "sembrava che il dolore ti straziasse davvero!"
"Beh... mi sono comportato come se la situazione fosse reale... come se ti avessi perso veramente... Ma ora non importa più! Dana ti impedirà di uscire dalla tua stanza fino a quando saremo sicuri che Ardais sarà fuori circolazione!"
Aliciana sorrise: ora poteva dire, in tutta tranquillità, che nulla più la legava al suo passato, alla sua vita di Alton... per tutto Darkover, per il Consiglio, per i suoi genitori, lei era morta! Ora l'unica famiglia che le restava, quella che realmente amava, ed in cui si sentiva veramente accettata, stimata, capita, era quella dei telepati di Elvas! Finalmente era libera, libera, libera!
Poche ore dopo, Mikhail comunicò ufficialmente che il suo caro parente era uscito dai confini del villaggio e che, probabilmente, nulla di quanto era accaduto sarebbe giunto alle orecchie degli Ardais e degli Alton.
"La versione ufficiale sarà che non ha trovato nulla," comunicò ad Aliciana e a Damon, in fremente attesa di buone notizie. "Che l'informazione che aveva ricevuto si è rivelata un buco nell'acqua e che la sola cosa che ha trovato qui è stato un suo affezionato parente ed altri pazzi come lui!"
Aliciana prese a ridere, volteggiando come una matta per la stanza, felice come poche volte lo era stata in vita sua: non avrebbe più visto quel maledetto Ardais per il resto della sua vita!
La ragazza abbracciò contenta Dana, gli occhi lucidi, ringraziandola infinitamente per ciò che aveva fatto. Fiona la guardò sorridendo, e lei le fece un piccolo inchino, concentrando in uno sguardo tutta l'immensa riconoscenza che provava verso la Custode.
Volle ringraziare Damon per ultimo, serbare quel momento come qualcosa di prezioso: a lui doveva tutto, la possibilità di realizzare il suo futuro, la sua libertà, la sua felicità.
Gli tese la mano, e lui la strinse, senza che fossero necessarie inutili parole: Aliciana sapeva che sulla loro amicizia avrebbe sempre potuto contare, ed in quel momento non desiderava altro che questo.









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Disclaimers

Quando la vita di Aliciana sembra essersi ormai stabilizzata, arriva dal passato un nemico che sembra imbattibile: il promesso sposo che lei ha abbandonato.

Credits

La canzone scelta come accompagnamento al racconto è The Bard Song, dei Blind Guardian. Seguendo il link, che vi porterà alle pagine della sezione musicale, avrete ulteriori informazioni sulla canzone e sugli autori.


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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008